Ancora troppe auto: non c’è smart city senza smart mobility

scritto da il 10 Ottobre 2022

Post di Dario Mancini, Regional Manager Italy ed EMEA Emerging Markets di Waze – 

L’automobile è un feticcio italiano e la mobilità privata un atteggiamento culturale radicato nelle profondità della nostra tradizione, dal boom economico dell’Italia che fu. Oggi, però, l’auto popola le nostre città e le manda in tilt, minando dalle fondamenta l’agognato riconoscimento di “smart city”; perché, cosa rende effettivamente una città smart se non, in primis, la sua libertà di movimento?

Per meglio comprendere dove siamo giunti in questo momento, attraverso una ricerca condotta nel biennio 2021-2022, abbiamo fotografato il fenomeno del pendolarismo e delineato l’identikit dei pendolari italiani. La pandemia ha reso l’auto un prolungamento sicuro della nostra casa e, nonostante il caro-carburante, la possibilità di fare affidamento sulla rete del trasporto pubblico o l’utilizzo di mezzi quali bicicletta e monopattino, l’auto rimane il mezzo prediletto dagli italiani per percorrere il tragitto casa-lavoro.

L’auto è scelta, infatti, dal 60% degli intervistati mentre solo il 24% utilizza i mezzi pubblici. La maggior parte degli italiani (il 61%) spende circa 10 euro al giorno per percorrere il tragitto che tutti i giorni conduce al luogo di lavoro, il 22% dichiara una spesa pari a 20 euro, mentre il 15% giornalmente investe 30 euro dei propri fondi per raggiungere la destinazione. Ma qual è il problema del traffico secondo gli italiani?

Immagine per gentile concessione di Waze

Immagine per gentile concessione di Waze

Stando alle risposte raccolte dall’app di navigazione, il 43% si trova d’accordo nell’affermare che la principale difficoltà va individuata nell’elevato numero di auto che tutti i giorni percorrono le strade del Bel Paese. Diversamente, invece, c’è chi sostiene che la problematica sia dovuta alla mancanza di infrastrutture stradali adeguate (26%), mentre il 18% vede nella mobilità poco regolamentata la principale causa del fenomeno. Ciò che si evince, stando ai risultati della ricerca, sono quindi prospettive di una mobilità intelligente e lo sviluppo delle smart city che si scontrano con l’utilizzo privato e privilegiato dell’auto e infrastrutture inadeguate e poco regolamentate.

In questo contesto, anche il PNRR (Piano Nazionale di Riprese e Resilienza) è direttamente coinvolto nel futuro delle smart city, con una serie di investimenti (oltre 60 miliardi di euro) destinati all’intera filiera della mobilità smart e che riguarderanno, ad esempio: piani urbanistici per risollevare territori ai margini e connettere meglio gli hinterland alla città metropolitana, con lo scopo di aumentare la qualità di vita dei loro abitanti. Tra i punti si parla anche di MaaS ovvero Mobility as a Service, concetto incentrato sulla mobilità sostenibile e integrata in città per semplificare, attraverso un’unificazione dei canali, le modalità di trasporto per tutti i cittadini.

Ciò che ha messo a disposizione l’app per poter supportare questo processo di innovazione è il programma gratuito Waze for Cities, attivo dal 2014 e che, ad oggi, conta più di 1.000 partner globali. Il Programma – incentrato sulla smart mobility e basato sullo scambio gratuito, collaborativo e bidirezionale di dati a sostegno di municipalità e aziende di trasporto a livello internazionale – è finalizzato a convertire i dati in insights sulla mobilità con l’obiettivo di ottimizzare l’infrastruttura esistente, aggiungendo valore in tempo reale. Per citare un esempio, è attiva la partnership con il Comune di Milano con il progetto “Mobilità 3.0”, che ha lo scopo di migliorare l’uso della rete viaria cittadina da parte di milanesi e city users. I dati del Comune, relativi a cantieri in corso, manifestazioni, pedonalizzazioni e altro ancora, sono condivisi in tempo reale per decongestionare il traffico e migliorare anche la qualità ambientale.

Mappa di Milano (fonte: Waze)

Mappa di Milano (fonte: Waze)

Per concorrere al traguardo della smart city e volgendo lo sguardo anche alla mobilità elettrica, sulla mappa di Waze è possibile trovare le colonnine di ricarica. Il progresso delle nostre città è tuttavia frenato anche dagli ingenti costi di mantenimento di una smart city a carico della sua stessa comunità: a causa dei recenti avvenimenti geopolitici e la crisi energetica resta ancora sconosciuto l’impatto economico che subirà il settore delle auto a ricarica elettrica. Stando alle stime, il costo della ricarica presso la propria abitazione attualmente è circa 0,20 euro/kWh, mentre presso una postazione tra 0,40 e 0,50 euro/kWh consentendo ad una macchina di media cilindrata di avere un’autonomia di 100 km con una spesa di 4 euro. I principali fornitori stanno però progressivamente annunciando rincari per garantire la sopravvivenza stessa delle aziende.

Sul fronte evoluzione delle tecnologie nel settore automotive, auto e sistemi di bordo connessi permetteranno anche ai veicoli di condividere in tempo reale grandi volumi di dati prodotti durante la guida. Il matrimonio tra la tecnologia e azione umana potrebbe essere la chiave della felicità, soprattutto se si pensa che sono stati proprio gli utenti a contribuire, passo dopo passo, alla creazione di Waze così come la conosciamo oggi, generando in tempo reale dati su: condizioni stradali, incidenti, ingorghi, strade chiuse e pericoli in carreggiata con l’obiettivo di ridurre il più possibile il traffico.

Un mondo con trasporti migliori non è necessariamente un futuro lontano. Sfruttando il potere delle comunità per invertire le tendenze negative dei trasporti e implementando nel concreto le leve tecnologiche si può creare un mondo in cui il traffico è storia.