Scuola, un tutoraggio estivo per salvare i piccoli studenti da vacanze e Dad

scritto da il 05 Dicembre 2022

Pubblichiamo il primo di quattro lavori premiati da Tortuga Call for Policy Papers, un concorso di policy brief rivolto a studenti e studentesse di magistrale e ultimo anno di triennale, e giovani ricercatori e ricercatrici. L’obiettivo è individuare alcune proposte di policy di potenziale impatto per lo scenario italiano e raccogliere idee dalle nuove generazioni. Di seguito l’articolo scritto dai vincitori della categoria junior: Alberto Salio (Erasmus Mundus QEM), Filippo Dell’Andrea (Università Ca’ Foscari di Venezia), Ludovico Campagnolo (LSE-Bocconi) e Vasileios Kostakis (LSE-Bocconi).

L’idea che l’istruzione e l’apprendimento siano essenziali per lo sviluppo individuale e collettivo è molto intuitiva. Inoltre, in questi anni sono emersi vari studi che hanno documentato come la chiusura delle scuole e l’introduzione della didattica a distanza (Dad) durante la pandemia abbiano causato un peggioramento delle performance degli studenti. Proponiamo la creazione di un programma di tutoraggio estivo per gli studenti della scuola primaria, con l’obiettivo di colmare di colmare queste lacune.

I benefici a lungo termine dell’istruzione

Diversi lavori empirici e teorici mostrano come l’acquisizione di abilità cognitive sia molto più rapida negli stadi iniziali della vita. Per questo motivo, i benefici degli investimenti nell’istruzione sono massimizzati in tenera età. Esiste inoltre un legame tra i risultati nei test standardizzati (test Pisa nei paesi Ocse, Invalsi in Italia), una migliore carriera professionale e maggiore crescita economica. Si stima che la perdita di 1/3 dell’anno scolastico vada a ridurre il Pil in termini reali dall’1,5% al 5,6% all’anno, a seconda del paese considerato. Nel caso dell’Italia, la perdita di Pil ammonterebbe a $1,765 triliardi nei prossimi 80 anni, cioè 22 miliardi di dollari all’anno. Infine, i benefici di una maggiore istruzione si riflettono anche su aspetti della vita apparentemente non connessi all’educazione, come la salute psicofisica e la mobilità sociale.

Dimostrare l’accumulo delle perdite di apprendimento derivanti dalla pandemia

Utilizzando i dati di campionamento Invalsi 2013-22, nel grafico 1 si può osservare come nel 2021, il primo anno dall’inizio della pandemia in cui si sono tenute le prove Invalsi, vi sia stato un peggioramento nei risultati medi delle prove degli studenti italiani, sia in seconda che in quinta elementare. Questa tendenza è evidente anche successivamente, suggerendo la permanenza delle lacune.

La nostra analisi empirica suggerisce inoltre che l’effetto di un mancato periodo d’istruzione è eterogeneo a livello geografico. I dati indicano infatti che un inverno aggiuntivo di chiusure ha portato un peggioramento più significativo nei risultati degli studenti nelle regioni Lazio, Sardegna, Sicilia, Campania, Puglia, Marche e Toscana (grafico 2). In aggiunta, gli studenti provenienti da famiglie meno agiate hanno avuto più difficoltà rispetto ai loro compagni con una situazione economica familiare più favorevole.

La proposta: tutoraggio estivo

Nonostante gli effetti negativi delle chiusure, è possibile rimediare alle perdite d’apprendimento. Carlana e La Ferrara (2021) documentano ad esempio gli effetti positivi del tutoraggio volontario offerto dagli studenti universitari durante il lockdown agli alunni delle scuole medie. In modo simile, proponiamo la creazione di un programma di tutoraggio estivo di cinque settimane. Tre ore di lezione al giorno, dal lunedì al venerdì, concentrate sulla matematica, materia essenziale per lo sviluppo delle abilità analitiche dei bambini. Ogni tutor avrà al massimo cinque studenti, assicurando così un alto grado di coinvolgimento. Sia all’inizio che alla fine del corso saranno erogate prove standardizzate per valutare l’efficacia del programma stesso. Ai tutor verrà offerto un programma di formazione tramite video online realizzati da esperti della durata totale di 15 ore.

Per incentivare la partecipazione al progetto, aspiriamo a una collaborazione con gli insegnanti della scuola primaria. Gli insegnanti potranno utilizzare le prove fornite inizialmente sull’impatto a lungo termine delle perdite educative per convincere i genitori dell’importanza del progetto. Per incentivare ulteriormente le famiglie, il progetto sarà gratuito per i ceti meno abbienti, ovvero sotto la mediana dell’Isee nazionale.

I tutor saranno invece selezionati tra gli studenti di quarta superiore che intraprenderanno i Percorsi per le Competenze Trasversali per l’Orientamento (Pcto, ex Alternanza Scuola- Lavoro). Dal momento che la Legge n. 145/2018 prevede 90 ore di Pcto per gli studenti di liceo, questi si adatterebbero meglio alle necessità del programma di tutoraggio. Il concorso pubblico per il reclutamento dei tutor prenderanno in considerazione solo i voti dell’anno in cui viene indetto il bando, ed i professori delle scuole superiori potranno promuovere questa opportunità durante il quarto anno.

Tutoraggio, il programma pilota

Per valutare meglio la proposta sarà istituito un programma pilota di un anno, con l’obiettivo di estenderlo a livello nazionale in caso di esito positivo. Proponiamo di iniziare il progetto pilota nel Lazio, regione in cui gli effetti negativi della DaD sono stati i più marcati di tutta Italia. Si inizierà dagli studenti di seconda elementare che, grazie alla tenera età, ne trarrebbero i maggiori benefici a lungo termine. Le scuole elementari saranno casualmente assegnate a un gruppo di controllo (senza tutoraggio) o a uno di trattamento (con il programma di recupero). Un comitato di valutazione raccoglierà i dati rilevanti per l’esperimento.

Nel caso in cui il programma si dimostri efficace, entro due anni sarà esteso a livello nazionale, per affrontare immediatamente le perdite di apprendimento legate alla pandemia. Idealmente, il programma coinvolgerà tutti i gradi di studenti delle scuole primarie e tutor liceali che mirano a ottenere crediti in vista dell’esame di maturità. Il tutoraggio si collocherebbe a metà delle vacanze estive. In questo modo, non solo gli studenti avrebbero abbastanza tempo per recuperare dall’anno precedente, ma il programma ideale per recuperare sia le perdite di apprendimento legate al COVID-19 sia quelle dovute alle pause estive (summer losses), rendendolo strutturale anche anni dopo la pandemia.

Per quanto riguarda i costi, i partecipanti al test Invalsi con status socioeconomico più basso nel nostro campione costituiscono il 42,43% del totale. Considerando gli studenti di seconda elementare, stimiamo un massimo di 16.707 studenti che parteciperebbero gratuitamente. Il resto degli studenti che frequenteranno i corsi dovrà versare un importo stimato di 125 euro, a copertura delle spese amministrative e di trasporto. Pertanto, questa politica costerebbe al massimo 2 milioni di euro all’anno.

Gli effetti del programma

Il nostro studio documenta le perdite d’apprendimento degli studenti di scuola elementare. E mostra come i deficit educativi negli stadi iniziali della vita abbiano le maggiori conseguenze a lungo termine, sia a livello individuale che sociale. Per questo, abbiamo proposto un programma di tutoraggio estivo – i cui benefici sono già stati ampiamente confermati da ricerche precedenti – dai costi molto ridotti.

Il programma attenuerà le perdite di apprendimento dovute alla chiusura delle scuole durante la pandemia e alle vacanze estive. La proposta mira a diminuire le disuguaglianze presenti nell’istruzione e a prevenire l’emersione di una generazione perduta, che altrimenti vedrebbe il proprio reddito futuro permanentemente ridotto. Questo influirebbe negativamente sull’economia del paese e di conseguenza sul benessere di tutti i cittadini.