Dispositivi medici indossabili: l’evoluzione passa dalla consapevolezza

scritto da il 23 Dicembre 2022

Post di Marcello Ottaviani, Presidente di SaluberMD Italia –

Il mercato dei dispositivi medici indossabili è in forte crescita: secondo una stima di Insider Intelligence il settore arriverà a valere miliardi nei prossimi anni, precisamente 1,7 miliardi di dollari dal 2027, con un incremento del 125% rispetto ad oggi. Attraverso sensori, attuatori e software collegati al cloud, i device intelligenti diventeranno strumenti fondamentali per una nuova visione della medicina, sempre più paziente-centrica.

Questi dispositivi consentiranno infatti la raccolta, l’analisi e la trasmissione in tempo reale di dati sanitari personali, e allo stesso tempo una gestione più approfondita della sintomatologia. Il ruolo di questi strumenti sarà sempre più centrale, e dovrà affrontare sfide complesse per rispettare le aspettative dei pazienti, come la facilità d’uso, i costi accessibili, un’interfaccia semplice e l’affidabilità. Oltre a questo, tali dispositivi dovranno ovviamente superare la prova clinica, ed ottenere quindi le certificazioni adeguate.

La spinta della pandemia

L’emergenza sanitaria del Covid19 ha messo a dura prova la tenuta del Sistema Sanitario Italiano, ma ha al contempo innescato una trasformazione digitale e organizzativa dello stesso che diventa più connesso, orientato al territorio e alla continuità di cura. Durante la crisi pandemica i medici sono stati costretti a utilizzare gli strumenti a loro disposizione per parlare con i propri pazienti (come piattaforme di messaggistica istantanea).

Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano prima dell’emergenza il 56% dei medici di medicina generale e il 46% dei medici specialisti usava WhatsApp per comunicare coi propri pazienti. Dopo la pandemia i numeri sono saliti rispettivamente al 69% e al 60%, confermando la propensione da parte del personale sanitario a utilizzare piattaforme digitali per velocizzare e semplificare gli scambi con i pazienti; tuttavia questi sistemi, seppur utili, non sono adeguati a un consulto medico e per la trasmissione di dati sensibili.

A distanza fino a un terzo delle visite

Con la giusta strumentazione si potrebbero svolgere a distanza circa un terzo delle visite, ma per sostenere la diffusione della medicina da remoto e lo sviluppo di queste apparecchiature il sistema sanitario italiano ha bisogno di essere ammodernato. I fondi del PNRR sono una fonte essenziale per la digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale, e già sono state introdotte delle innovazioni come la cartella clinica digitale, ma siamo ancora lontani dall’obiettivo preposto.

Solo una forte cooperazione tra industria sanitaria, il governo, i gruppi accademici e i medici potrà guidare il nostro Paese verso un’evoluzione del settore, che deve obbligatoriamente passare da un processo di apprendimento da parte dei cittadini e dei medici stessi, che sono chiamati a comprendere i vantaggi di questa innovazione.

Il boom dei prossimi cinque anni

Ad oggi sono già disponibili sul mercato apparecchi indossabili per monitorare i propri parametri, così come sono diffusi device più legati al benessere, come smartwatch che indicano il dispendio di calorie e device medicali, i principali alleati del monitoraggio della salute.

Entro i prossimi cinque anni si prospetta un’adozione sempre più diretta da parte dei consumatori/pazienti di questi strumenti. Soprattutto in relazione a dispositivi per il monitoraggio di malattie croniche, come il diabete, l’ipertensione e malattie cardiovascolari, ma non solo. Si stanno sviluppando strumenti per il controllo dell’obesità, il rilevamento e la correzione della postura e dell’andatura, il rilevamento di malattie in base al respiro, il monitoraggio di malattie infettive, del sonno e il deterioramento della vista.

dispositivi

Dispositivi più maneggevoli e cartelle cliniche digitali

La prima sfida che noi in quanto operatori e fornitori di questi dispositivi siamo chiamati ad affrontare riguarda la progettualità di questi dispostivi, che devono rispondere a diverse esigenze. Per questo motivo abbiamo inizialmente concentrato i nostri sforzi per integrare e migliorare dispositivi già esistenti in modo da espandere la loro versatilità e le loro performance, adattandole alle esigenze dei pazienti. In secondo luogo, lavoriamo per sviluppare nuove soluzioni e dispositivi più piccoli, maneggevoli e pratici che potranno essere collegati alla nostra cartella clinica digitale, in modo da essere visionati in tempo reale dai medici.

L’innovazione si sta ormai spingendo verso soluzioni che prima sembravano futuristiche, come ad esempio microchip sottocutanei, con cui sarà possibile verificare i propri parametri vitali in maniera sempre più precisa. Il nostro dipartimento di Ricerca e Sviluppo sta attualmente sviluppando una tecnologia video per la lettura dei dati, come il battito cardiaco e frequenza respiratoria semplicemente osservando il volto del paziente.

Al lavoro per implementare gli smartwatch

Al contempo il mercato si sta sempre più aprendo a partnership tra le società tecnologiche e il mondo medicale, lavorando per implementare device indossabili già esistenti, come gli smartwatch. Con alcuni partner vogliamo introdurre un’interfaccia digitale, che permetta ai pazienti di contattare il medico immediatamente, in situazioni di necessità, semplicemente premendo un tasto del touch screen. Una soluzione particolarmente utile per i pazienti silver age o particolarmente fragili.

Lo sviluppo di queste apparecchiature ha lo scopo di creare un database personalizzato per ogni paziente, sviluppando, come detto in precedenza un approccio più preventivo e proattivo del nostro sistema sanitario.

Il lavoro sul fronte culturale: italiani restii

Tuttavia, prima che questa evoluzione si compia, occorre lavorare a livello divulgativo, spiegando ai cittadini le opportunità e i vantaggi portati da questi dispositivi, come l’abbattimento delle barriere geografiche e temporali, e allo stesso tempo lavorare sulla formazione dei medici, tematica ancora poco affrontato quando si parla di medicina a distanza. Le statistiche dicono infatti che ad oggi solo l’8% degli italiani abbiano provato soluzioni di medicina digitale, contro l’oltre 40% della popolazione negli USA o in Asia, sintomo di un’arretratezza del nostro mercato, ma allo stesso tempo di grandi potenzialità di crescita.