Gestione ESG del rischio di credito, il ruolo delle banche nella transizione

scritto da il 24 Gennaio 2023

Post di Marco Preti, CEO di CRIBIS, (General Manager di CRIF), società bolognese, che offre servizi per la gestione e recupero crediti in tutto il mondo, informazioni economiche e commerciali, valutazioni e credit scoring – 

Per gli operatori del mondo bancario la nuova frontiera da tenere in grande considerazione attiene alla gestione del rischio di credito e in generale di tutti i processi e attività bancarie in ottica di sostenibilità. Un obiettivo sicuramente non facile, soprattutto a causa delle difficoltà di raccolta delle informazioni necessarie, spesso non immediatamente disponibili, e dell’esigenza di metodologie affidabili per valutare i rischi ESG delle aziende.

Accelerare la transizione ESG del sistema economico e finanziario

Come recentemente emerso durante l’ICCR Meeting – l’incontro organizzato dall’International Committee on Credit Reporting a Washington, presso la World Bank, di cui sono stato relatore – è più che mai vivo il dibattito internazionale su queste tematiche e si conferma fortissimo l’interesse delle istituzioni di tutto il mondo verso la misurazione della sostenibilità.

Dopo la ratifica il 25 settembre 2015 da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU dei 17 Sustainable Development Goals, si sono susseguiti moltissimi interventi a livello europeo nella direzione di accelerare la transizione ESG del sistema economico e finanziario: dal Green Deal del 2019, che ha messo a disposizione importanti risorse, passando per le linee guida dell’EBA, per la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFRD), fino alla EU Taxonomy for Sustainable Activities.

Rischi ESG delle imprese, considerarli anche a medio e lungo termine

È innegabile come questo rapido cambiamento, non solo nel contesto normativo, ma anche in quello economico, sociale e culturale, richieda ai player finanziari una ridefinizione delle modalità di gestione del rischio di credito. Oggi infatti è imprescindibile considerare anche i rischi ESG delle imprese, non solo a breve ma anche a medio e lungo termine.

Inoltre, è ormai acclarato che questi elementi impatteranno in modo determinante anche sulla redditività delle imprese e quindi sulla loro capacità di rimborsare il debito. In Italia, il 60% delle aziende attualmente presenta un’adeguatezza ESG medio-bassa con ampi spazi di investimento in sostenibilità (fonte CRIF-NOMISMA). Nello specifico, la rischiosità creditizia di un’impresa a forte vocazione ESG risulta inferiore del 50% rispetto alla media.

Poter investire in portafogli ESG compliant

Una maggiore attenzione alla sostenibilità offrirebbe ai player finanziari la possibilità di ridurre il rischio e dunque di poter aumentare la leva finanziaria e la redditività del capitale, e di conseguenza di accelerare la possibilità di investire in portafogli ESG compliant, che potrebbero essere legittimamente “premiati” con uno sconto sui requisiti patrimoniali obbligatori e con minori costi di funding a favore della redditività.

Ma come valutare il livello di sostenibilità di un’azienda, quali metriche utilizzare, come raccogliere e verificare le informazioni necessarie? Per farlo bisogna studiare metodologie affidabili, volte alla raccolta, gestione e verifica di dati ESG di alta qualità, al fine di ottenere una fotografia precisa e puntuale di una realtà aziendale.

Gli standard internazionali, i GRI in primo luogo ma non solo, sono sicuramente la base da cui partire. Poi è necessario sapere come accedere alle informazioni, verificare i dati prodotti dall’azienda e trasformarli in una valutazione quantitativa affidabile. L’introduzione dell’obbligo della DNF (Disclosure Not Financial) coinvolgerà a tendere anche le PMI e le micro-imprese, che rappresentano il cuore del tessuto imprenditoriale italiano.

ESG

(THANIT – stock.adobe.com)

Misurare la sostenibilità non è tempo sprecato

Come convincere da ora una piccola azienda che misurare la propria sostenibilità non è tempo sprecato, ma un asset fondamentale? Dalla nostra esperienza maturata con Synesgy – la piattaforma digitale e globale dedicata alla valutazione della sostenibilità ESG delle aziende – abbiamo compreso che il mondo bancario, finanziario e assicurativo sarà chiamato a svolgere un ruolo culturale di “education” per le PMI e micro imprese, che dovranno capire i fattori da considerare per migliorare la propria sostenibilità ed eventualmente riorientare l’attività di business.

Dall’inserimento della valutazione ESG nel credit risk management degli operatori finanziari passa quindi la capacità del sistema bancario di affiancare concretamente le imprese nella sfida di una rapida transizione sostenibile, per cogliere le grandi opportunità che questa rivoluzione offre a tutti gli attori coinvolti.