Trasporto pubblico locale: 6 condizioni per il salto di qualità

scritto da il 13 Febbraio 2023

Post di Carlo Berruti, Direttore Scientifico GPF Inspiring Research – 

Semplicità, sicurezza e affidabilità sono le tre parole chiave che definiscono la missione del Trasporto Pubblico Locale oggi, dopo tre anni caratterizzati da grandi cambiamenti nelle abitudini di mobilità degli italiani. Sono queste le conclusioni a cui è giunta una ricerca condotta da GPF Inspiring Research per il 17° Convegno Nazionale Asstra, “Mobilitevolution – Le imprese di Trasporto Pubblico Locale per il futuro del paese” tenutosi nei giorni scorsi a Roma.

È indubbio che l’impatto della pandemia e il rialzo dei costi energetici abbiano rappresentato per il TPL una duplice e inedita “forza di fuoco” a cui il settore è riuscito a opporre una buona capacità di reazione, offrendo soluzioni smart e innovative, tese a intercettare il diverso approccio e i rinnovati bisogni di mobilità degli utenti, a fronte di mutate abitudini e nuovi stili di vita.

È infatti la stessa domanda di trasporto pubblico a essere profondamente mutata, a causa di fattori organici e attitudinali, tra cui il ridotto pendolarismo e la contrazione di una domanda sistematica di trasporto, accompagnati dalla percezione di una minore “sicurezza da contagio” sui mezzi pubblici rispetto al mezzo privato.

Per i più giovani meno patente, più trasporto pubblico locale

In questo nuovo quadro, emergono segnali importanti e incoraggianti. Innanzitutto, i più giovani vedono, in maggior misura rispetto alla media, il mezzo pubblico come più competitivo rispetto a quello privato. Questi rappresentano anche la fascia di popolazione che ha maggiormente incrementato l’utilizzo del TPL (oltre un quarto dei 18-25enni, il 25,5%, dichiara d’aver incrementato l’utilizzo rispetto al periodo pre-pandemico, confrontato con un dato generale del 15,4%) [Fig. 1] dimostrandosi pronta a utilizzarlo in modo consapevole e intelligente, in interconnessione con micromobilità e sharing. I più giovani sono quelli che meglio sfruttano il potenziale intermodale del mezzo pubblico, un dato che acquista ulteriore significato se letto insieme alla progressiva “disaffezione dalla patente” dei neo-maggiorenni, per i quali l’autonomia automobilistica (come status e affermazione della propria indipendenza) non è più prioritaria rispetto a quanto avveniva per le generazioni precedenti.

Trasporto pubblico locale

Figura1.

Il TPL piace agli italiani sensibili alle tematiche ambientali

Altro dato significativo che emerge dalla ricerca è che i segmenti di popolazione più aperti nei confronti del trasporto pubblico sono quelli socioculturamente più avanzati e proiettati verso l’innovazione [Fig. 2]. Si tratta di utenti informati, sensibili alle tematiche ambientali, che scelgono il mezzo pubblico senza sentirsi obbligati a prenderlo.

Figura 2.

Ma il TPL bene di tutti è una percezione ancora minoritaria

Tuttavia, specialmente tra i segmenti più tradizionali della popolazione, il TPL sconta un percepito d’immagine largamente stereotipato: viene visto come un’espressione classica della pubblica amministrazione, un “tipico” servizio pubblico con i suoi pregi e i suoi difetti (dalla maggioranza degli utenti TPL: 53,6%), [Fig. 3]. La percezione del TPL come “bene collettivo primario”, cioè un servizio di cui come cittadini abbiamo tutti diritto e tutti beneficiamo, è ancora minoritaria (accomunando poco più di un terzo degli utenti, 34,3%). Come emerso nel corso del dibattito del Convegno di Asstra, siamo ancora lontani da questo livello di consapevolezza, per cui “i cittadini dovrebbero fare un ‘patto’ con il servizio pubblico, percepirlo come ‘bene di tutti’ e identificarvisi di più”,

Figura 3.

Ecco il trasporto pubblico locale che piace 

Le priorità dichiarate dagli utenti [Figure 4 e 5] vanno comunque nella direzione di un servizio pubblico che deve soddisfare cinque condizioni per fare un salto di qualità: più frequente, efficiente, affidabile, in grado di offrire maggior comfort e minor affollamento: una condizione, questa, che era stata sperimentata paradossalmente durante le fasi più severe della pandemia e che ha creato analoghe attese anche nella fase di ripresa.

Figura 4.

Figura 5.

Le aspettative spingono verso un servizio on demand

Le aspettative degli utenti vanno anche (sesta condizione) nella direzione di una maggior personalizzazione di orari e linee (fino ad auspicare un servizio potenzialmente on demand) e una migliore multimodalità, o interconnessione virtuosa tra i mezzi. Quest’ultimo aspetto è cruciale per l’evoluzione del trasporto pubblico nella direzione del cosiddetto MaaS (un “mantra” tra gli addetti ai lavori, ancora poco conosciuto presso il grande pubblico) che corrisponde a “Mobility as a Service”, una mobilità quale effettivo servizio onnicomprensivo per l’utente finalmente cliente.

Il Trasporto Pubblico Locale verso l’intermobilità

Il Trasporto Pubblico Locale in ottica MaaS pone l’utente al centro, con un “bouquet” di servizi innovativi lungo tre direttrici d’integrazione: quella modale (superando rivalità tra piattaforme, come quella tra “rotaia” e “gomma”), quella informativa (migliorando la comunicazione tra diversi operatori, tramite app e piattaforme in ottica di sistema aperto) e quella tariffaria e dei pagamenti. Il MaaS consiste quindi in un servizio interconnesso, verso una effettiva “intermobilità”, mobilità che fruisce di diversi mezzi (pubblici, privati, in sharing) idealmente senza soluzione di continuità.

Colmare il divario tra i servizi disponibili nei grandi centri e in quelli medio-piccoli

Le strategie per raggiungere questi obiettivi (e rendere appealing il servizio presso i consumatori) dovranno essere all’insegna della semplicità d’uso: il cliente del trasporto pubblico deve poter sperimentare un’esperienza lineare, facile da fruire, “senza doversi chiedere quale tariffa scegliere o come districarsi tra i pulsanti di una bigliettatrice”, secondo quanto emerso al Convegno Asstra. Una sfida importante, questa, per un trasporto pubblico che si pone al servizio dei cittadini, mirando a colmare il divario tra i servizi disponibili nei grandi centri e in quelli medio-piccoli (il cosiddetto “mobility divide”), nel rispetto dei fondamentali obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale.