AI generativa: è la prossima rivoluzione o solo hype finanziario?

scritto da il 01 Marzo 2023

Post di Agnese Vellar, Head of Innovation di Press Play, agenzia di comunicazione, pubbliche relazioni e ufficio stampa specializzata in innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e lifestyle –

L’AI generativa è una delle innovazioni tecnologiche che segnerà profondamente i prossimi anni; vedremo il suo impatto tanto a livello economico-finanziario quanto a livello sociale e ci sono tutti i presupposti perché diventi la prossima rivoluzione nel campo della comunicazione digitale e della creatività. In seguito alla rivoluzione dei social media e del mobile, non abbiamo più assistito ad un’innovazione sufficientemente potente da cambiare consistentemente la quotidianità di gran parte dei cittadini del mondo digitalizzato.

L’AI generativa ha invece le caratteristiche per dare vita alla prossima rivoluzione della comunicazione perché è il culmine di un percorso di lungo periodo di evoluzione dell’Intelligenza Artificiale e, in particolare, delle tecniche di apprendimento automatico (o machine learning) a supporto di produttività, creatività e informazione. Un culmine che ha preso la forma di un picco di interesse, anche mediatico, a fine 2022 quando ha raggiunto il pubblico di massa con la diffusione virale di tool come Lensa AI e ChatGPT.

Le somiglianze con il metaverso

ll trend dell’AI generativa esploso nel 2023 ha alcuni aspetti in comune all’hype del metaverso dell’anno precedente, dal punto di vista della diffusione del fenomeno. A fine ottobre 2021, Facebook ha cambiato nome in Meta nel tentativo di anticipare la crisi dei social network che sembra vicina, cavalcare il trend del metaverso presentandosi ambiziosamente come “IL” player di riferimento, e, al contempo, portare l’attenzione sul rebranding e fare passare sotto traccia le accuse in corso relative a violazione della privacy e fake news. Con il rebranding nel segno del Meta(verso) il giardino recintato di Zuckerberg è stato posizionato come l’ambiente lavorativo e ludico del futuro, uno spazio in 3D accessibile attraverso i visori proprietari e associato al concetto di web3, anche se con l’infrastruttura decentralizzata che dovrebbe caratterizzare la nuova era del web ha poco a che fare.

Da ChatGPT a LensaAI

L’hype finanziario attorno all’AI generativa ha un incipit simile. A fine 2022 due prodotti hanno catturato l’attenzione degli utenti della rete: uno è LensaAI, app per generare immagini artificiali a partire da selfie, l’altro è ChatGPT, chatbot che dà l’impressione di scrivere come un essere umano. Entrambi questi tool si sono diffusi grazie a strategie di marketing virale: lo stupore derivato dal vedere una macchina produrre in autonomia contenuti stimola la condivisione e il dibattito, anche con declinazioni apocalittiche sui suoi rischi e limiti.

generativa

Cosa differenzia metaverso e AI generativa

Il trend mediatico del metaverso nel 2022 e quello dell’AI generativa nel 2023 hanno quindi alcuni aspetti in comune, ma, secondo gli analisti, una differenza di fondo: se l’hype attorno al metaverso sembra inconsistente a causa della difficoltà ad identificarlo con una specifica tecnologia o chiara modalità di comunicazione, l’entusiasmo finanziario e mediatico attorno all’AI generativa si fonda su una tecnologia di base molto chiara, l’intelligenza artificiale e il machine learning, che è già profondamente integrata nei processi di automatizzazione delle piattaforme digitali che utilizziamo quotidianamente [1].

Secondo Sequoia Capital, l’AI generativa ha il potenziale di generare trilioni di dollari di valore economico grazie ad una nuova modalità di lavoro che rende più efficienti e creativi i miliardi di lavoratori della conoscenza in tutto il mondo [2]. Questo nuovo processo creativo, che si potrebbe definire “human-computer co-creation” o co-creazione supportata dall’AI, prevede non una sostituzione dell’uomo con la macchina ma un’evoluzione del processo creativo: la creazione è ora basata su cicli iterativi tra uomo e intelligenza artificiale che portano ad abbattere il costo marginale del lavoro con un impatto positivo sulla produttività e quindi un alto valore economico e potenziale di mercato.

Gli ambiti di applicazione sono molteplici e vanno oltre la creatività in senso stretto: gli strumenti per la generazione di immagini e contenuti 3D potranno essere utilizzati ad esempio a supporto degli studi di architettura nella progettazioni di edifici, mentre i tool di generazione di testo saranno la base di una nuova generazione di motori di ricerca ma anche assistenti nella scrittura di vari tipi di documenti, anche tecnici, come i brevetti [3].

La co-creazione non è una totale novità

La co-creazione supportata dall’AI non è una totale novità per i lavoratori della conoscenza: i tool a supporto della scrittura in lingue straniere sono in uso negli uffici da anni, mentre gli studi di produzione di videogame non possono da tempo fare a meno dell’AI generativa per realizzare i modelli in 3D. La novità a cui stiamo assistendo nel 2023 è però una forte spinta finanziaria che abilita il miglioramento delle tecnologie e l’accelerazione della loro diffusione; ma anche una spinta comunicativa delle big tech, che ha portato ad una maggiore consapevolezza del ruolo, delle opportunità e delle complessità dell’AI generativa.

AI generativa e dibattito sul diritto d’autore

Si è sviluppato infatti anche un dibattito relativo all’impatto dell’AI generativa sulla produzione culturale in relazione al concetto di diritto d’autore. Come tutte le innovazioni tecnologiche a supporto della creatività, a partire dalla stampa a caratteri mobili fino alla fotografia, anche l’AI generativa introduce una nuova concezione di autorialità che necessita quindi un ripensamento delle normative di protezione e valorizzazione della proprietà intellettuale.

Il processo di co-creazione supportato dall’AI implica che il prodotto finale sia il risultato di una collaborazione, potenzialmente una co-autorialità, tra uomo e macchina. Il fatto che le capacità generative della macchina siano a loro volta il risultato di processi di apprendimento automatico basati su immagini di altri autori, crea un ulteriore livello di complessità. Assisteremo quindi ad un’evoluzione culturale a tutto tondo con un impatto anche normativo: se l’apertura tipica del web ha portato allo sviluppo di nuovi modelli di conoscenza aperta – dagli open data ai creative commons – probabilmente nell’era del machine learning si affermerà una nuova concezione di autorialità generativa che renderà necessario lo sviluppo di nuovi metodi di protezione e valorizzazione degli autori.ù

Un nuovo paradigma

La necessità di un ripensamento così radicale dei processi culturali dimostra l’impatto che l’AI generativa ha sulla nostra società e conferma la necessità di pensare alla co-creazione basata su Intelligenza Artificiale come ad un nuovo paradigma, caratterizzato da un ruolo pervasivo del machine learning nei processi di comunicazione, dalla necessità di una nuova consapevolezza delle logiche della cultura algoritmica e generativa e delle potenzialità di impatto anche su altre tendenze in corso, come ad esempio il metaverso. Potrebbero infatti essere addirittura i modelli di generazione automatica a dare nuova linfa e un futuro al web3.

NOTE

[1] CNBC, The ChatGPT AI hype cycle is peaking, but even tech skeptics don’t expect a bust

[2] Sequoia capital, Generative AI: A Creative New World | Sequoia Capital US/Europe

[3] CB Insights, Expanding on Sequoia’s generative AI market map: The 250 companies driving generative AI forward – CB Insights Research