Nuovo Pniec, rinnovabili al 40% ma il ministero ascolti le parti

scritto da il 21 Luglio 2023

Post di Marco Golinelli, Senior Business Development Manager Wartsila Energy

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha inviato in approvazione all’esecutivo von der Leyen una nuova versione del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) contenente le linee strategiche di sviluppo per l’Italia sui temi energia e clima. La direzione seguita è rimasta quella già prevista in termini di decarbonizzazione ai fini del clima, dell’autonomia energetica e dello sviluppo del mondo delle rinnovabili, continuando però a destare molte perplessità. L’obiettivo 2030 delle rinnovabili nei consumi energetici finali è salito al 40%, 10 punti percentuali in più rispetto al Piano approvato nel 2020. Occorre pertanto individuare una via più realistica e fattibile per accelerare la transizione energetica e un valido aiuto arriva dalla cogenerazione.

L’importanza della cogenerazione

All’interno del testo viene più volte citata la cogenerazione e viene dato risalto alla produzione di combustibili rinnovabili. La produzione combinata di elettricità e calore (per usi di processo, riscaldamento e raffreddamento), detta anche cogenerazione, è una soluzione virtuosa in grado di ridurre sia i consumi energetici in fonti primarie, e dunque la dipendenza dall’estero, sia le emissioni di C02. In sostanza lo stesso impianto produce energia elettrica e termica, utilizzata da diverse industrie e per vari edifici ed utenze del terziario. L’Italia è uno dei Paesi leader in Europa per impiego di questa soluzione.

Poiché l’obiettivo del 40%  è il rapporto tra energia prodotta da fonti rinnovabili e consumi totali, potrà essere perseguito anche intervenendo sul denominatore ovvero sia grazie alla cogenerazione e più in generale all’efficienza energetica. Cosi facendo permettiamo al sistema una più facile rincorsa all’obiettivo. È da notare inoltre che il dato del 40% obbligherà il sistema a dotarsi di meccanismi di bilanciamento quali la crescita dello  storage che il mantenimento di un  capacity market adeguato. Ovviamente sarà necessaria una  “coerenza applicativa” degli strumenti messi in campo.  Nel testo viene anche più volte indicato come priorità  il tema della sicurezza energetica ed in questo senso ci aspettiamo che si possa ragionare sull’importazione e sulla produzione di combustibili alternativi. Ci aspettiamo che i principi di  Efficiency first e neutralità tecnologica  trovino coerente applicazione nel nuovo PNIEC.

Pniec

(Proxima Studio – stock.adobe.com)

I punti salienti del nuovo PNIEC

In linea generale nella nuova versione del PNIEC si prevede una forte accelerazione su fonti rinnovabili elettriche, produzione di combustibili rinnovabili (biometano e idrogeno), ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali, diffusione delle auto elettriche e politiche per la riduzione della mobilità privata. Spazio anche a sequestro, trasporto e cattura della C02. La quota di FER nei consumi elettrici è salita al 65% rispetto al 55% iniziale, mentre quella su riscaldamento e raffrescamento al 37% rispetto al 33,9% originario. Citazione, infine, per il 42% di idrogeno da rinnovabili per gli usi industriali.

I problemi legati allo sviluppo normativo della cogenerazione

Il futuro della cogenerazione è incerto per ragioni legate al percorso di decarbonizzazione, alla tassonomia verde UE (Regolamento Delegato 2022/1214) e ad alcuni provvedimenti nazionali. Nel Regolamento citato, infatti, la cogenerazione prevede requisiti più stringenti rispetto alla generazione separata e la tassonomia prevede che i cogeneratori che entreranno in funzione dal 2023 dovranno consumare una quantità crescente di biocombustibili in sostituzione del gas naturale.

Occorre una consultazione approfondita in vista del 2024

La nuova bozza del Piano sarà messa al vaglio della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per poi essere analizzata da Bruxelles ed elaborare eventuali indicazioni da integrare nella versione definitiva da approvare entro giugno 2024. Nella stesura è mancata una consultazione approfondita di tutte le parti in causa. Ci aspettiamo che le industrie e gli operatori vengano consultati affinché i meccanismi di supporto al raggiungimento degli obiettivi siano realizzabili e condivisi. Gli elementi potenzialmente utili al Piano ci sono, ma occorre verificare che siano funzionali. Occorre un ascolto del ministero per avere un Piano più vicino alla realtà e realizzabile. A oggi sospendiamo il giudizio.