Inclusione e stress finanziario: con il fintech si può colmare il gap

scritto da il 27 Luglio 2023

Post di Paolo Petrolini, co-founder e COO di Salarify

Sono 9 milioni le persone che non hanno prenotato una vacanza e che probabilmente non partiranno per mancanza di disponibilità economica (Federturismo). Anche se ci fosse un’offerta last minute da cogliere al volo: magari utilizzando carta di credito tradizionale o i ratei di una revolving. Perché l’accesso a questi strumenti, anche nelle avanzate economie occidentali, non è affatto automatico o associato al conto corrente.

L’ultimo report della Banca Mondiale fa sapere che gli unbanked – ossia persone senza alcun accesso o conto bancario – sono 1,4 miliardi nel mondo con differenze percentuali non significative tra economie avanzate (24%) e in via di sviluppo (29%). Negli USA, il 4,5% della popolazione non è in grado di aprirlo perché non ha abbastanza fondi da depositare o non si può permettere i costi di mantenimento di un conto e lo stesso vale per 3,5% (13 milioni) di persone in Europa secondo la Federal Deposit Insurance Corporation e per il 2,1% della popolazione in Italia (1,4 milioni di persone).

Sempre secondo l’analisi della Banca Mondiale, a questa platea se ne affianca una ancora più ampia: i cosiddetti underbanked. Detentori di conto corrente ma senza accesso al credito di una carta classica né alle rateizzazioni di una carta revolving. Persone che devono quindi ricorrere a finanziamenti personali – bancari e non – per fare fronte a spese inaspettate: con attese medie di 30 giorni per ottenerli e condizioni in continuo peggioramento. Si tratta di 2,8 miliardi di persone nel mondo: 54 milioni in Europa e 18,7 milioni negli USA

Accesso al credito, il ruolo del fintech nell’inclusione finanziaria

Lo stesso report della Banca Mondiale segnala come, dal 2011 al 2021, a livello mondiale, la quota di adulti con un conto corrente sia passata dal 51% al 76%. Nelle economie in via di sviluppo, i possessori di conti sono aumentati del 30%, arrivando al 71% del totale. E il driver di questo boom è stata la digitalizzazione: milioni di persone hanno aperto conti online e hanno iniziato a utilizzarli proprio nel periodo della pandemia per effettuare pagamenti, risparmiare denaro e accendere prestiti e successivamente a investire.

fintech

(Adobestock)

Aumentando, in questo modo, la propria inclusione finanziaria, che ha come vantaggi (secondo quanto afferma la stessa Banca Mondiale) quello di generare maggiori investimenti nelle microimprese, aumentare il controllo sul denaro (soprattutto per le donne: il divario di genere nel possesso di c/c è sceso per la prima volta al 6% dopo aver stazionato nell’ultimo decennio intorno al 9%) e rendere i singoli più resilienti negli shock finanziari, grazie a risparmi e assicurazioni.

Accesso anticipato al salario per gli underbanked

È un passo ancora in avanti, nella direzione dell’inclusione finanziaria per gli underbanked – il fintech lo sta facendo con un nuovo servizio: l’Earned Wage Access, ossia l’accesso al salario già lavorato ma non ancora retribuito, nel corso del mese, in caso di necessità.

Uno strumento già diffuso da una decina d’anni negli USA dove è stato utilizzato circa 56 milioni di volte per un valore complessivo di circa 9,5 miliardi di dollari, secondo una ricerca di Payment Dive.

Stress finanziario? In Italia dimezzati i prestiti a imprese e famiglie

Tema caldo di questi ultimi mesi, a causa di aumentati fattori di rischio, è lo stress finanziario e tocca tutti, a tutte le latitudini. Guardando  al nostro Paese le dinamiche che lo hanno innescato: prezzi che crescono vorticosamente a causa dell’inflazione –  dall’8,2% di aprile e al 6,4% di giugno (Istat) – a fronte di salari che diminuiscono (il salario medio annuo in Italia è diminuito negli ultimi 30 anni del 2,9% vs + 33,7% della Germania e 31,1% della Francia INAPP). Fenomeni che spiegano il rischio di indebitamento o di insolvenza e che, a loro volta motivano, la crescente sfiducia nel futuro e rinuncia alle spese extra: i prestiti a imprese e famiglie sono scesi, nel mese di giugno, dell’1,5% rispetto a un anno prima (crescevano del 3,2% a giugno 2022 (ABI)

Negli USA, secondo Pwc, il 60% dei dipendenti a tempo pieno è stressato per le proprie finanze: un dato che è persino superiore a quello rilevato al culmine della pandemia e che non riguarda solo chi ha gli stipendi più bassi.

Accesso anticipato al salario, il fintech diventa benefit

La soluzione fintech dell’Earned Wage Access prova a risolvere anche questo tipo di tensione permettendo ai lavoratori di accedere alla parte di stipendio già guadagnata, ma non ancora retribuita, prima del giorno di paga. Un servizio che fornisce sostegno finanziario in caso di necessità o opportunità (versare caparra per un viaggio last minute) e promuove una maggiore consapevolezza e disciplina finanziaria.

Nei Paesi in cui lo strumento dell’EWA è già diffuso, come gli USA, è stato rilevato, da uno studio di DailyPay, che questo servizio genera un miglioramento della produttività perché riduce lo stress connesso a problemi finanziari che possono disturbare la concentrazione e causare assenteismo. Sapere di poter accedere al salario nel momento del bisogno per spese impreviste può fare la differenza. Vantaggi per il dipendente si riversano anche sul datore di lavoro: l’EWA può anche essere considerata un benefit di alto valore dai dipendenti, rendendoli più inclini a lavorare per società che offrono questa flessibilità.

La strada per l’inclusione finanziaria totale è ancora lunga ma l’innovazione continua nel settore fintech offre una luce di speranza per un futuro in cui tutti abbiano l’accesso alle opportunità finanziarie.