L’economia circolare farà bene all’ambiente. E al portafoglio

scritto da il 31 Ottobre 2023

Post di Rahul Bhushan, co-founder di Rize ETF e Head of Global Index di ARK Invest Europe –

Il nostro attuale modello economico lineare, caratterizzato da estrazione delle risorse, produzione e smaltimento dei rifiuti, si sta dimostrando insostenibile e dannoso per l’ambiente e la salute umana. Questo processo lineare, conosciuto come modello “Take-Make-Waste”, è altamente insostenibile, in quanto porta all’esaurimento delle risorse naturali e al degrado ambientale. Un approccio migliore è rappresentato dall’economia circolare, che mira a prevenire i rifiuti fin dall’inizio. Passando a un’economia di questo tipo, possiamo affrontare le sfide della scarsità delle risorse, del degrado ambientale e del cambiamento climatico.

Ma cosa significa in pratica? Per farsi un’idea, è utile esaminare i limiti dell’attuale approccio “lineare” e illustrare i diversi modi in cui le aziende possono favorire la circolarità. Vedremo poi perché anche gli investitori non possono più ignorare il cambiamento in atto.

I limiti dell’economia lineare

Dalla Rivoluzione industriale in poi, le economie sviluppate hanno funzionato in modo lineare: le risorse vengono estratte dal suolo e utilizzate per fabbricare prodotti che vengono venduti e utilizzati – spesso non al massimo delle loro potenzialità – e poi buttati via quando non li vogliamo o non ne abbiamo più bisogno.

In questo processo, ovviamente, milioni di persone hanno goduto di un tenore di vita più elevato, di una salute migliore e di un’aspettativa di vita più lunga. Ma con il progredire dei cambiamenti climatici catastrofici e delle minacce alla biodiversità nell’ultimo decennio, è diventato sempre più chiaro che il modello lineare non è sostenibile per il futuro.

Negli ultimi 50 anni, la portata delle sfide ambientali create dall’approccio lineare è aumentata in modo esponenziale. Per esempio, la Banca Mondiale riporta che nel 1965 sono stati generati 635 milioni di tonnellate di rifiuti a livello globale, che oggi sono triplicati fino a quasi due miliardi di tonnellate, a causa dell’aumento dei consumi, dal cibo al fast fashion all’elettronica.

Il trionfo degli sprechi

Nello stesso periodo, anche il consumo globale di energia è salito alle stelle, con un aumento di quasi il 150% dal 1971, secondo l’IEA.

Inoltre, solo negli ultimi sessant’anni il cambiamento di destinazione d’uso dei terreni ha interessato quasi un terzo (32%) dell’area terrestre globale. E un terzo del cibo che produciamo viene sprecato.

Il punto è che l’attuale modello economico è a senso unico. Secondo il Circularity Gap Report prodotto da Circle Economy, un’organizzazione di ricerca olandese, oltre il 90% di ciò che prendiamo dalla terra per soddisfare i nostri desideri e bisogni va sprecato. È una cifra sconcertante, ma riflette il fatto che la maggior parte dei prodotti non è costruita per essere riutilizzata. La Commissione europea ha stimato che oltre l’80% dell’impatto ambientale di un prodotto è determinato all’inizio della sua vita, quando viene progettato.

I modelli di business che consentono un’economia più circolare

Un approccio più circolare, quindi, è strettamente legato alla progettazione del prodotto. Ciò significa pensare fin dall’inizio a questioni come la composizione, la durata e il modo in cui può essere riutilizzato (ad esempio, attraverso un facile smontaggio o la modularità).

circolare

(Adobe Stock)

Ma questo non è l’unico modo in cui le aziende possono svolgere un ruolo attivo nella transizione verso l’economia circolare. Lo strumento Value Hill Business Model, creato da Circle Economy, identifica quattro modelli di business fondamentali:

– Nel modello di design circolare, l’azienda incorpora la circolarità nel cuore della progettazione del prodotto, come detto. Un esempio che ci piace è l’azienda di materiali carbon-negative Origin Materials, che converte biomasse sostenibili (ad esempio rifiuti agricoli o di legno) in prodotti solitamente ottenuti da combustibili fossili.

– Il modello di business dell’uso ottimale si concentra sul miglioramento dell’uso e della durata di vita di prodotti o tecnologie. AutoTrader, che facilita la vendita e l’acquisto di auto usate, ne è un buon esempio.

– Le aziende basate sul modello di recupero del valore, recuperano appunto il valore e lo reinseriscono nel sistema; un esempio nel nostro portafoglio è Steel Dynamics, che tratta rottami metallici per produrre nuovi prodotti in acciaio.

– Infine, le aziende di supporto circolare si concentrano su attività che supportano gli altri tre modelli. L’azienda statunitense Badger Meter, ad esempio, produce strumenti di misurazione e controllo del flusso per aiutare i clienti a monitorare e ottimizzare l’uso dell’acqua e di altre risorse.

Nuove opportunità di innovazione, crescita e sostenibilità

Questo strumento di classificazione è davvero prezioso perché, come investitori, ci permette di individuare i “facilitatori” che stanno attivamente realizzando la transizione. Inoltre, ci aiuta a distinguere queste aziende dai “praticanti”, ovvero coloro che si limitano a integrare elementi di circolarità nei loro modelli di business fondamentalmente lineari.

La spinta verso un’economia più circolare sta diventando sempre più urgente. Fortunatamente, questo cambiamento comporta anche nuove opportunità di innovazione, crescita e sostenibilità. A nostro parere, negli anni a venire le aziende che realmente facilitano la transizione – come quelle che abbiamo indicato – saranno in una posizione privilegiata per raccogliere i benefici della circolarità, e dunque meritano di essere monitorate con attenzione anche come opportunità di investimento.