Tutte le aziende possono essere attiviste per il clima: ecco come

scritto da il 29 Novembre 2023

Post di Peter Herweck, CEO, Schneider Electric – 

Nel lontano 1982 ho cominciato a lavorare come apprendista elettricista, a 16 anni di età. A quei tempi, si parlava di piogge acide e di strato di ozono:  termini come “riscaldamento globale” e “cambiamento climatico” stavano iniziando appena ad apparire. La prima COP sul cambiamento climatico sarebbe arrivata diversi anni dopo, tenendosi a Berlino nel 1995.

Torniamo ora al 2023. Nel tempo che ho impiegato per passare da apprendista elettricista ad amministratore delegato di un’azienda leader a livello globale nella gestione dell’energia e dell’automazione, quei primissimi accenni al riscaldamento globale sono diventati una crisi climatica in atto.  Le successive conferenze sul clima, che sono arrivate alla ventottesima edizione, hanno portato a fissare ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione e ad attivare iniziative e policy in tutto il mondo.

I governi, però, non possono farcela da soli. Le aziende devono partecipare all’azione per il clima e ci sono molte cose che esse possono fare per accelerare verso gli obiettivi net-zero.

Aziende e clima, perché lo stallo

La buona notizia è che nonostante – o forse proprio grazie alla – crisi geopolitca, economica e del mercato energetico degli ultimi anni, il mondo aziendale sta aumentando i suoi impegni per la sostenibilità e la decarbonizzazione.

Ad oggi, circa 3.900 aziende nel mondo hanno fissato obiettivi di riduzione delle loro emissioni validati dall’iniziativa Science Based Target (SBTi). Secondo il Net Zero Tracker, a metà di quest’anno 929 delle 2.000 più grandi aziende a livello globale quotate in borsa avevano in essere impegni net-zero: oltre il doppio rispetto a quante ne avevano due anni fa.

clima

(Epa)

Resta il fatto che molte imprese devono ancora fissarsi obiettivi di decarbonizzazione e attivarsi quanto potrebbero.  Perché questo avviene? Io credo che lo stallo sia in parte dovuto al fatto che c’è ancora insufficiente consapevolezza rispetto alle soluzioni che abbiamo collettivamente già a disposizione, e rispetto ai vantaggi che agire può produrre.

Decarbonizzazione e importanza dell’efficienza energetica

La prima falsa credenza è che la decarbonizzazione riguardi soltanto l’aumentare l’uso di energia solare, eolica o delle onde del mare. Produrre energia più pulita e rinnovabili è importante, ma lo è altrettanto dedicarsi alla domanda di energia e ottimizzare il modo in cui la consumiamo. L’efficienza energetica sta iniziando ad attirare maggiormente l’attenzione, ma il ruolo che essa gioca nel percorso verso il net-zero è spesso trascurato e sottovalutato.

Questo succede nonostante esistano già molte, potenti soluzioni per l’efficienza energetica. Software di automazione che ottimizzano I processi e l’uso dell’energia nei siti industriali e nelle catene del valore, ad esempio. Oppure sistemi di riscaldamento e raffreddamento digitalizzati, che identificano e riducono gli sprechi di energia in edifici residenziali e commerciali. Pompe di calore elettriche e veicoli elettrici, che sono soluzioni più pulite e molto più efficienti delle analoghe tecnologie alimentate con combustibili fossili.

Basso ritorno sull’investimento? Ecco perché non è così

La seconda falsa credenza è che tali tecnologie non siano particolarmente efficaci e che abbiamo un basso ritorno sull’investimento. In realtà, la buona notizia è che sia l’efficacia sia il ROI sono spesso più elevati di quanto molti pensano.

Prendiamo i risultati della ricerca che abbiamo condotto con l’azienda di progettazione globale WSP. Lo studio ha evidenziato che installare soluzioni per la gestione digitale dell’edificio e dell’energia in palazzi per uffici già esistenti potrebbe ridurre le emissioni di anidride carbonica operative fino al 42%, ripagando l’investimento in meno di tre anni. Inoltre, sostituire tecnologie di riscaldamento alimentate da fonti fossili con alternative elettriche, e installare una microgrid che permetta di sfruttare fonti di energia rinnovabile in locale, può aggiungere un altro 28% alla riduzione delle emissioni operative.

La crisi del clima non può aspettare che le policy migliorino

Certo, l’azione politica è fondamentale per stabilire dei quadri di riferimento e incentivare l’azione. La Alliance of CEO Climate Leaders ha recentemente chiesto di fare di più per semplificare i processi di rilascio dei permessi, armonizzare gli standard di comunicazione del dati climatici e abbandonare gli incentivi rivolti alle fonti fossili, tra le altre cose.  Ma invece di aspettare che le policy migliorino nel tempo, il mondo aziendale può e deve fare di più, più rapidamente e subito.

Tutte le aziende possono contribuire: ecco come

Anche le aziende che non sono direttamente coinvolte nella creazione e vendita di soluzioni per la decarbonizzazione e il clima possono ridurre le emissioni e l’utilizzo di materie prime, sia nella loro operatività, sia nella loro catena di fornitura e distribuzione.  Possono contribuire al dibattito pubblico condividendo ricerche e competenze. Possono sopportare le comunità locali con programmi di corporate citizenship o attività di formazione che puntino a chiudere il gap di competenze nei settori del digitale, dell’elettrificazione e dell’energia pulita – specialmente in aree sottosviluppate o remote del mondo, per assicurare che la transizione energetica sia giusta e inclusiva. E possono offrire la competenza commerciale e di marketing (e qualche volta magari anche del capitale iniziale o supporto finanziario) necessarie per fare sì che le innovazioni diventino soluzioni fruibili e possano arrivare al mercato.

La sostenibilità è anche un’opportunità per fare business

Tutto ciò richiede sforzi e impegno finanziario. Ma è il momento di riconoscere che un’azione per la sostenibilità olistica, cooperativa e sfaccettata da parte delle aziende non è semplicemente qualcosa da fare perché imposto dalle normative – è un’opportunità per fare business e creare lavoro che può ridurre le emissioni e i costi più velocemente di quanto tanti credano.

Accettate questo suggerimento da un apprendista elettricista che è poi diventato un ingegnere software e poi CEO di un’azienda: c’è un’ampia scelta di tecnologie per l’elettrificazione, il digitale, l’automazione e altro ancora, già a nostra disposizione oggi. C’è un motivo sia morale sia di business per implementarle su scala molto più ampia e più rapidamente. Il costo dell’inazione sarebbe alla fine molto più alto del costo necessario per agire.