Mercati, cala l’interesse degli italiani verso gli investimenti

scritto da il 08 Dicembre 2023

Post di Lukas Enzersdorfer-Konrad, vice CEO e COO di Bitpanda

Quello dell’educazione finanziaria rimane un tema ancora oggi molto scottante. L’alfabetizzazione, per quanto possa sembrare scontato affermarlo, rappresenta la chiave di volta del mondo finanziario, ma la situazione non sembra essere molto rosea in Italia: da ricerche internazionali è emerso come soltanto il 4% degli italiani investano in azioni. E ancora: secondo la fotografia scattata dal Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane nel 2022, l’80% degli italiani che investono i propri soldi ritiene “complessa” la gestione delle finanze personali.

Non serve conoscere tutto nel dettaglio, ma è necessario informarsi per prendere le decisioni più adeguate alle proprie esigenze. Promuovere, anche tra i giovanissimi, l’alfabetizzazione finanziaria affrontando argomenti d’attualità cambierebbe davvero la concezione che le persone hanno degli investimenti, compresi quelli in criptovalute, influenzando positivamente l’adozione delle stesse

Democratizzare le attività di investimento

Democratizzazione è ormai diventata una parola inflazionata, ma il suo significato rimane semplice: rendere accessibile qualcosa che non lo è. Se guardiamo ai recenti sviluppi dei mercati finanziari, si può constatare come le community online abbiano acquisito sempre più influenza sulla volatilità e sulla direzione che possono prendere determinati asset. E le criptovalute sono nate proprio con l’obiettivo di democratizzare la finanza. Un fenomeno che ha ampiamente raggiunto anche il mercato azionario.

investimenti

(Adobe stock)

La possibile introduzione dell’euro digitale è diventato un topic debuttato nel mondo del fintech, e non solo. Si tratta di un’opzione per effettuare pagamenti digitali con una forma affidabile di valuta pubblica, ma attenzione: non si tratta della fine del contante bensì della scelta tra metodi di pagamento digitali e fisici a seconda delle proprie esigenze. L’ultima parola spetterà alla Banca Centrale Europea che dovrà decidere sulla base di quanto proposto dalla Commissione Europea.

Investimenti e criptovalute

Questo nuovo tipo di moneta, accessibile sia online che offline, offrirebbe una maggiore privacy nelle transazioni rispetto ad alcune forme attuali di pagamenti digitali e potrebbe rappresentare un altro passo verso la digitalizzazione dell’economia europea. Queste proposte fanno parte di uno sforzo più ampio della Commissione europea e della Banca centrale europea per promuovere l’evoluzione dell’economia digitale, fornendo una risposta europea all’avanzata delle criptovalute e delle valute digitali emesse da altre banche centrali nel mondo.

Sebbene entrambe siano valute elettroniche, quindi non fisiche, da utilizzare per i pagamenti, le differenze sono molte e sostanziali. Per aprire un portafoglio bitcoin e utilizzarlo non è necessario chiedere il permesso a nessuno: viene creato autonomamente, senza bisogno di una banca e senza dover fornire i propri dati personali. L’euro digitale è controllato dalla Banca Centrale Europea, mentre il bitcoin è decentralizzato, cioè non è gestito da un’unica entità. Il bitcoin può essere utilizzato ovunque nel mondo, mentre l’euro digitale è limitato ai Paesi membri dell’Eurozona.

I possibili vantaggi dell’euro digitale

L’introduzione dell’euro digitale rappresenta tuttavia un’opportunità significativa per modernizzare l’infrastruttura finanziaria europea. Questa nuova forma di moneta non è destinata a sostituire il contante, ma piuttosto a fornire un’alternativa alle attuali soluzioni di pagamento digitale basate su carta. Ciò potrebbe offrire a cittadini e imprese un’opzione di pagamento più versatile e inclusiva.
L’introduzione di un euro digitale, tuttavia, comporta anche delle sfide. È necessario garantire la privacy e la sicurezza dei dati degli utenti, gestire i rischi di sicurezza informatica e assicurare che la transizione all’euro digitale non escluda coloro che sono meno esperti nell’uso della tecnologia. Questi aspetti richiederanno un’attenta considerazione e una regolamentazione adeguata.