categoria: Distruzione creativa
In che modo la tecnologia sta trasformando il concetto di denaro?


Post di Antonio Lanotte, Commercialista e Revisore Contabile Senior, Consulente Fiscale Internazionale, EU Top Experts @EUBOF EC, GBBC Ambassador for Italy –
Un decennio fa, per “denaro” si intendeva probabilmente qualsiasi cosa contenuta nel portafoglio o nel conto bancario. Oggi potrebbe includere anche un token in un portafoglio di criptovalute, un saldo in un’applicazione fintech o una riga di codice in uno smart contract. La definizione di valuta si sta espandendo rapidamente, guidata non dalle banche centrali, ma dalla tecnologia. Questo cambiamento non si limita a passare dal contante al digitale. Sta reimmaginando la fiducia, l’assegnazione del valore e il controllo dei sistemi di scambio. In questo panorama, le valute tradizionali e gli asset digitali decentralizzati coesistono e talvolta si scontrano.
La digitalizzazione della valuta fiat: dove è iniziato il cambiamento
La trasformazione della valuta Fiat non è iniziata con le criptovalute, ma in sordina, quando le banche e i sistemi di pagamento si sono adattati a un mondo connesso. Negli anni Novanta le istituzioni finanziarie hanno digitalizzato le operazioni, sostituendo i libri contabili fisici con database elettronici e rendendo possibile l’online banking di base. All’inizio degli anni 2000, i sistemi di regolamento lordo in tempo reale e i protocolli di trasferimento interbancario hanno consentito una circolazione del denaro più rapida ed efficiente, sempre all’interno dei quadri finanziari tradizionali.
L’ascesa del commercio elettronico ha accelerato questi cambiamenti, spingendo le banche e i fornitori di pagamenti a sviluppare strumenti digitali più semplici da usare. Le normative sull’open banking e le API hanno sbloccato l’accesso alle infrastrutture finanziarie per le terze parti. Non erano solo le banche a controllare il flusso di denaro; le società tecnologiche e le startup fintech potevano inserirsi nel sistema, offrendo portafogli digitali, trasferimenti peer-to-peer e finanza incorporata. Un settore che si muoveva lentamente iniziò a evolversi al ritmo del software.
Criptovalute e Web3: ripensare a ciò che ha valore
Le criptovalute sono emerse in risposta alla crescente sfiducia nei sistemi finanziari tradizionali, soprattutto in seguito alla crisi finanziaria del 2008. Il Bitcoin, la prima criptovaluta, mirava a bypassare le istituzioni centralizzate. Ha introdotto un’idea radicale: il valore viene immagazzinato e trasferito in modo sicuro senza fare affidamento su banche, governi o intermediari. A differenza della valuta fiat, emessa e regolata dalle autorità centrali, le criptovalute sono decentralizzate, gestite su reti blockchain. Nessuna banca centrale stabilisce le politiche, nessun gatekeeper approva le transazioni. Meccanismi di consenso e algoritmi crittografici convalidano i trasferimenti.
Questo cambiamento non è solo tecnico, ma anche filosofico. Mette in discussione le ipotesi di lunga data su chi debba definire, emettere e controllare il denaro. Con l’evoluzione degli ecosistemi blockchain, sono seguiti nuovi asset digitali. Ethereum ha portato la programmabilità al denaro attraverso i cd “smart contracts” (contratti intelligenti), consentendo casi d’uso complessi come la finanza decentralizzata (DeFi), gli asset tokenizzati e gli NFT.
Queste innovazioni hanno ridefinito il valore come qualcosa di funzionale, frazionario e fluido, che va ben oltre le valute tradizionali. Oggi il valore può risiedere in una moneta stabile ancorata al dollaro “stablecoin”, in un token di governance che rappresenta il potere di voto in un protocollo decentralizzato (es. DAO) o in un oggetto da collezione digitale che ha un’utilità in un mondo virtuale (NFT). In questo nuovo contesto, il “denaro” non è più solo un mezzo di scambio, ma un costrutto digitale plasmato da comunità, utilità e codice. Per capire meglio le differenze fondamentali tra fiat e crypto, e la loro possibile convergenza, esplorate questa guida sulle valute fiat e sulle criptovalute (vedi anche Fiat currency vs cryptocurrency: understanding the future of money and Web 2.5).
Denaro programmabile: moneta con logica incorporata
Uno degli sviluppi più trasformativi nell’evoluzione delle valute è l’ascesa del denaro programmabile – asset digitali con logica incorporata. Grazie ai “smart contracts” basati sulla blockchain, il denaro può ora muoversi in modo condizionato, automatico e senza intermediari. Non è più solo un deposito di valore passivo, ma diventa attivo e reattivo. Uno smart contract può rilasciare fondi quando vengono soddisfatte condizioni predefinite, senza alcun intervento umano.
Questo ha profonde implicazioni per i pagamenti assicurativi, le distribuzioni di royalties, le buste paga automatizzate e i servizi di deposito a garanzia, consentendo accordi auto-esecutivi che riducono i costi, i ritardi e il rischio basato sulla fiducia (approfondisci in “La Blockchain al centro della prossima rivoluzione fiscale” inserito all’interno del Quaderno, edito La Tribuna, “La digitalizzazione tributaria: evoluzione e fattori di rischio”).
Questa funzionalità è fondamentale per la finanza decentralizzata (DeFi), dove i prestiti, le operazioni di compravendita e il risparmio si avvalgono di algoritmi e non di istituzioni. È sempre più importante anche per gli attori tradizionali, che vedono un potenziale nella combinazione di automazione e controllo normativo. Qui emergono modelli ibridi. Invece di uno scenario “o l’uno o l’altro” tra fiat e crypto, assistiamo a una convergenza: entità finanziarie regolamentate che esplorano soluzioni blockchain e innovatori Web3 che integrano le rampe di ingresso e uscita della valuta fiat.
Questo punto d’incontro è ciò che molti definiscono Web 2.5, una fase di transizione in cui i sistemi finanziari tradizionali e le tecnologie decentralizzate iniziano a interoperare. Il denaro programmabile rende possibile tutto ciò, consentendo agli asset di muoversi senza soluzione di continuità tra i sistemi, adattandosi alle esigenze degli utenti: velocità e stabilità del denaro liquido o flessibilità e autonomia delle criptovalute. In questo panorama emergente, il denaro non è solo dati. È logica, governance e connettività in un’unica soluzione.
Il futuro del denaro è in continua evoluzione
La tecnologia non sta sostituendo la moneta, ma ne sta rimodellando il contesto. Nei prossimi anni assisteremo probabilmente a un panorama finanziario in cui dollari, token e smart asset serviranno tutti a scopi specifici, interoperando attraverso livelli programmabili. Mentre ci muoviamo verso un sistema più interconnesso, è chiaro che il denaro non è più fisso. Sta evolvendo in qualcosa di più fluido, dinamico e profondamente integrato nei nostri ambienti digitali. L’unica domanda che rimane è: siamo pronti ad aggiornare la nostra definizione di ciò che è veramente il denaro?