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Riprogettare le supply chain nell’era multipolare: sfide e soluzioni


Post di Marco Felsberger, Senior Advisor, Supply Chain Resilience, Prewave –
Consideriamo i recenti attacchi alle navi portacontainer americane sul Mar Rosso e la conseguente deviazione di rotta di molte compagnie di navigazione, con aumento dei tempi e costi di trasporto. Aggiungiamo le minacce dei dazi da parte di Donald Trump sui prodotti cinesi. Non si tratta di perturbazioni isolate, ma del segnale tangibile di un nuovo ordine mondiale in cui il vecchio modello unipolare, incentrato sull’egemonia statunitense, si sta sgretolando a favore di più poli di potere. Questo passaggio verso un sistema multipolare sta riscrivendo in tempo reale le regole del commercio internazionale.
La frammentazione accelera
La rivalità tra Stati Uniti e Cina ha già disgregato in profondità il settore tecnologico, e ci aspettiamo ulteriori nuovi blocchi economici attorno alle linee di faglia geopolitiche, con Washington che blocca le esportazioni di semiconduttori, mentre Pechino risponde con le proprie restrizioni.
Il ritorno di Trump ha tuttavia portato con sé un cambiamento di portata ancora maggiore: una rinnovata spinta verso l’introduzione di dazi generalizzati sulle importazioni, con misure particolarmente dure che potrebbero essere indirizzate contro la Cina, al fine di ampliare rapidamente il margine d’azione in caso di un’escalation della guerra commerciale.
Queste misure stanno ridefinendo l’intera architettura del commercio globale. Le imprese devono accettare che le loro catene di fornitura seguiranno sempre più le alleanze politiche, e non più solo la logica dei costi.
Il nodo Iran-Israele e le vulnerabilità del sistema
La crisi del Mar Rosso offre uno spaccato concreto di come un conflitto regionale possa sconvolgere i flussi commerciali mondiali. Quando i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno costretto il 70% del traffico del Canale di Suez a circumnavigare l’Africa, hanno mostrato come la rivalità Iran-Israele possa trasformare all’istante la geografia in un’arma economica.
Lo stretto di Hormuz, da cui transita il 20% del petrolio mondiale, incarna perfettamente questa nuova realtà: non è più solo una rotta marittima, ma un punto critico geopolitico in cui l’Iran può esercitare la propria influenza contro gli interessi occidentali.
I dazi di Trump: navigare nell’incertezza
La geopolitica di Trump introduce una variabile imprevedibile che amplifica le tensioni di un mondo multipolare. Oltre alle percentuali dei dazi annunciate, resta l’incertezza sulle modalità: verranno concesse esenzioni in base alle alleanze? I dazi diventeranno strumenti di negoziazione bilaterale?

Combo di una foto di archivio del presidente degli Stati Uniti Donadl Trump e del testo integrale della sua lettera a Ursula von der Leyen in cui si minacciano dazi al 30% all’Unione europea dal primo agosto. ANSA / EPA /SHAWN THEW
Di fronte a queste incognite, molte imprese sviluppano veri e propri “simulatori di dazi doganali” per modellare scenari diversi. Puntando sulla flessibilità, negoziando contratti che consentano di cambiare fornitore rapidamente e progettando catene logistiche capaci di assorbire inversioni di rotta improvvise.
Indo-Pacifico: la nuova scacchiera della competizione strategica
Mentre le tensioni crescono in Medio Oriente, la regione Indo-Pacifico si conferma come il vero campo di confronto tra le grandi potenze. Il primato di Taiwan nei semiconduttori avanzati – con il 90% della produzione mondiale – lo rende un obiettivo strategico di primo piano. Le escalation “sotto soglia” si moltiplicano: esercitazioni navali nello stretto di Taiwan, cyber attacchi contro infrastrutture critiche.
Nel frattempo, Russia e Cina stanno costruendo alternative ai sistemi occidentali. Le aziende devono prepararsi a un mondo in cui coesisteranno due internet, due sistemi di pagamento e due reti logistiche distinte.
Dalla gestione del rischio alla pianificazione di scenari multipli
L’approccio tradizionale alla gestione del rischio, basato su una stabilità di fondo interrotta da eventi eccezionali, appartiene ormai al passato. Le imprese devono adottare una pianificazione in grado di integrare shock multipli e simultanei.
L’esempio della guerra ombra tra Iran e Israele ne è una dimostrazione lampante: gruppi sostenuti dall’Iran attaccano i trasporti marittimi, Israele risponde, i mercati energetici si infiammano e gli industriali europei si trovano a gestire ritardi di approvvigionamento e aumenti vertiginosi dei costi.
Verso una nuova architettura commerciale globale
Questa transizione verso un sistema multipolare genera una forte volatilità, ma offre anche opportunità a chi saprà leggere le nuove regole del gioco. Le organizzazioni che prospereranno saranno quelle capaci di vedere le proprie supply chain non come infrastrutture rigide, ma come reti dinamiche pronte ad adattarsi continuamente ai cambiamenti geopolitici.
In questo contesto, Prewave raccomanda alle aziende di diversificare attivamente la propria rete di fornitori, privilegiando partner situati in aree politicamente più stabili, e di implementare un monitoraggio geopolitico e normativo continuo per anticipare evoluzioni significative.
Diventa inoltre fondamentale mappare l’intera supply chain fino ai subfornitori indiretti (Tier-N) e simulare diversi scenari doganali per adeguare rapidamente contratti e rotte logistiche. Infine, disporre di piani di continuità operativa e di workflow d’azione strutturati consente di reagire in modo efficace agli shock geopolitici e di limitarne l’impatto sulle attività.