Il turismo è andato alla grande, ma pochi possono prendersene il merito

scritto da il 21 Marzo 2016

Pubblichiamo un post di Raffaello Zanini, fondatore del portale Planethotel.net. Laureato in urbanistica, assiste gli investitori del settore turistico alberghiero con studi di fattibilità, consulenza ai progettisti, selezione di opportunità. Ha curato il volume “Hotel design” –

È giustificato l’entusiasmo per i valori pubblicati da Banca d’Italia sul “saldo della bilancia dei pagamenti turistica” del 2015 secondo cui il 2015 si è chiuso con un credito di 35,7 miliardi di euro (+4,5% sul 2014), un debito di 22,7 miliardi di euro (+ 1,5% sul 2014) e con un saldo che è passato da 12,5 a 13,7 miliardi (+10%)? Provando a rispondere a questa domanda, ho riletto con attenzione le tabelle di Bankitalia e ne è uscito un elemento di novità che farà piacere al ministro Franceschini: i valori reali dell’industria turistica 2015 sono nettamente migliori di quanto si sia detto fino ad oggi.

Rispetto al 2014, l’anno scorso si è avuto contemporaneamente un calo dell’1,8% di viaggiatori in arrivo per motivi di lavoro e una crescita veramente forte di viaggiatori stranieri per turismo del + 6,6%, confermando la perdurante crisi dell’economia italiana da una parte e un tendenziale andamento del turismo europeo dall’altra.

bilancia_pagamenti_turistica

Il saldo è migliorato grazie:

– all’aumento delle entrate, che dopo gli anni più difficili (2010-2013) hanno ricominciato a salire;

– e al rallentamento delle uscite, forse frenate dalla crisi, cui si è aggiunto un rinnovato interesse degli italiani per le vacanze in patria, probabilmente perché considerata più sicura rispetto ad altre destinazioni, o per un qualche effetto EXPO.

Attenzione, però: come abbiamo già anticipato in ottobre e in dicembre, i dati positivi non sono ascrivibili a un vero e proprio merito dell’industria turistica italiana; sembrerebbero invece più dovuti al sommarsi di fattori esterni che hanno influenzato tutta l’industria europea. Ne evidenzio quattro:

a) Il calo costante del prezzo del petrolio, che ha abbattuto i costi dei biglietti aerei (con un boom di arrivi negli aeroporti italiani), e che, nonostante questo, ha permesso ottimi risultati di bilancio alle compagnie aeree.

b) Un miglioramento del cambio dollaro/euro, favorendo la spesa degli americani nelle destinazioni europee, tra le quali, come vedremo, la Gran Bretagna.

c) Un crescente timore di attacchi terroristici nelle destinazioni del nord Africa, tra cui Egitto e poi Turchia, che ha spostato assai rapidamente le prenotazioni di fine d’anno verso il Mediterraneo settentrionale.

d) Un clima molto favorevole lungo tutta l’estate e l’autunno inoltrato.

Per il cambio euro/dollaro o sterlina/dollaro dobbiamo ringraziare i banchieri centrali, Draghi soprattutto. Per il calo del petrolio un mercato caratterizzato dal ridursi della domanda soprattutto cinese, cui i paesi produttori hanno risposto con un aumento della produzione e non con un contenimento come avrebbero fatto in tempi passati. In altri termini, il turismo è andato alla grande, ma pochi possono prendersene il merito.

Tra i paesi competitor dell’Italia, anche la Spagna nel 2015 ha avuto un anno record, testimoniato dal fatto che circa un quinto di tutte le notti trascorse in Europa da turisti “non domestici” sono state spese in Spagna, per la quale si stimano 268 milioni di notti, l’Italia seconda con 191 milioni di notti, e la Francia terza con 134 milioni di notti.

In Francia ancor più dell’Italia, si conferma stabile e determinante la buona capacità ci trattenere il turismo domestico.

Per altre destinazioni europee invece il turismo straniero è fondamentale, anche ai fini della bilancia dei pagamenti turistici (tra parentesi la percentuale di turismo straniero sul totale): ovviamente le isole come Malta (96%) e Cipro (94%) hanno il massimo di turisti stranieri, sul totale, ma nel 2015 hanno fatto molto bene anche la Croazia (92%), la Grecia (79%), che dopo la crisi di maggio giugno ha reagito benissimo attraendo molti stranieri, e l’Austria (71%).

Nella cartina dell’Europa pubblicata qui sotto, tratta da un recente studio Eurostat, in blu scuro si possono vedere i Paesi che hanno registrato oltre il 60% dei turisti provenienti dall’estero. Colpiscono, oltre a Spagna e Grecia, le altre zone del Mediterraneo di cui si è detto. Per inciso, in questo quadro la crisi della Romagna (conseguenza diretta delle sanzioni verso la Russia) è un’eccezione che conferma una regola di successi. Purtroppo è davvero difficile fare la Cassandra in patria: sono anni che spiego in blog e convegni, come l’offerta della nostra costa non sia più adeguata alle esigenze del turista estivo, e come dovrebbe essere ripensata.

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Una vicenda a sé è quella della Gran Bretagna. Dopo aver realizzato un record nel 2014, il 2015 si è chiuso con un ulteriore balzo in avanti. Si tratta del sesto anno consecutivo di crescita. Nel 2015 i viaggiatori nel Regno Unito hanno raggiunto i 35,8 milioni, 6 milioni in più dal 2010.

Rilevante notare come, con meno della metà dei viaggiatori rispetto all’Italia (36 milioni, contro 81 milioni), la Gran Bretagna abbia fatturato 21,8 miliardi di sterline (che tradotti in euro sono 27,7 miliardi, contro i 35,7 italiani). Significa che i sudditi di Elisabetta II sono capaci di far spendere al turista quasi il doppio di quanto spende chi viaggia in Italia.

Il Regno Unito è da sempre una delle destinazioni preferite da viaggiatori canadesi e americani, che nel 2015 hanno assicurato un’ulteriore impennata di visite: +8% rispetto al 2014. Straordinaria, poi, la crescita di turisti provenienti dai Paesi europei in generale e non EU15 in particolare. Da quest’ultimi oltre 4 milioni di viaggiatori, con un aumento stratosferico del +15% sul 2014.

Per tutti questi motivi il pur ottimo risultato del turismo italiano del 2015 va valutato in un quadro di crescita globale del settore.

Tra politici e addetti ai lavori ci si è variamente divisi sulla valutazione del fenomeno EXPO, sul quale possiamo confermare l’opinione già espressa a caldo: come si sa, EXPO ha avuto forti effetti sul turismo di Milano e di parte della Lombardia solamente dopo agosto. Possiamo perciò ribadire che si è trattato di un’occasione sprecata, visto il gran numero di turisti americani ed europei che si sono diretti verso destinazioni italiane ed europee senza visitare EXPO.

L’analisi dei pernottamenti degli stranieri nelle province lombarde conferma quanto sto affermando:

a) In alcune province invece di registrare una crescita si è avuto un calo di pernottamenti (2015 su 2014): le province penalizzate sono state Sondrio, Pavia, Mantova, Lodi, Lecco, Cremona, Brescia.

b) Milano ha avuto (nell’anno) una crescita dei pernottamenti di turisti stranieri dell’11%, Monza solo del 3%, e Como del 7,5%.

c) Due province hanno avuto crescite molto consistenti: Varese (+ 29%) e soprattutto Bergamo (+ 38%).

L’alto numero di pernottamenti nelle due province che ospitano i maggiori aeroporti del nord Italia (Malpensa e Orio al Serio) si deve spiegare con la fortissima crescita che il mezzo aereo ha avuto nel 2015: i passeggeri stranieri arrivati in Italia con l’aereo sono saliti del +9,2%, a 28.253.000.

In Italia nel 2015 sono atterrati oltre 2,4 milioni di passeggeri stranieri in più rispetto al 2014, e questo, almeno in parte, spiega la crescita di pernottamenti a Varese (+541.000) e Bergamo (+839.000), città nelle quali la spesa media giornaliera per viaggiatore straniero è più elevata (181 euro a Bergamo e 227 a Varese), ben più che nella zona dell’ EXPO, per esempio a Milano (127 euro) o Monza (102).

Che EXPO abbia avuto poco appeal tra i turisti, soprattutto quelli ricchi, che viaggiano soli e spendono nei negozi italiani, viene confermato da una ricerca di Global Blue, la società leader nei rimborsi Tax Free, condotta tra gli stranieri che hanno fatto acquisti a Milano nel periodo di EXPO: ben 7 intervistati su 10 (acquirenti del lusso a Milano) non hanno visitato EXPO, mentre si sono recati con grande soddisfazione nei negozi dei brand e del Made in Italy, con un budget medio di oltre 2500 euro per persona (in generale donne – 66% – giovani – 50% – e soprattutto cinesi, 30%).

L’Italia e il Made in Italy, l’accoglienza, la moda, il cibo, l’arte, il design italiani sono in cima ai pensieri dei ricchi di tutto il mondo. Noi dobbiamo predisporre servizi in grado di attrarli a visitare le nostre eccellenze, consumare il nostro cibo e ammirare l’eredità culturale che ci è stata lasciata. Per questo sarebbe necessario spendere in infrastrutture di accoglienza e di servizio, sforzo che i nostri investitori nostrani sembra non vogliano più fare, lasciando spazio a fondi stranieri che stanno acquistando gli hotel e i resort più esclusivi della penisola.

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