Una settimana di Econopoly (quella dell’indietro tutta del Governo)

scritto da il 16 Dicembre 2018

Ormai una sola cosa è certa per quanto riguarda le scelte del Governo: nulla è sicuro. Le ipotesi di modifica, limatura, correzione, aggiustamento in corsa della manovra, e in fin dei conti triplo salto carpiato degli eroi da balcone, non si contano più. La legge di bilancio dovrebbe essere approvata entro l’anno e il Governo è ancora lì a rincorrere i vertici notturni.

Gli altolà di Bruxelles hanno trovato una sponda efficace nei mercati. Più che Moscovici ha potuto lo spread. Lo hanno capito soprattutto gli elettori della Lega. E così mentre Salvini guardava il Milan perdere ad Atene forse rifletteva anche sul fatto che il suo stesso elettorato, il Nord che produce e che è più sensibile alle pressioni della finanza globale, gli chiedeva di rimangiarsi i proclami sulla riforma della Fornero (sul reddito di cittadinanza non è mai stato tanto convinto neppure lui).

Il presidente del Consiglio, Conte, e Matteo Salvini

Il presidente del Consiglio, Conte, e Matteo Salvini

Non resta che attendere. E sperare che un colpo di reni portentoso produca una manovra degna di un grande Paese che ama battere i pugni sul tavolo per poi rimetterli in tasca. Nelle giravolte siamo dei numeri uno, anche se aspettiamo di vedere come finisce la telenovela Brexit per capire se l’Oscar andrà di diritto a Londra o a Roma.

E che gli italiani stiano li con il fiato sospeso per capire che cosa succederà lo testimonia anche il primo posto, tra i più letti della settimana, di uno scritto che analizza il fenomeno populista a partire dal linguaggio dei suoi leader:

Dalla flat tax alle pensioni l’inganno
nasce nel linguaggio e diventa tragedia

“Se per comprensione – scrive l’autore, Francesco Mercadante – s’intende ciò che leggiamo sul Treccani online (“L’atto e la facoltà di comprendere con l’intelletto, di far propria una nozione”), allora, quando i membri del governo parlano, la gente non capisce del tutto il loro linguaggio, anzi, non li capisce affatto. Più che altro, avendoli votati, si sforza parecchio e finge di capirli”.

Al secondo posto troviamo un articolo di Beniamino Piccone sulla polemica scatenata da una recente dichiarazione del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti:

Compiti di scuola per Natale?
Caro ministro, sì grazie

“Cosa insegniamo a nostri ragazzi? Sudore e fatica non sono più valori da trasmettere? Caro ministro Bussetti – scrive Piccone – se la mente non si tiene allenata durante le vacanze, il gap tra i più fortunati e i meno si allarga. A meno di invocare il reddito di cittadinanza per i futuri disoccupati da deficit cognitivo”.

Terza piazza e podio per Gabriele Guzzi, esordiente su Econopoly:

Economia, perché ripensarla
è ormai una necessità politica

“L’urgenza di ripensare l’economia – scrive Guzzi – non è solo una rivendicazione di un sempre più largo gruppo di studenti e ricercatori in giro per il mondo, ma una vera e propria necessità politica, che riguarda tutti noi e determinerà le possibilità stesse della nostra civiltà di superare la crisi sociale, ambientale ed economica che stiamo attraversando”.

Ed ecco gli altri sette post più letti degli ultimi Magnifici Sette giorni di Econopoly:

Un governo dell’ignoranza e della correzione?
Forse ce lo meritiamo
 di Francesco Mercadante

Che cosa abbiamo imparato dal caso Tav
sulle analisi costi-benefici
 di Vitalba Azzollini

Italia incattivita, l’unica soluzione
è imparare dai Tre Porcellini
 di Andrea Arrigo Panato

Tasse sulle imprese, i giochi di prestigio
spacciati per crescita
 di Francesco Bruno

Un mondo migliore è un obiettivo possibile?
Ecco a che punto siamo
 di Andrea Boda

Nuove rotte digitali: il caso Marsiglia
e le opportunità da cogliere in Italia
 di Enrico Verga

Globalizzazione: frutto saporito
o mela avvelenata?
 di Corrado Griffa

Buona lettura e rilettura!

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