Da Savona ministro allo spread, fino al ritorno della schiavitù: un anno di Econopoly

scritto da il 31 Dicembre 2018

La Manovra del Popolo è stata finalmente approvata e i suoi effetti si faranno ovviamente sentire nei prossimi mesi e anni. Non siamo ottimisti sul fatto che possano essere positivi. Ma perlomeno il Governo del Cambiamento potrà essere giudicato su numeri (non “numeretti”, ricordate? “Per noi vengono prima i contenuti dei numeretti, prima viene la riforma delle pensioni, il reddito di cittadinanza, poi si pensa ai numeri”, citando Salvini). Intanto, per dire, mia madre 79enne aveva capito dal tam tam gialloverde che le pensioni sarebbero aumentate. E invece ha scoperto di essere fra i ricchi che si vedranno congelare la rivalutazione degli assegni sopra la cospicua cifra di 1.522 euro. Una mossa che si sarebbe potuta aspettare da un qualsiasi governo Monti, per nominarne uno brutto e cattivo a caso.

E ancora, sempre la mia mamma aveva capito che le tasse sarebbero state abbassate. Flat tax per tutti, avevano proclamato in campagna elettorale. Alla fine non è stato così. Per evitare il commissariamento di Bruxelles, mantenendo (seppure ridimensionate) le promesse su età di pensionamento (con la famosa quota 100) e reddito di cittadinanza, quelli che non badano ai “numeretti” hanno dovuto aumentare, perfino, la pressione fiscale. Lo ha certificato l’Ufficio parlamentare di bilancio.

Potrei andare avanti, potrei polemizzare sulle previsioni sballate di crescita, ma non lo faccio, perché ci sono sedi più appropriate. Si leggano, al proposito, i molti approfondimenti in materia sul Sole 24 Ore: per dire, quello sulle sette flat tax – ehi, ma non dovrebbe essere una sola, per definizione? – che finiranno per picconare l’Irpef, e quindi impoveriranno lo Stato e noi tutti.

Qui ci limiteremo a ricordare che per Econopoly è stato un anno intenso. I lettori lo hanno certificato con la loro attenzione. Guarda caso, ma neppure tanto, il post nettamente più letto (471mila click) lo ha firmato Beniamino Piccone e ha riguardato un ministro di questo Governo e l’opportunità o meno che occupasse la poltrona dell’Economia. Il post è stato scritto mentre era in corso la formazione dell’Esecutivo.

Perché il professor Paolo Savona è inadatto a fare il ministro

“Nella vita – ha scritto Piccone – per incarichi ministeriali non conta solo la competenza, deve pesare anche il carattere e l’atteggiamento verso gli altri. Chi si sente Dio in terra e cerca la fedeltà negli allievi e non la competenza, non merita di ricoprire la carica di ministro”.

Al posto di Savona al MEF è poi andato il professor Tria, uomo stimato da Savona. Vedremo nelle prossime settimane (e mesi, se non saranno confermate le indiscrezioni di stampa su possibili dimissioni) quanto la scelta sia stata azzeccata.

Ma procediamo. In seconda posizione, fra i primi dieci post più letti, uno scritto di Francesco Mercadante, contributor di Econopoly che non molti giorni fa è stato oggetto di un feroce attacco (sui social network) volto a screditarlo agli occhi dei lettori. Un attacco personale invece che una confutazione nel merito delle tesi esposte. Ne è stato protagonista il presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi. E con lui molti dei suoi follower su Twitter. Non vogliamo dare benzina ulteriore alla polemica. Basti aggiungere che suscitare l’ira di una parte interessata, spesso, nel giornalismo e in generale nella pubblicistica è prova di avere svolto con scrupolo il proprio lavoro. Ma ecco il post secondo classificato:

Spread, chi lo manovra? Facciamo un po’ di chiarezza

Terza piazza per un post del think tank di giovani economisti e professionisti Tortuga. Anche in questo caso un profilo personale, utile a fare capire a chi è stato affidato, nella compagine di Governo, l’onere di amministrare la scuola.

Scuola, ecco cosa vuol dire la nomina di Marco Bussetti al MIUR

Avevano ragione, i ragazzi di Tortuga, visto che nella Manovra, come testimoniato anche da questo nostro post, sono andati in scena tagli di una certa entità. A riprova del fatto che “la scuola è (davvero, ndr) uno dei grandi assenti nel rivoluzionario piano giallo-verde”.

Ed ecco gli altri sette post più letti dell’anno su Econopoly:

I 9 mesi che aspettano l’Italia: tappe e scenari della crisi possibile di Alessandro Magnoli Bocchi

Ronaldo alla Juventus è un’operazione che sta in piedi? Facciamo due conti di Leonardo Dorini

Il messaggio di Marchionne: studiare e osare quello che per altri non è possibile di Corrado Griffa

Sei un proprietario immobiliare? Benvenuto tra i nuovi poveri di Andrea Guarise

Reintrodurre la schiavitù è o no un’opzione per la società moderna? di Enrico Verga

I capi servono ancora. Ma devono liberarsi dai loro demoni di Luca Foresti

Reddito di cittadinanza, smettiamola di giocare di Francesco Bruno

Buona lettura e rilettura con Econopoly. E soprattutto, Buon 2019!

Twitter @albe_