Minibot come cartolarizzazioni? Spieghiamo perché non è vero

scritto da il 11 Giugno 2019
L’autore di questo post è Massimo Famularo, investment manager esperto in crediti in sofferenza (Npl) –

Con un salto logico, degno dell’azzeccagarbugli di manzoniana memoria, il parlamentare leghista Borghi ha sostenuto che i minibot non costituiscono debito aggiuntivo, ma di fatto realizzano una cartolarizzazione del debito esistente. Si tratta di una difesa in extremis a fronte del commento del presidente della BCE, Mario Draghi, che ha dichiarato pubblicamente come l’iniziativa proposta dalla lega possa costituire o, una moneta alternativa, nel qual caso sarebbe illegale, o debito aggiuntivo, nel qual caso sarebbe inutile.

Vediamo brevemente perché l’affermazione di Borghi non è corretta.

Una cartolarizzazione è una operazione di finanza strutturata, nella quale un soggetto titolare di crediti trasferisce questi ultimi ad una società, detta Special Purpose Vehicle, ottenendo in cambio liquidità. La società che acquista i crediti ed è stata creata e gestita appositamente per questo scopo, si finanzia emettendo delle obbligazioni dette note, che possono avere profili di rischio/rendimento differenziate.

La cartolarizzazione ha tipicamente lo scopo di ottenere liquidità, a fronte della dismissione di asset illiquidi e presenta dei costi, costituiti dal rendimento dei titoli richiesto dai soggetti che li sottoscrivono e dal compenso degli altri soggetti coinvolti.

Questi ultimi posso includere uno o più Arranger, che disegnano la struttura e si occupano di collocare i titoli; un Master Servicer, che cura la costituzione della società veicolo e ne gestisce gli aspetti contabili e regolamentari; uno i più Special Servicer, che curano la gestione degli incassi (eventualmente anche del recupero se i crediti non sono performing) per conto del veicolo; una o più Agenzie di Rating, qualora i sottoscrittori necessitino di un giudizio indipendente sul merito di credito, prima di sottoscrivere le note; e, infine, altri Advisor, eventualmente necessari per tematiche specifiche, quali ad esempio la contrattualistica o la valutazione indipendente delle garanzie.

Cosa c’entra tutto questo con i minibot? Assolutamente nulla, perché:

1-Il soggetto che promuove questo tipo di operazioni è il creditore o un consulente o intemediario finanziario che lo assiste, mentre nel caso dei minibot lo stato è debitore;

2-I minibot non avrebbero un rendimento, mentre le note di cartolarizzazione ne hanno sempre uno;

3-Come si può facilmente intuire dal numero di soggetti menzionati prima, le cartolarizzazioni sono operazioni complesse che hanno costi elevati e per questo per i fornitori della PA che hanno bisogno di liquidità risulta più conveniente ricorrere ad uno sconto commerciale presso intermediari finanziari autorizzati.

Per concludere, la parola cartolarizzazione è una versione moderna del latinorum, che confondeva Renzo nei Promessi Sposi, e nulla ha a che vedere con i minibot.

Questi ultimi, per espressa ammissione del suo ideatore, nascono come stratagemma per aggirare il divieto di creazione di moneta da parte dei governi, puntando ad ottenere l’espulsione dell’Italia dall’euro a causa dell’infrazione di questo divieto. In una versione meno catastrofica, qualora si riuscisse ad ottenere una tolleranza per questa misura straordinaria, si concretizzerebbe una politica monetaria espansiva che tuttavia risulterebbe ugualmente inefficace e dannosa per via dello sconto richiesto ai fornitori per far circolare questi titoli, della loro evidente ridotta liquidità, per non menzionare il pessimo segnale offerto ai mercati finanziari.

Ultimo punto che merita attenzione riguarda l’incremento del debito, negato dai sostenitori della proposta e, invece, connaturato con le regole di contabilità pubblica. I debiti commerciali della PA non vengono conteggiati nell’aggregato debito pubblico, (come spiegato tra gli altri da Gianluca Codagnone in questo video), perché potenzialmente compensabili con altri crediti che lo stato vanta. Nel momento in cui si decide di pagare i debiti commerciali con titoli di nuova emissione, questi ultimi andranno conteggiati necessariamente nell’aggregato debito pubblico.

Per inciso, aumentare il debito pubblico di un importo pari ai debiti commerciali della PA, non avrebbe effetti drammatici poiché queste esposizioni sono già note agli operatori finanziari, il punto importante a questo proposito è che non serve reinventare la ruota con i minibot, perché sarebbe preferibile emettere nuovi titoli di debito a breve (BOT senza il mini) per non avere effetti distorsivi dovuti alla necessità di sconto legate alla scarsa liquidità dei nuovi titoli.

Twitter @MassimoFamularo

Link di riferimento: