Con una innovazione smart anche il real estate può ripartire

scritto da il 18 Settembre 2019

L’autore del post è Gianni Savio, fondatore e ceo global di Planet SmartCity

Automobili, telefoni, personal computer: quando oggi decidiamo di acquistare uno di questi prodotti le nostre attese sulle innovazioni rispetto ai modelli che già possediamo sono molto elevate. Lo dimostra la comunicazione: nelle auto, per dire, l’enfasi sulle innovazioni tecnologiche prevale sulle caratteristiche tradizionali. Le grandi imprese lo sanno bene e creano prodotti sempre più performanti che stimolano la domanda.

Non accade lo stesso quando dobbiamo acquistare un immobile: la domanda d’innovazione è quasi inesistente e l’offerta si adegua. Eppure, per dimensioni e caratteristiche, il settore immobiliare dovrebbe essere il primo a cavalcare l’evoluzione tecnologica. Nel solo residenziale, il giro d’affari annuo supera nel mondo i 3.500 miliardi di dollari con più di 23 milioni di nuove unità abitative costruite, il doppio dell’industria automobilistica. In Italia, secondo i dati Bankitalia, tra investimenti in costruzione e spesa per affitti e servizi d’intermediazione, l’immobiliare rappresenta circa un quinto del PIL e in attività immobiliari è investito circa il 60% del patrimonio complessivo delle famiglie. Un terzo degli impieghi bancari totali è rappresentato dai prestiti alle famiglie per mutui immobiliari e finanziamenti alle imprese del real estate.

L’innovazione tecnologica nell’offerta potrebbe peraltro favorire il superamento della crisi degli ultimi anni: solo tra il 2009 e il 2011 circa 7.500 imprese immobiliari hanno avviato procedure fallimentari (23% del totale dei fallimenti in Italia).

L’industria immobiliare è oggi potenzialmente in grado di offrire prodotti innovativi capaci di generare attese analoghe a quelle che accompagnano il lancio di smartphone e veicoli elettrici? La risposta è sì. Le imprese che lavorano sulla ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative da adottare nell’immobiliare sono in crescita. Le soluzioni, comunemente etichettate sotto la voce smart city, sono già disponibili per migliorare la qualità di quartieri, condomini e abitazioni. Se gli operatori del settore le adottassero, l’offerta potrebbe essere rivoluzionata e tradursi in smart district, smart building, smart home.

È un’occasione straordinaria: per la domanda (compratori e affittuari) e per l’offerta (le imprese). I grandi gruppi globali lo hanno capito e sono scesi in campo: Amazon e Ikea, per esempio, stanno entrando nel mercato del real estate proponendo prototipi di case intelligenti.

Le soluzioni per rendere smart l’offerta sono numerose e di varia natura: wi-fi free, ricariche per auto elettriche, contatori intelligenti, smart lighting, telecamere a riconoscimento facciale, smart locks, sensori, elettrodomestici intelligenti, assistenti vocali, banda ultra-larga e, più in generale, soluzioni IoT (l’Internet degli oggetti connessi). Il Competence Center costituito a Torino da Planet Smart City ne ha identificate oltre duecento e le sta integrando in progetti di costruzione ex novo e/o di progetti di manutenzione, in Italia e all’estero.

Naturalmente nessuna di queste soluzioni è, da sola, in grado di migliorare la vita di tutti i giorni: è necessario integrarle in un sistema di servizi, ciò che implica la necessità di modificare radicalmente il modo di progettare e costruire.

Gli operatori immobiliari hanno quindi bisogno di essere orientati nella scelta delle soluzioni e dei modi per renderle di facile l’utilizzo ai loro clienti (per esempio, attraverso piattaforme digitali e app).

L’esito di quest’evoluzione non è solo un miglioramento della qualità della vita e della sostenibilità ambientale (generata da diminuzione di consumi e costi di gestione), ma anche un beneficio per chi deve vendere e/o gestire le abitazioni (detentori di patrimoni immobiliari, a cominciare dai fondi, imprese costruttrici). Le innovazioni, anche le più ambiziose, si possono ripagare con la rivalutazione degli immobili e/o con un incremento della loro capacità di attrazione, esigenza oggi fortemente sentita considerando la quantità elevata d’immobili sul mercato. L’innovazione tecnologica può, insomma, essere una tappa importante nel percorso che il settore immobiliare dovrà compiere per uscire dal periodo difficile nel quale è entrato qualche anno fa. È una grande sfida, ma anche una grande opportunità.