E se l’Italia uscisse meglio e prima degli altri dalla crisi perfetta?

scritto da il 19 Marzo 2020

Sono un millennial nato all’inizio degli anni Ottanta. La mia prima crisi finanziaria è stata quella del 2008, la Grande Crisi Finanziaria. Ero appena entrato in una banca d’investimento londinese, quando il settore finanziario fece un tonfo. Ero giovane, alle prime armi, ma vissi in prima persona quello che porta una crisi. Molti persero il lavoro, la liquidità nel sistema si esaurì e le borse caddero in picchiata. Banche storiche come Lehman Brothers scomparvero e altre furono assorbite dopo essere diventate insolventi. Il risparmiatore comune, vide il valore dei propri asset dimezzarsi in poche settimane. Fu una delle crisi più spaventose della storia, anche perché nell’occhio del ciclone c’era il sistema finanziario che fu poi salvato dalla Federal Reserve.

Il settore finanziario è un settore tanto odiato quanto importante. Perché il credito, la liquidità del sistema parte da lì. Se il sistema finanziario chiude le porte, poi si prosciuga il credito, e senza credito non vi può essere economia. Durante quella crisi, aziende come la General Electric, che ai tempi era una delle aziende più importanti americane, ebbe problemi di “roll over” (alla scadenza dei prestiti non poteva rifinanziare). In quello scenario, se aziende come GE avevano problemi di liquidità potete immaginare cosa avrebbe sofferto il resto del sistema.

Dopo il 2008, mi sono appassionato di crisi finanziarie, e con il tempo ho studiato le crisi dei passati decenni. Il libro “Debt Cycles” di Ray Dalio è un must per chi vuole saperne di più.

Il motivo, che porta a galla i brutti ricordi del 2008, è perché tra quello che ho vissuto e studiato, nulla mi poteva preparare a quello che sta succedendo sui mercati in queste ultime settimane. Quello che stiamo vivendo, sarà ricordato e studiato negli anni a venire. È un evento tanto straordinario quanto spaventoso. Le cose si muovono così velocemente che qualsiasi cosa scriverò in questo articolo sarà probabilmente datato quando lo leggerete.

Ho passato parte della mia carriera a lavorare nella finanza strutturata. Il mio compito era quello di creare strutture finanziarie collateralizzate da assets. Cioè, se il debitore moroso non ripagava, noi avevamo il diritto di rilevare l’asset (un immobile, un conto corrente etc). Quando cominciai questo lavoro, le nostre strutture finanziarie sembravano abbastanza sicure, male che andava se non pagavano rilevavamo l’asset. La realtà è che nella vita, le cose raramente vanno secondo i piani. E nel corso dei miei dieci anni in finanza, abbiamo avuto varie occasioni durante le quali abbiamo dovuto riscuotere per mancanza di pagamento, ed il processo non è semplice. Il motivo è uno, nel business come nella finanza ci sono sempre eventi che non possono essere calcolati. Nemmeno tutti i nostri modelli finanziari possono prevedere eventi come quelli delle ultime settimane. Questi eventi vengono chiamati “black swans” ,cigni neri. La prima volta che sentii parlare di questo, fu quando lessi il libro di Nicholas Thaleb  “Il Cigno Nero – come l’improbabile governa la nostra vita”. Secondo Taleb la nostra vita, è segnata spesso da avvenimenti sorprendenti ai quali non riusciamo a dare spiegazioni efficaci. Questo concetto applicato alla finanza è ancora più preoccupante. Questi eventi non possono essere classificati, e se non possono essere classificati non possono essere usati nei modelli finanziari, quindi quando arrivano non sono riconosciuti per quello che sono veramente. Per un investitore questo è lo scenario peggiore, perché’ non sapendo come spiegare un evento, elabora giustificazioni per la sua comparsa basate su esperienze passate rischiando di commettere errori con i propri investimenti futuri.

Che sta succedendo?

La parola COVID-19, a dicembre voleva dire ben poco per Wall Street. Qualcuno ne parlava, ma sembrava un evento circoscritto al mercato cinese. Con il passare del tempo, quella crisi sanitaria cinese pian piano è diventata una crisi asiatica, ed il 20 gennaio è arrivata in Europa. Più precisamente è arrivata in Italia, che per secoli è stata la porta dell’Europa. Da quel giorno, il personale sanitario italiano, i nostri veri eroi, stanno combattendo una guerra senza rivali, che da poco è stata definite una pandemia. Come ogni pandemia, anche questa, meschina, e sempre all’attacco si diffonde velocemente, tanto velocemente che ha attaccato i polmoni dei mercati finanziari mondiali, facendo sprofondare le Borse. Nemmeno nel 1929 i prezzi erano scesi così velocemente. Questo è un evento storico. La Borsa Italiana ha perso il 14% in una sola sessione grazie alla nuova ed impreparata presidente della BCE, Christine Lagarde. Che fosse impreparata rispetto a Draghi si sapeva, ma che facesse cilecca alla sua prima usciata è stata una sorpresa anche per i più scettici. Questi eventi hanno portato molti, incluso Diego Della Valle, a chiedere la chiusura della borsa. Il problema è che molti si stanno concentrando sui prezzi della Borsa, ma in questo momento i fattori che ci faranno sopravvivere sono liquidità e politiche fiscali. Se fatte bene, ristabilizzeranno i prezzi. La chiusura della borsa senza misure efficaci non porterà a nulla, perché’ il giorno in cui riaprirà i prezzi cadranno a picco di nuovo.

La Crisi Perfetta

Nel passato ogni crisi era generalmente circoscritta ad uno o due settori. Nel caso del 2008 furono il settore finanziario e quello immobiliare. Questa crisi è diversa da tutte le altre, perché non è spinta solo da fattori finanziari ed economici, ma anche da un fattore esogeno come il Covid-19. È un cocktail esplosivo. Dinanzi abbiamo dei mercati che erano sopravvalutati, al top del ciclo finanziario. Le aziende come gli stati, hanno raggiunto un livello di debito stratosferico dovuto anche a politiche monetarie sbagliate negli ultimi venti anni. Quindi da questo punto di vista, tutti prima o poi ci aspettavamo una correzione. Il problema è che la correzione di questa bolla è arrivata grazie al virus o meglio al cigno nero. Questo fattore esogeno è abbastanza preoccupante perché sta paralizzando le economie. Per sconfiggerlo, dobbiamo restare chiusi in casa, e questo fattore, anche se importantissimo da un punto di vista sanitario, è devastante per i mercati e l’economia reale. Stiamo già vedendo come le compagnie aeree ne stiano soffrendo. In America si parla già di “bail out”, salvataggio, del settore aereo. Questa non è la prima pandemia che il mondo ha dovuto affrontare, ma è sicuramente la più aggressiva nell’età moderna.

pandemic-crisi

Cosa possiamo aspettarci nelle prossime settimane?

In questo scenario, gli investitori sono spaventati perché non hanno ancora capito la vera entità di questo virus e cosa faranno gli enti competenti.

Ecco i fattori fondamentali:

Politica Sanitaria: è ovvio che gli investitori come tutti noi, vogliano essere sicuri che i responsabili sanitari stiano prendendo le misure giuste.

Politica monetaria: è importante che vi sia liquidità nel mercato. Da qui in avanti, le economie rallenteranno, ed i profitti delle aziende soffriranno notevolmente. Il loro cashflow sarà quello più impattato. Le aziende avranno sempre più difficoltà a pagare i propri costi fissi come i salari. È per questo motivo che le aziende aeree stanno avendo i maggiori problemi, perché storicamente hanno dei costi fissi molto alti. Da questo punto di vista la Fed è stata molto chiara, inietterà circa 1.500 miliardi per garantire prestiti a breve termine, fondamentali per la liquidità di un’azienda.

Politiche Fiscali: il governo qui deve garantire l’ordine sociale. Questa volta, le famiglie saranno impattate ancora di più che nel 2008. Qui in America forse più che in Italia, a molte famiglie la busta paga serve a coprire solo le spese mensili. Si vive con la carta di credito e si ha pochi risparmi. Se le economie si fermano come sta succedendo lo Stato deve garantire una rete di protezione per queste famiglie. Ci vogliono agevolazioni fiscali su mutui e spese fiscali come progetti d’infrastruttura che aiuteranno le economie a ripartire.

Che cosa possiamo imparare dalla Cina?

La Cina è stato il primo paese a combattere contro questo virus. Sono stati veloci a mettere tutti in quarantena e sembra che abbiano raggiunto il picco d’infezioni. Da un punto di vista economico e finanziario ci sono alcune cose che possiamo notare:

  • Questa crisi ha accelerato la transizione verso l’e-commerce. In questo periodo anche i più anziani hanno cominciato a comprare online per paura di essere infettati
  • L’importanza di proteggere le aziende in modo veloce e tramite politiche monetarie e fiscali.
  • Durante il periodo di quarantena, la liquidità per un’azienda è la differenza tra la vita e la morte. Lo stato e le banche centrali devono sostenere le aziende e dargli le armi per ripartire sostenendo lavoratori e famiglie.

Ci troviamo in un periodo storico senza precedenti. Per un investitore navigare questi mercati è come salpare per un nuovo mondo. È un mercato molto volatile, ma è soprattutto un mercato che sta cercando di prezzare l’incertezza del virus. In questo scenario, un investitore ha due opzioni, uno la fine del mondo, e lì le mie competenze da investitore non serviranno a molto o due avere un approccio a lungo termine. Con questo spirito, il mercato si sta riapprezzando, e aziende con fondamenta solidi ne beneficeranno. Non basta più guardare all’income statement, ma dobbiamo guardare a cashflow e balance sheet. Cerchiamo aziende che hanno un cash balance alto, e non un altissimo livello di debito. Guardiamo anche quali sono i loro costi fissi, e se possono essere abbassati a breve termine. Capire quali sono le aziende che saranno in grado di sopravvivere e quelle che saranno acquistate o che chiuderanno i battenti. Sono sempre stato un amante dell’oro come assicurazione nel mio portafoglio sia tramite ETF che fisico. Infine, questa crisi potrà giovare Bitcoin ed il sistema Blockchain.

schermata-2020-03-19-alle-00-26-32

Palazzo Madama, sede del Senato, illuminato dal tricolore

Per quanto riguarda l’Italia, anche se sembra un’ora cupa ne usciremo. Sarà difficile ripartire, ma ci riusciremo. Io sono ancora più fiducioso perché da un punto di vista finanziario ed economico, l’Italia sarà dopo la Cina uno dei primi paesi ad uscire da questa crisi. E questo potrà essere una grande opportunità di riscatto per il paese per riaccendere i motori mentre gli altri sono ancora fermi. Come si dice a Wall Street, io sono “long Italy”.