Caro Econopoly, questo virus fa salire la febbre anche dell’anima

scritto da il 19 Aprile 2020

L’autore di questo post è Jacopo Giliberto, giornalista dal 1982. Portavoce di due ministri dell’ambiente negli anni 2012 e 2013 – 

Caro Econopoly,

torno a lei e ai suoi amati lettori per esprimerle alcune mie considerazioni sulla causa dell’epidemia ancora in corso.

No, caro signor Econopoly; non ho competenze per presentare risposte; né scriverò quale può essere la causa del fenomeno. Sto solamente cercando di leggere il fenomeno coronavirus in trasparenza per capire la società. Riassumo nella frase che segue ciò che articolerò meglio nel mio pensiero: in queste settimane ho visto che un gran numero di persone ha attribuito al Covid cause diversissime, alcune stravaganti, oppure trae dall’epidemia considerazioni per il futuro; mi sembra che molti proiettino nel contagio le loro paure, i motivi di infelicità, le angosce o le loro speranze.

Ecco alcune cause che ho visto attribuire all’epidemia.

Le antenne 5G

È evidente la colpa della tecnologia del 5G, i cui campi elettromagnetici diffondono il virus.

Il virus è stato diffuso di proposito per favorire di nascosto e giustificare la disseminazione delle antenne 5G.

Mangiar carne

Il contagio è provocato dall’alimentazione a base di carne.

Brian May, chitarrista dei Queen, ha le prove: il Covid ci è stato portato dal fatto che mangiamo animali.

Gli ebrei francesi

Il virus è stato introdotto in Marocco da ebrei francesi.

Il cambiamento climatico

È chiaramente colpa del cambiamento climatico. Accerta l’associazione Isde Medici per l’Ambiente: “La discussione su quanto Covid-19 abbia a che fare con i cambiamenti climatici si sta sviluppando con sempre maggiore intensità”.

La globalizzazione

Il contagio è figlio della globalizzazione: scambi, trasporti veloci, spostamenti di persone in tutto il pianeta hanno spianato la strada alla diffusione del virus.

Le ineguaglianze

L’epidemia è evidentemente un prodotto delle ineguaglianze sociali.

Scrive Laura Spinney sul quotidiano londinese The Guardian: “Inequality doesn’t just make pandemics worse – it could cause them” (l’ineguaglianza non solamente peggiora le pandemie: potrebbe esserne causa).

Un complotto segreto

Un complotto di un laboratorio segreto cinese a Wuhan.

Un complotto di tedeschi in un laboratorio segreto a Wuhan.

Un complotto degli Stati Uniti.

Un complotto di Putin.

La Cia indaga su Wuhan.

Il capitalismo selvaggio e il liberismo

La diffusione del coronavirus è effetto del capitalismo o del liberismo.

(Aggettivo con cui sono associati questi due sistemi economici: selvaggio. Il liberismo è selvaggio, il capitalismo è selvaggio).

La densità di popolazione

La mappa dei contagi coincide perfettamente con la densità di popolazione.

Pochi contagi nelle aree spopolate della Sardegna, in Basilicata, nelle aree appenniniche interne; molti contagi in pianura padana e nelle città più grandi.

Contro il virus: la raffineria frena i contagi

A Ferrera Erbognone (Pavia), paese fortunatamente finora escluso dal contagio ma circondato da territori terribilmente colpiti dal coronavirus, molti abitanti ipotizzano che un influsso protettivo sulla loro comunità sia venuto dalla raffineria dell’Eni.

Le vaccinazioni

Secondo le documentazioni raccolte dal movimento antivaxxer, c’è un collegamento tra le vaccinazioni di inizio gennaio contro il meningococco e contro l’influenza e il coronavirus.

Affermano che le vaccinazioni avrebbero indebolito, oppure al contrario reso troppo aggressivo, il sistema immunitario.

Le piccole imprese padane

Asserisce in una ricerca un gruppo di economisti italiani: “We find, however, that Covid-19 outcomes are correlated with the presence of artisan firms” (Le manifestazioni della malattia sono correlate con la presenza di aziende artigiane).

Contro il virus: nebbia e malaria proteggono Rovigo e Ferrara

La nebbia potrebbe avere avuto un effetto protettivo nell’impedire la diffusione del contagio nella più padanissima della pianura padana: il Polesine in destra Po e il delta del Po. Oppure Rovigo è stata risparmiata poiché i polesani hanno nel sangue la talassemia e secoli di convivenza con la malaria.

Anche la provincia Ferrara, che con Rovigo confina in destra Po, attribuisce alla diffusione della talassemia e alla presenza storica di tubercolosi e malaria la resistenza apparente dei ferraresi al virus.

Gli allevamenti intensivi

È prodotto dagli allevamenti intensivi, specifica sul quotidiano inglese The Guardian un’analisi di Laura Spinney (qui nella traduzione italiana dell’Internazionale).

La disinformazione russa

Scrive il New York Times che un ruolo nella diffusione viene dalla disinformazione con cui la Russia ha cercato di mettere in difficoltà in sistema sanitario statunitense (“The coronavirus disinformation spread by Russia is only the latest effort by Vladimir Putin to undermine the American medical system”).

Alimenti come i latticini

Asseriscono alcuni che latticini, ma anche legumi e cereali, sono terribili moltiplicatori degli effetti del Covid.

Le polveri inquinanti nell’aria

Un position paper congiunto della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) individua sulla diffusione di virus un effetto dell’inquinamento da particolato atmosferico. “L’inquinamento costituisce un fattore plausibile”.

Il mancato rispetto degli animali

Secondo la zoologa Jane Goodall, una causa della diffusione del virus è nel “mancato rispetto per gli animali”, un concetto che parte dal trattamento spesso feroce degli animali in Asia e arriva agli allevamenti intensivi.

I matrimoni omosessuali

Il coronavirus è una punizione divina per l’abominio dei matrimoni gay e l’aborto, afferma il predicatore evangelico Perry Stone.

Lo conferma anche il patriarca ortodosso ucraino Filaret.

L’illuminazione pubblica

Le foto notturne dell’Italia vista dal satellite mostrano senza dubbio alcuno la perfetta coincidenza fra i dati di diffusione del Covid e l’inquinamento luminoso prodotto dall’eccesso di illuminazione notturna.

La perdita di biodiversità

In un rapporto, il Wwf afferma che un contributo alle diffusione delle pandemie è venuto dalla perdita di biodiversità.

Gli untori moderni

Il morbo si moltiplica per l’incoscienza criminale di chi va a spasso, di chi fa la spesa tutti i giorni, di chi finge di portare a spasso il cane, di chi afferma di essere un “runner” che svolge regolare attività motoria. È bene controllare questi sciagurati e telefonare alle forze dell’ordine per frenare questo scandalo mentre le persone muoiono e gli angeli del pronto soccorso si sacrificano per assistere i malati.

La deforestazione

A parere del geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, un ruolo importante nel favorire l’epidemia di coronavirus ha avuto la deforestazione planetaria.

Contro il virus: il vino rosso

Contrasta la diffusione del contagio il resveratrolo, estratto dalle vinacce del taurasi.

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Speranze per reagire a paure e angosce. Il futuro: bisogna cambiare la società

Dopo il passato della nascita e dello sviluppo della malattia virale, caro signor Econopoly, ecco una visione del futuro.

Il tema comune è che il contagio è un punto di svolta, il mondo non sarà più lo stesso, va rispensata la società.

Scelgo quale esempio, un fior da fiore.

Il filosofo ecologista Edgar Morin: “Questa crisi dimostra che il progresso come prospettiva data non esiste. Spero che la pandemia ci educhi a un umanesimo planetario”.

Il Wwf: “Questa può essere l’occasione per ripensare rapporto tra natura e aree urbane”.

Rossella Muroni, parlamentare ecologista di Leu: “Dobbiamo pensare a come vogliamo riprogettare il futuro per rendere la nostra economia più sostenibile e inclusiva”.

Il giurista Fabio Marcelli: il Covid mette a nudo “talune fondamentali storture di un sistema, quello capitalistico-liberista, che secondo me va abolito al più presto per garantire all’umanità un futuro”.

Conclusione

Caro signor Econopoly,

la mia considerazione è che il virus fa emergere in molte persone le angosce profonde, le paure, gli odi, le inadeguatezze. E aiuta ad articolare le speranze per un futuro migliore.

Delle molte ipotesi delineate sopra, alcune sono credibili; per esempio, è evidente a tutti il fatto che la globalizzazione, con la facilità e la velocità degli spostamenti di persone e beni, ha reso più facile la diffusione del contagio rispetto alle epidemie del passato.

Ma tutte le ipotesi sul passato della malattia e tutte le indicazioni per il futuro hanno in comune un fatto. Ciascuno attraverso la sua reazione al virus esprime sé stesso.

Nell’epidemia, ognuno proietta sé stesso e la sua esperienza personale.

Chi aborrisce la tecnologia 5G la collega come causa o come effetto al Covid.

Chi si angoscia per l’inquinamento, mette sotto accusa l’inquinamento.

Chi odia la società attuale, l’accusa di avere aiutato il contagio e ne auspica la dissoluzione.

Chi si oppone all’alimentazione carnea, o ad altre forme di alimentazione, vi attribuisce l’epidemia.

Chi teme l’estraneo – l’ebreo francese, il passante per strada, i cinesi – lo vede come contagiatore.

Il virus fa salire la febbre anche dell’anima.

 

Twitter @jacopogiliberto