Quando il portinaio abusa del suo ruolo: la mega multa ad Amazon

scritto da il 17 Dicembre 2021

Ci sono voluti più di 2 anni di istruttoria dell’Antitrust italiano per arrivare alla mega multa da più di 1,2 miliardi inflitta ad Amazon per abuso di posizione dominante (violazione dell’articolo 102 del trattato di funzionamento dell’Unione Europea). Soltanto in luglio la Ue aveva comminato una multa inerente l’area della privacy (Gdpr) di “soli” 746 milioni.

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Amazon ha sede a Seattle ma le sue attività in Europa sono gestite da 4 diverse società: non è semplice ricostruire il suo giro d’affari in Italia ma per l’Antitrust si tratta di 6-8 miliardi. La multa coprirebbe quindi circa il 20% del fatturato, un colpo non indifferente ma non mortale.
Per capire le ragioni che giustificano la multa può essere utile una metafora, prima di spiegare il dettaglio tecnico.

Immaginiamo che il portiere di un grande condominio sia entrato anche nel servizio di consegna esterna e interna di pacchi e posta. Il portiere approfitta della sua posizione favorendo gli inquilini che si servono di lui per questo servizio ed escludendo gli inquilini che si servono invece di servizi concorrenti. A questi ultimi non permette di lasciare pacchi nella guardiola, di accedere alla lotteria a premi del condominio, oppure li sfavorisce nell’ingresso delle biciclette, mentre chiude un occhio sui comportamenti degli inquilini che comprano il suo servizio.

Amazon gode di una assoluta dominanza nel mercato italiano dei servizi di intermediazione online (ha quasi il 70% del mercato); va ricordato che la posizione dominante nel mercato non è di per sé proibita ma cade sotto il faro dei regolatori quando di questa posizione si abusa.

Amazon secondo l’Antitrust ne ha abusato favorendo scorrettamente il proprio servizio di logistica e danneggiando i servizi di logistica concorrenti: lo ha fatto concedendo privilegi ingiustificati ai venditori che usano la rete logistica Amazon, privilegi da cui sono esclusi i venditori che invece si servono di altre ditte per la consegna delle merci. Tali privilegi discriminatori sono sostanzialmente tre:

– l’accesso al servizio Prime;

– l’accesso esclusivo alle promozioni tipo Black Friday

– il posizionamento favorevole (molto in alto nei risultati di ricerca) del prodotto

– l’esclusione dalla valutazione degli standard normalmente applicata ai venditori che si propongono sugli “scaffali” Amazon.

In sostanza, un venditore di biciclette che si propone su Amazon ma usa una ditta di consegne concorrente non può godere dei vantaggi della consegna Prime, non entra nelle promozioni con sconto, compare molto in basso nei risultati di chi cerca “biciclette” sul sito Amazon e viene sottoposto a rigide regole sugli standard da cui sono esclusi i cuoi concorrenti che spediscono bici con Amazon.

Oltre alla multa, l’Antitrust prevede misure per ristabilire una corretta concorrenza. Solo con il tempo si potrà dire se il portinaio è stato rimesso al suo posto.