Il mestiere (ben pagato) che non ti aspetti: manutentore di ascensori

scritto da il 27 Maggio 2022

Post di Luis Vos, amministratore delegato di TK Elevator Italia –

Ormai è noto che l’Italia sia il paese in Europa con il più alto numero di ascensori: quasi 1 milione di installazioni rispetto a 12 milioni del resto dell’UE. Ma è anche uno dei paesi in cui gli impianti sono più datati, con tutti i problemi che ciò comporta, come l’obsolescenza tecnologica e la necessità di manutenzioni anche strutturali: il 40% degli impianti, infatti, è stato realizzato da oltre 30 anni e nonostante l’ascensore rimanga uno dei mezzi di trasporto in assoluto più sicuri, oltre il 60% è privo delle tecnologie che garantiscono alti standard di sicurezza per gli utenti.

Fino al 1999 l’installazione degli ascensori in Europa era regolamentata da leggi e norme nazionali, mentre con la Direttiva Europea 95/16/CE e successivamente con la Direttiva 2014/33/UE tutti gli stati sono tenuti a rispettare un livello di sicurezza minimo, definito dai RES (Requisito Essenziale di Sicurezza), presenti nell’Allegato I.

L’Italia, che ha recepito le Direttive Ascensori con il Decreto DPR 162/99 e s.m.i. (DPR 23/17 del 10 gennaio 2017) è sicuramente il Paese dove i controlli di sicurezza vengono effettuati con maggior rigore e con cadenza ravvicinata (150.000 visite all’anno in media – dato TKE) anche se ancora a oggi, non sono state adeguate allo stesso livello di sicurezza, tutte le installazioni antecedenti il 1999, lasciando, di fatto, in mano ai proprietari o agli enti certificatori la facoltà di farlo.

Ai fini della conservazione dell’impianto e del suo normale funzionamento, il proprietario o il suo legale rappresentante sono tenuti ad affidare la manutenzione degli elevatori a persona munita di certificato di abilitazione o a ditta specializzata, ovvero a un operatore comunitario dotato di specializzazione equivalente che debbono provvedere a mezzo di personale abilitato: il certificato di abilitazione è rilasciato solo dal prefetto, in seguito all’esito favorevole di una prova teorico – pratica, da sostenersi dinanzi ad apposita commissione esaminatrice.

Tra i compiti del manutentore, quella di provvedere, periodicamente, secondo le esigenze dell’impianto a verificare il regolare funzionamento dei dispositivi meccanici, idraulici ed elettrici, a verificare l’integrità e l’efficienza dei dispositivi di sicurezza, alle operazioni normali di pulizia e di lubrificazione delle parti, alla manovra di emergenza, a promuovere, tempestivamente, la riparazione e la sostituzione delle parti rotte o logorate, o a verificarne l’avvenuta, corretta, esecuzione.

Nel caso in cui il manutentore rilevi un pericolo in atto, deve fermare l’impianto, fino a quando esso non sia stato riparato informandone, tempestivamente, il proprietario o il suo legale rappresentante e il soggetto incaricato delle verifiche periodiche, nonché il comune per l’adozione degli eventuali provvedimenti di competenza.

Quindi il ruolo del manutentore è fondamentale per il mantenimento del corretto funzionamento e in sicurezza degli elevatori, ma il raggiungimento del certificato di abilitazione, il “Patentino”, è diventato sempre più difficile da ottenere, in quanto nelle prefetture non si organizzano più sessioni di esame.

Adobestock

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La situazione è diventata addirittura paradossale ed è stata denunciata da diverse associazioni professionali: ANIE–AssoAscensori, ANACAM e ANICA parlano di una situazione che si trascina almeno dal 2012, quando le Commissioni d’esame vennero soppresse per effetto di un decreto-legge (6 luglio 2012, n. 95 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario”).

Noi come TK Elevator siamo un’azienda con 420 dipendenti in Italia, di cui 300 sono tecnici abilitati, ma non bastano: dovremmo averne il 20% in più. E facciamo fatica a trovarne anche per questo limite burocratico, che coinvolge tutto il comparto ascensoristico. Gli esami per l’ottenimento del patentino sono stati sbloccati nel 2017, creando un gap importante tanto da far diventare i manutentori figure ambitissime che possono percepire stipendi anche di 3.000 euro/mese. A questo si è aggiunto il periodo di lockdown con gli uffici della Prefettura chiusi per gli esami.

Al momento non esiste un sistema scolastico ad hoc per la figura del manutentore. Ogni ragazzo dopo il diploma potrebbe accedere alla professione, se potesse fare velocemente l’esame e ricevere il patentino. C’è infatti ancora un’eccessiva burocrazia da risolvere. La privatizzazione dell’esame potrebbe essere una soluzione, tenendo sempre come garante la prefettura. Le aziende potrebbero finanziare il rilascio del patentino creando una commissione mista con rappresentanti delle associazioni di categoria (ANIE-AssoAscensori) e di soggetti privati insieme alle istituzioni. E il Governo potrebbe incentivare il processo con sgravi fiscali per chi assume.

Questo darebbe un contributo sul versante della disoccupazione giovanile (Fonte Istat, febbraio 2022: 24,2%) e aiuterebbe le aziende a fornire un servizio efficiente e veloce, risolvendo un’impasse che dura da troppi anni.