Il Milan acquisito da RedBird, operazione audace o troppo ambiziosa?

scritto da il 04 Giugno 2022

Post di Francesco Paolo Firrao [1] –

“Una volta lo sport era diverso e noi [giocatori] non eravamo solo gli ingranaggi di una macchina di immensi interessi economici, politici, industriali, di immagine”

Diego Armando Maradona

Da qualche giorno il fondo americano RedBird Capital Partners ha acquisito la maggioranza delle azioni di AC Milan dal fondo Elliott e col passare dei giorni sono emerse informazioni, notizie ufficiali e indiscrezioni di stampa più o meno fondate sulle modalità con cui RedBird avrebbe eseguito l’acquisizione. Incroci informativi portano a credere che il 100% del Milan sia stato valutato da RedBird 1,23 miliardi di euro (pari a poco più di 1,3 miliardi di dollari) e che Elliott possa incassare 860-920 milioni di euro per il 70-75% delle azioni. RedBird dovrebbe aver versato 650-700 milioni di euro ed avrebbe ottenuto un Vendor Loan da Elliott di 200-300 milioni di euro per un periodo di due-tre mesi. Il prestito ottenuto da Elliott – che rimane nella compagine azionaria – sarebbe stato erogato al tasso del 6-7% e il precedente proprietario di maggioranza avrebbe ottenuto anche un premio del 6% qualora RedBird decidesse di rivenderla ad un valore superiore a 1,23 miliardi.

Già il 1° giugno in un articolo comparso su Forbes con la firma di Mike Ozanian si mettevano a confronto le due operazioni di take-over che hanno caratterizzato le seconda metà del mese di maggio 2022, quelle che hanno visto il Chelsea ed il Milan avere un nuovo proprietario. Roman Abramovich, infatti, dopo essere stato sanzionato dal governo inglese, ha venduto la squadra ad un gruppo guidato dall’americano Todd Bohely e da Clearlake Capital per 3,1 miliardi di dollari, che costituisce il secondo ammontare mai pagato per un team sportivo[2]. La conclusione dell’articolo di Ozanian è che l’operazione Milan, a confronto con quella inglese, è stata operata scontando multipli superiori. Il Chelsea, infatti, dovrebbe chiudere a giugno 2022 un bilancio da 550 milioni di dollari di fatturato per cui risulta un revenue multiple di 5.6.

L’operazione di RedBird avrebbe invece generato un revenue multiple di 4.6 dato che nello stesso periodo il Milan dovrebbe far registrare un fatturato di circa 280 milioni di dollari. Il confronto è proseguito mostrando due analogie: entrambe le squadre il prossimo anno giocheranno la principale Coppa europea ed entrambi giocano al momento in stadi antiquati, seppur prestigiosi. Se il Milan progetta da mesi di costruire un nuovo impianto, il Chelsea ha già previsto di spendere 1,5 miliardi di dollari per rinnovare completamente lo Stamford Bridge. La redditività operativa è invece molto diversa, dato che il Milan potrebbe appena superare il pareggio a fine stagione, mentre il Chelsea facilmente farà registrare 40 milioni di dollari di reddito operativo. In conclusione, emerge che è probabile che nel tempo sia Chelsea che Milan si apprezzeranno di valore, ma il club italiano probabilmente lo farà più velocemente.

Se tali numeri si avvicinano alla realtà e RedBird può avviare con ottimismo il proprio cammino di sviluppo, in realtà Gerry Cardinale, fondatore e managing partner di RedBird, si è assunto due rischi elevati, uno di ordine economico-finanziario ed un secondo di ordine manageriale.

Primo rischio: il rischio economico-finanziario

Il rischio di tipo economico finanziario risiede nel fatto che per accrescere il valore della società ACMilan nei prossimi cinque anni dovranno verificarsi tre condizioni:

(1) che la squadra in Italia continui stabilmente a posizionarsi tra le prime quattro del campionato. Condizione possibile, ma non certa nel nostro campionato. Ci vorranno acquisti azzeccati per la fisionomia attuale della rosa e di livello superiore a quanto fatto negli ultimi due anni.

(2) che la squadra riesca a migliorare sensibilmente il proprio ranking europeo. Complici i tanti anni di assenza da ogni competizione europea e l’immediata uscita da ogni competizione europea a dicembre 2021, alla vigilia della prossima UEFA Champions League (CL) il Milan con 38.000 punti si posiziona al 45° posto del ranking europeo e solo grazie alla regola per cui i vincitori dei sei principali campionati continentali[3] occupano 6 delle 8 teste di serie al sorteggio della composizione dei gironi, il Milan potrà godere di un girone non complicato e aspirare ad accedere alla fase successiva. E solo grazie ad un ranking molto migliore dell’attuale, il Milan potrà sperare di rientrare costantemente tra le prime 16 o meglio 8 squadre della CL ed in tal modo godere costantemente dei ricchi premi che solo la prima competizione europea riesce a garantire.

Ranking UEFA e fasce di merito per il sorteggio del 25 agosto 2022 (provvisorio)

Prima fascia Seconda fascia Terza fascia Quarta fascia
Real Madrid,

Bayern Monaco,

PSG,

Porto,

Milan,

Manchester City,

Eintracht (vincitrice di Europa League)

Ajax

 

Chelsea,

Barcellona,

Juventus,

Atletico Madrid,

Siviglia,

Tottenham,

Lipsia,

Liverpool

;

Inter,

Napoli,

Borussia Dortmund,

Salisburgo,

Shakhtar Donetsk,

Sporting Lisbona

Bayer Leverkusen

+ una dai playoff oppure Marsiglia

In quarta fascia si attende l’esito degli spareggi in programma ad agosto. Marsiglia, Celtic e Club Brugge sono già qualificate.

Tra le squadre che iniziano dai preliminari segnaliamo Monaco, Benfica, Trabzonspor, Stella Rossa, PSV e Olympiakos.

 

Ed infine, (3) la più importante condizione: che si riesca a realizzare il famoso progetto dello Stadio di Proprietà. Tale progetto, indispensabile per dare una dimensione europea alla società AC Milan e garantire quella solidità patrimoniale adatta a consentire uno stabile aumento del fatturato apportato da partners e sponsors, soltanto in Italia costituisce una figura mitologica di cui tutti hanno sentito parlare, ma solo pochi sono riusciti a realizzare.

Non ci è riuscito James Pallotta – americano anche lui come Gerry Cardinale – nei suoi sette anni alla guida della AS Roma, né se parla più a Firenze dove dopo tre anni un altro americano, Rocco Commisso ha deciso di virare su una molto più accessibile ‘cittadella dello sport’[4]. Gli unici casi in cui in Italia le società calcistica possiedono lo stadio sono cinque, quattro in Serie A ed uno in serie B. I quattro stadi della Serie A costituiscono solo il 20% del totale della Serie A, mentre il 70% appartiene a spesso disastrati Enti Comunali ed il solo Olimpico di Roma è di proprietà del CONI. Solo in Francia la proprietà privata degli stadi (5%) è inferiore a quella italiana, ma rispetto a Spagna (40%), Germania (61%) e Inghilterra (80%) il confronto è impietoso[5].

In Italia ci sono stati tanti progetti promossi dalle squadre di Roma, Cagliari, Firenze e Bologna, tutti, per i più disparati motivi, finiti nel nulla. Anche a Milano Inter FC e AC Milan hanno avviato un progetto congiunto per la costruzione di un nuovo stadio, ma interminabili discussioni sull’ubicazione, l’investimento, la capienza, il destino del glorioso SanSiro di proprietà comunale, il progetto architettonico, le alterne vicende economico-finanziarie delle due proprietà calcistiche e perfino le oltre tremila interpellanze comunali hanno finora reso impossibile l’avvio di un progetto fattibile.

In tale panorama la nuova proprietà è chiamata a realizzare in Italia il quasi-impossibile: dotare AC Milan dello Stadio di proprietà, un asset indispensabile per portare il valore aziendale oltre i 3 miliardi di euro, target definito da fonti di stampa ed esperti come adeguato per entrare stabilmente nell’aristocrazia calcistica europea. Secondo il Progetto Populus aggiudicatario del concorso promosso da Inter FC e AC Milan, lo Stadio dovrebbe costare intorno ai 650 milioni di euro ed ospitare 60-65mila spettatori: un impegno importante per qualunque azienda, ma necessario per poter ospitare i 45mila spettatori medi del campionato 2021-22[6].

Secondo rischio: il rischio manageriale

Il rischio di tipo manageriale consiste nel fatto che l’unica esperienza di RedBird nella gestione e sviluppo di aziende sportive è molto recente, risale al 2020, quando ha rilevato per soli 20 milioni di euro l’85% del Toulouse FC appena retrocesso nella seconda serie francese. In due anni i risultati sportivi e finanziari sono stati incoraggianti, visto che la squadra è appena stata promossa in Ligue1 ed alcuni sport bankers attribuiscono alla società un valore di 80 milioni di euro.

Il curriculum del fondatore e managing partner di RedBird comunque non è contestabile. Gerry Cardinale ha ottenuto una Honours Degree da un liceo di Harvard e la laurea in Politics and Political Theory ad Oxford. Ha trascorso i primi venti anni della sua carriera in Goldman Sachs dove è stato partner e senior leader delle attività di investimento di Private Equity.

Dalle pubblicazioni online, oggi emerge che i 6 miliardi di dollari di RedBird sono stati investiti in società comunque gestite da altri, ben suddivisi nei settori di beni di consumo, servizi finanziari, telecomunicazioni-media-tech e sport. Lo scorso anno RedBird ha acquistato per 750 milioni di dollari una partecipazione di poco più del 10% in Fenway Sports Group, a cui fanno capo i Boston Red Sox di MLB, il Liverpool Fc ed i Penguins di NHL. Da allora sono state sviluppate la collaborazione con LeBron James, nella cui società di entertainment, marketing e media-tech, SpringHill Co., RedBird avrebbe fatto un investimento di minoranza valutato tra i 650 e i 750 milioni di dollari, e quella con Dwayne Johnson nella XFL, una sorta di versione più spettacolare del classico football americano; da ricordare c’è anche il progetto con i NY Yankees di baseball con cui collabora nel network televisivo ‘YES’[7] o l’investimento di 275 milioni di dollari in Skydance Media, casa di produzione di film pluripremiati[8].

Tra le prime dichiarazioni di Gerry Cardinale risaltava il confronto tra festeggiamenti del Milan Campione d’Italia e quelli di SuperBowl e World Series. Sembra parlare con cognizione di causa visto che tra le aziende del portfolio c’è On Location Experience, una società di entertainment la cui missione è creare esperienze dietro le quinte di grandi eventi internazionali.

In sintesi, RedBird ha ampia esperienza nel mondo dell’entertainment e della finanza, ma non nel calcio di vertice, in Europa, e non pare che possano fare a meno nel breve periodo dell’attuale top management[9] di AC Milan. Ed infatti le prime dichiarazioni di Cardinale mercoledì 1° giugno scorso sono state all’insegna dell’ammirazione del passato e dell’umiltà di approccio, segno di intelligenza e di aver studiato il non eccellente record of performance delle proprietà americane nel calcio europeo[10].

Gerry Cardinale dovrà intensamente attingere alle capacità aziendali per riuscire a fare meglio di Elliott che dopo cinque anni ha riportato il Bilancio alla piena sostenibilità e a vincere – meritatamente e anche fortunosamente – il Campionato.

 

NOTE

[1] Docente di Internet Economics & Digital Business e di Legislazione ed Economia Applicate alle Scienze Motorie, Università LaStatale di Milano

[2] L’importo maggiore resta la cifra di 3.2 mld di dollari pagati da Joseph Tsai per i Brooklyn Nets nel 2019.

[3] Inghilterra, Spagna, Germania, Francia, Portogallo e Italia.

[4] A dir la verità, lo Stadio di Firenze sarà rinnovato con l’aiuto dei fondi pubblici del PNRR anche se è un impianto Comunale. La spesa sarà di circa 1.5 mld di euro, unico caso in Italia.

[5] Gli stadi di proprietà italiani appartengono a realtà in cui c’è sempre qualche elemento di eccezionalità. La Juventus FC nel 2011 ha cominciato il campionato nel rigenerato Allianz Stadium che era stato costruito dal Comune di Torino nel 1990 per la Coppa del Mondo di Calcio. Oggi l’Allianz Stadium può mettere a sedere solo 41mila spettatori, ma offre standard di accoglienza al 4° livello UEFA, accoglie 4’000 posti auto, 34’000 mq per esercizi commerciali, 2 ristoranti, 8 aree di ristorazione, 21 bar e 64 skybox. Pur piccolo per gli standard europei, è costato solamente € 155 mln.

Dal 1996 l’U.S. Sassuolo Calcio gioca nel nuovo stadio di Reggio Emilia, impianto rilevato dal Comune al momento del fallimento della locale squadra. La proprietà appartiene a MAPEI, uno dei principali gruppi industriali del panorama mondiale nel settore dei materiali per l’edilizia. Non è dato sapere esattamente l’investimento richiesto (si dice € 11-15 milioni), ma può ospitare non più di 24’000 spettatori. Solo grazie a MAPEI è stato possibile realizzare tale impianto, così importante per una realtà calcistica che ha giocato le coppe europee solo una volta negli ultimi vent’anni, nella stagione 2016-17.

Nel 2015 la famiglia Percassi – allora unica proprietaria di Atalanta FC – ha acquistato dal Comune di Bergamo lo Stadio per poco meno di 9 milioni di euro e dopo varie ristrutturazioni ed un investimento di 35 milioni di euro possiede oggi un impianto della capienza di 24’000 spettatori. Tali ristrutturazioni si sono rese necessarie per adeguare agli standard europei l’impianto, dato che ormai da 5-6 anni l’Atalanta guadagna stabilmente l’accesso alle gare di Coppa.

Nata dopo l’acquisto dei diritti di superficie per 100 anni nel 2013, La Dacia Arena di Udine è stata inaugurata nel 2016; costata 35 milioni di euro, oltre alle partite dell’Udinese ospita un Museo dello Sport, un fitness Centre, una mall per lo shopping e vari uffici di rappresentanza. E’ l’unico impianto italiano che può essere utilizzato per sette giorni su sette ed ha una capienza di poco più di 25mila spettatori. L’Udinese ha giocato l’ultima Coppa europea nel 2012/13 e quindi La Dacia Arena non ha mai potuto ospitare alcuna partita internazionale della locale formazione.

Merita l’ultima citazione il Benito Stirpe di Frosinone, inaugurato nel 2015 dopo una gestazione i quarant’anni per l’approdo in Serie A (durato solo due stagioni) della locale formazione. Inserito nel 2017 in elevata posizione nella classifica dei 27 impianti costruiti in Europa dopo il 2015 e costato una ventina di milioni di euro, lo Stirpe ha una capienza di solo 16’000 posti, ma può essere utilizzato anche dalla comunità locale, dato che al suo interno sono presenti uffici, uno shopping centre, una palestra, aree di ristorazione ed il Museo del Club.

[6] Un punto di riferimento sono gli stadi tedeschi. Ad inizio secolo l’Allianz Arena di Monaco di Baviera costò 340 milioni di euro e può ospitare 70-75mila spettatori. E’ l’unico stadio esistente che è stato costruito insieme da due società, il Bayern e il Monaco 1860, per ospitare le gare casalinghe di entrambe, esattamente come progettano di fare Inter e Milan. Nel 2006, il Monaco 1860 ha venduto la propria metà per 11 milioni di euro ed è rimasta a giocare nell’impianto fino al 2017, anno in cui è tornata a giocare nel vecchio Grünwalder Stadion, di proprietà comunale.

[7] Yankee Entertainment and Sports’ è di proprietà di Yankees Global Enterprises, Sinclair, Amazon, Mubadala e appunto RedBird.

[8] come ad esempio Parasite.

[9] Dal Presidente Scaroni all’A.D. Gazidis, dai Direttori Sportivi Maldini e Massara al Capo del settore Scouting, Jeffrey Moncada.

[10] Secondo uno studio di KPMG, diverse proprietà americane controllerebbero in Europa circa 60 club, distribuiti quasi equamente tra Inghilterra, Francia e Italia. Appartengono ad esempio a proprietà americane il Manchester United, il Liverpool, l’Arsenal, il Southampton in UK, ma anche Milan, Roma, Bologna, Fiorentina, Venezia, Genoa, Atalanta, Spezia e Parma in Italia, Tolosa e Marsiglia in Francia.