L’intelligenza artificiale al servizio della transizione ecologica

scritto da il 15 Luglio 2022

Post di Gianfranco Sorasio, fondatore e amministratore delegato di eVISO, società piemontese quotata all’EGM dal 30 dicembre 2020 che utilizza la piattaforma di Intelligenza Artificiale proprietaria per creare valore per gli utenti ricorrenti di materie prime. Gianfranco Sorasio è laureato in ingegneria nucleare al Politecnico di Torino, PhD ad Umea Svezia, Alumni di Harvard.

La transizione ecologica è il processo di innovazione tecnologica per realizzare un cambiamento nella società tenendo conto del rispetto dei criteri per la sostenibilità ambientale. In questa nuova era un ruolo fondamentale lo ricopre l’Intelligenza Artificiale in modo trasversale in tutte le attività, da quelle più semplici e quotidiane a quelle più complesse e sofisticate. Alla base di questo nuovo corso c’è un bene intangibile dal valore inestimabile: la fiducia. Senza la fiducia nelle persone e nella tecnologia raggiungere l’obiettivo del cambiamento resterà solo un’ambizione.

Al centro dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, dove si parla dello sviluppo sostenibile nella dimensione economica, sociale e ambientale, ci sono le misure ecologiche urgenti per contrastare i cambiamenti climatici, per tutelare gli oceani, i mari e le risorse marine e per gestire le foreste combattendo la desertificazione. Misure che hanno assunto ancora più urgenza dopo la pandemia che ha colpito l’umanità negli ultimi due anni, mostrando la debolezza del pianeta.

La transizione ecologica prevede soprattutto un nuovo approccio alla produzione e al consumo di energia che deve partire dal nostro stile di vita e da programmi politici ben precisi che passino attraverso tre filoni principali:

– Utilizzo pervasivo delle energie rinnovabili, favorendo l’utilizzo di energia eolica e fotovoltaica , a livello sia industriale sia domestico

– Utilizzo diffuso di sistemi di accumulo di elettricità e di sistemi di efficientamento, a vantaggio di metodi di consumo storicamente non mappati

– Utilizzo diffuso di veicoli ibridi ed elettrici, prevedendo la gestione di picchi di richieste a causa di carichi improvvisi sulle reti

Rispetto al modello di inizio millennio, basato su consumi prevedibili e produzione stabile, la transizione energetica sarà caratterizzata da sistemi di produzione non regolabili e metodi di consumo imprevedibili, con tassi di cambiamento quasi settimanali.

I 36 milioni di contatori digitali di seconda generazione installati in Italia e la presenza pervasiva di sensori all’interno delle unità di produzione e consumo producono, in tempo reale, una quantità di dati al di là della capacità umana e della capacità dei sistemi digitali tradizionali, elaborabili esclusivamente da piattaforme digitali dotate di algoritmi di Intelligenza Artificiale. Per la mia esperienza accumulata in eVISO, ritengo che l’intelligenza artificiale e le piattaforme di elaborazione massiva dei dati siano degli strumenti indispensabili per poter competere nel percorso di transizione intrapreso da diversi anni dal settore energia.

(willyam - stock.adobe.com)

(willyam – stock.adobe.com)

L’intelligenza artificiale ha un ruolo fondamentale nell’ambito della transizione energetica perché permette di prevedere in modo sempre più accurato le fluttuazioni sul mercato sia in prezzo che in domanda grazie a un’analisi massiva di dati acquisiti in tempo reale. Negli ultimi sei mesi il settore energia ha visto black swan ripetuti e noi di eVISO durante queste numerose discontinuità abbiamo lavorato al miglioramento dell’algoritmo di previsione utilizzando il settore energia come benchmark per applicazioni successive sulle altre commodities.

L’intelligenza artificiale è già oggi un supporto indispensabile alla transizione energetica perché permette di:

– rendere prevedibili le fonti di energia non regolabili (solare, eolica, idraulica etc..) grazie ad algoritmi di forecasting che elaborano allo stesso tempo migliaia di variabili;

– rendere prevedibili i consumi di energia delle imprese e famiglie, imparando giorno per giorno i nuovi metodi e processi, grazie alla capacità di elaborare milioni di informazioni in tempo reale;

– bilanciare i carichi sulle reti in tempo reale, senza interventi umani, grazie alla capacità di decidere come e quando comprare e vendere sui mercati elettrici, con migliaia di cicli al giorno.

Infine, rimane aperta la questione culturale: per delegare alla AI i processi decisionali, anche complessi, i manager che lavorano nelle aziende prima hanno un passo da compiere: avere fiducia. Fiducia nella tecnologia. Fiducia nei giovani. Fiducia nei dipendenti. E poi potranno avere fiducia nella AI. L’utilizzo della AI, a mio parere, è efficace se associata ad una volontà di cambio culturale nella direzione della “leadership diffusa” e della “intelligenza collettiva”. Per queste aziende, sempre a mio parere, la AI è un vantaggio competitivo sostenibile e replicabile anche se con anni di ritardo e investimenti ingentissimi. E mentre gli USA e la CINA sono sempre più focalizzati su mercati tecnologici e sofisticati come e-commerce, e-marketing, e-security, l’Italia si sta già espandendo in aree considerate di “vecchia scuola” come le materie prime, che però hanno un impatto sulla vita reale delle persone a livello planetario.