Guerra in Ucraina, così può morire la transizione ecologica. Ecco cosa fare

scritto da il 04 Aprile 2022

Post di G. Tiziana Gallo, progettista e pianificatrice esperta di rigenerazione urbana –

L’Europa, prima dello scoppio della guerra in Ucraina, era fortemente orientata a trasformare la propria economia e il proprio sviluppo verso il green.

L’intero ordinamento europeo era stato trasformato per recepire i principi dello sviluppo sostenibile (economico, ambientale e sociale) poi amplificato dagli obiettivi Agenda 2030 che avevano posto al centro la transizione ecologica, la lotta ai cambiamenti climatici, la coesione sociale, la lotta alle enormi disparità esistenti nel mondo.

Questo programma è stato posto alla base di tutte le politiche europee, ma soprattutto di tutti gli assi di finanziamento di lì in poi sviluppati:

– fondi strutturali europei 2021-2027

– Next Generation EU

– New European Bauhaus

Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, i 17 obiettivi dell'ONU

Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, i 17 obiettivi dell’ONU

Politiche fortemente sostenute dall’allora primo ministro tedesco Angela Merkel e l’euro-presidente David Sassoli. Una rivoluzione copernicana di cui l’Europa si è resa protagonista e che avrebbe inevitabilmente cambiato gli assetti mondiali soprattutto per quanto riguarda il tema ENERGIA e il tema sviluppo.

Il NUOVO VERBO pone infatti l’accento sulla necessità che L’INTERESSE DEL PRIVATO DEBBA CONSIDERARE L’INTERESSE COMUNE.

A tal fine non si obbliga alcuno ad andare in questa direzione ma SI PREMIA OSSIA SI FINANZIA CON DENARO DELL’UE SOLO CHI ACCETTA E PROGETTA PERSEGUENDO GLI OBIETTIVI AGENDA 2030.

Questa guerra ha ri-portato le lancette alla fine della seconda guerra mondiale e per certi versi, il ritorno dei nazionalismi, alla prima. I termini del confronto sono, ancora e già a guerra in corso, il cambio del fornitore di metano e derrate alimentari, dalla Russia agli USA, la riapertura al carbone, l’impegno a portare al 2% del PIL le spese militari.

Ossia si stanno sottraendo energie e molti investimenti alla transizione ecologica e al perseguimento degli obiettivi agenda 2030.

Attualmente il futuro che ci viene prospettato, visto le scelte dei governi e della stessa UE più orientati a fornire armamenti che attivare a una risoluzione diplomatica del conflitto in Ucraina, ci pone di fronte a 2 possibilità:

– soccombere di fronte ad una escalation nucleare del conflitto;

– soccombere di fronte a un peggioramento degli effetti dei cambiamenti climatici provocati dal ritorno all’uso massiccio di energie fossili.

Questa è la situazione dell’aumento di CO2, e quindi della temperatura globale fino al 2020 e attualmente è in forte peggioramento:

La progressione impressionante della CO2 in atmosfera

La progressione impressionante della CO2 in atmosfera

Nei momenti complicati, noi soprattutto studiosi e persone esperte dei vari settori, siamo chiamati a cercare di dare il nostro contributo.

E questo è quanto mai necessario in momenti in cui l’emotività, l’animosità, fanno perdere lucidità a molti, perdendo di vista la strada maestra di fronte alle difficoltà.

Anche di fronte alla guerra in Ucraina non possiamo dimenticare che dobbiamo salvare l’equilibrio del nostro eco-sistema che ci permette di sopravvivere come genere umano.

Che prosegua lo sforzo collettivo europeo per l’attuazione della AGENDA 2030 UE e si attivi molto rapidamente il programma Next Generation EU già finanziato e parzialmente attivato nei piani nazionali come il PNRR italiano.

Si comprenda, come più osservatori stanno evidenziato, che la pace e maggior forza sullo scacchiere mondiale si ottiene da parte dell’Europa, se si raggiunge l’indipendenza energetica.

E questo oggi lo può garantire solo il passaggio all’autoproduzione in situ di energie rinnovabili, già fortemente finanziato e sostenuto a livello normativo, finanziario e di governance.

Oggi è il momento di rafforzare quanto più velocemente lo sviluppo di impianti di fotovoltaico, eolico, geotermico, idrogeno verde in primis (certo non metano e nucleare, entrambe energie inquinanti) e contemporaneamente attivare un piano nazionale di rigenerazione urbana per l’abbattimento dello spreco energetico che oggi si attesta fra il 50-60% dell’attuale fabbisogno energetico.

La migliore fonte di energia è il NEGAWATT.

Ossia l’energia che non si consuma.

Bisogna dare il via ad una azione di trasformazione del nostro patrimonio edilizio con interventi tipo eco-bonus ma anche con interventi passivi che fanno riferimento architettonicamente all’architettura storica, in particolare mediterranea, che permette di generare importanti cambiamenti micro-climatici negli edifici che non necessitano di uso di energia.

E’ necessario che specialisti che abbiano una vera e complessiva visione green del futuro collaborino tutti insieme con governi, università, gruppi di progettisti, società e investitori per garantire un Rinascimento europeo e mondiale, fondato sulla visione sostenibile della realtà.

I cambiamenti climatici non si fermano, nonostante la guerra in Ucraina e non possiamo farlo neanche noi.

Pertanto è necessario che una visione sostenibile, che a partire dalla guerra in Ucraina, dia una totale virata che ci allontani dal vecchio mondo del fossile, che ha solo generato continue guerre durante tutto il ‘900, per portarci finalmente verso il futuro green che è necessario per la nostra sopravvivenza attuale e per il futuro delle nuove generazioni.

E’ fondamentale, contrapporre al male il bene, alla follia e cecità di pochi, lo sguardo amorevole e di cura verso il mondo, di cui questo nuovo secolo ha bisogno.

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In questo messaggio, apparso in piazza San Carlo a Torino qualche giorno fa, e composto da  120 attivisti dedicandolo alla terra, vi deve essere la forze per ripartire, per non perdere il nostro percorso, per rimanere ancora faro di un nuovo mondo.

Noi come europei, noi come cittadini del mondo, che non abbiamo nemici, ma solo genti da incontrare.