Colloqui di lavoro e ChatGTP, si può fare? Pro e contro

scritto da il 07 Marzo 2023

Post di Daniele Bacchi, Ceo e Co-Founder di Reverse, società internazionale di headhunting e Risorse Umane – 

L’intelligenza artificiale caratterizzerà sempre più il modo di lavorare del futuro. Se pensiamo per esempio a ChatGPT, che senza dubbio sta rivoluzionando il concetto di interazione umana con le macchine, non dobbiamo solo immaginare qualcosa che sostituirà l’operato umano, cosa che inevitabilmente avverrà per alcuni lavori, ma piuttosto interpretarlo come un’opportunità che aiuterà i lavoratori ad aumentare la propria produttività e quindi, con alta probabilità, il benessere.

ChatGPT, una nuova rivoluzione dopo LinkedIn

Il mondo del recruitment, basato sul dialogo e sulle parole, può senza dubbio trarre un grande supporto da questo nuovo strumento che ci permette di parlare alla macchina non più tramite una serie di clic sullo schermo, ma attraverso il nostro linguaggio. Non ritengo di esagerare nel ritenere ChatGPT la seconda grande rivoluzione del settore dell’headhunting e delle Risorse Umane, dopo LinkedIn.

Dai cv agli annunci di lavoro, ma in che modo?

ChatGPT può senza dubbio fornire supporto al recruiter soprattutto in merito ad azioni che riguardano la scrittura. Il tool può infatti riassumere i cv in forma meno schematica, aiutare a scrivere gli annunci di lavoro, pre-impostare email di feedback positivi o negativi per i candidati colloquiati, suggerire nuove formule per attrarre candidati passivi e infine fornire un aiuto per approfondire e comprendere meglio le tecnicalità di alcuni ruoli ricercati.

Come funziona ChatGPT durante le interviste

In Reverse abbiamo avviato una prima fase di sperimentazione in questo senso e quello che stiamo riscontrando è sicuramente un risparmio notevole di tempo, con una velocizzazione delle attività più ripetitive in favore di compiti di maggior impatto, sia per la persona che per l’azienda. Tra le azioni che stanno riscontrando più successo c’è sicuramente l’aiuto che ChatGPT fornisce al recruiter nel momento in cui si trova a dover intervistare i candidati che svolgono mestieri molto specifici e altrettanto diversi dal suo.

ChatGPT è in grado infatti di fornire chiarimenti e spunti di approfondimento per capire meglio anche le competenze tecniche che la figura cercata deve possedere. Al momento non può certo sostituire un colloquio tecnico umano, ma non sembra essere così lontano il momento in cui avrà la possibilità di simularlo. Tecnico e solamente tale, perché nessuna tecnologia potrà sostituire mai il ruolo fondamentale che l’essere umano ricopre nel campo delle Risorse, appunto, “Umane”.

E per chi prova disagio?

Per coloro che provano disagio nell’essere giudicati da un macchina, c’è da aggiungere che ChatGPT non fa differenze nell’aiutare sia candidati che recruiter. Spopolano in rete esempi di colloqui di lavoro tenuti e superati da ChatGPT nelle vesti di programmatore software per Google o Amazon e di altri ruoli come Communications Consultant o Scrum Master.

Altre potenzialità di ChatGPT e il problema della protezione dei dati

Ma le potenzialità di questo strumento non si fermano qui. ChatGPT è un Logic Learning Machine (LLM) che impara su informazioni fornite. Non sappiamo oggi su quali dati sia stato allenato, ma le sue risposte si basano sulla logica costruita su questi dati. Ora, se immaginiamo di poter allenare noi ChatGPT sulle nostre informazioni aziendali, andremo a disegnare un sistema in grado di mantenere l’intera memoria storica di un’azienda, dando la possibilità ai propri collaboratori di accedervi e interrogarla con il semplice linguaggio umano.

ChatGPT

(boumenjapet – stock.adobe.com)

L’importanza di una memoria storica potente

Se prendiamo Reverse come esempio, i nostri processi sono interamente digitali e questo vuol dire che, negli anni, abbiamo collezionato migliaia di dati che raccolgono i desiderata dei candidati e le preferenze delle nostre aziende clienti. Ad esempio, i nostri headhunter promuovono i candidati all’interno di una piattaforma digitale che facilita il confronto e la trasmissione di feedback delle aziende nostre clienti, che quindi vengono registrati come bit in un database e potrebbero essere passati a ChatGPT.
Capite che la possibilità di dare all’headhunter dei suggerimenti (sottolineo suggerimenti) basati sulla memoria storica di tutti i nostri recruiter è qualcosa di estremamente potente, che darebbe un grande valore aggiunto ai nostri clienti e agli stessi candidati.

Per far sì che questo avvenga, però, sarebbe necessario “insegnare” e quindi trasmettere a ChatGPT la memoria storica dell’azienda e questo comporterebbe necessariamente una massima attenzione alla protezione dei dati, per evitare che diventino in questo modo accessibili a tutti.

Maneggiare con cautela

Siamo senza dubbio in una fase ancora tutta sperimentale e bisogna fare estrema attenzione: ChatGPT è sicuramente uno strumento molto potente, soprattutto per il suo modo di interloquire con il linguaggio umano. Tuttavia, come tutte le grandi innovazioni, va maneggiata con estrema cautela, specie per quanto riguarda la cybersecurity aziendale e la protezione di dati non solo sensibili ma strategici di ogni impresa che volesse diventare cliente di ChatGPT.