La Supply Chain, i famosi colli di bottiglia e l’importanza dei gemelli digitali

scritto da il 16 Marzo 2023

Post di Paolo Marone, Direttore del Master Global Supply Chain in EAE (Barcellona, Spagna), Country Manager Spain in Spindox – 

La Supply Chain è l’insieme delle attività, risorse e regole che determinano il flusso dei prodotti e servizi in un’organizzazione. In un’azienda, le promesse realizzate dalle funzioni di marketing e vendite devono essere mantenute. La gestione della Supply Chain se ne occupa, organizzando attività e risorse nella maniera più idonea.

Questa gestione è di importanza vitale. Non solo per raggiungere i risultati, ma anche e soprattutto per garantire la credibilità dell’impresa.

La Supply Chain corre un rischio costante di interruzione. Alterazioni metereologiche, problemi con sistemi automatici, incidenti informatici, scioperi, serrate, movimenti geopolitici sono fattori di rischio sempre presenti. Il Supply Chain Manager dedica una parte importante del suo tempo a ridurre i rischi, studiando la probabilità e l’impatto di eventi di questo tipo.

Supply Chain interrotta, i danni

Non sempre ci riesce. In internet ci sono molte liste dei casi più famosi di “Supply Chain Failure”, gravi incidenti che hanno impattato su operazioni e aziende, portandone alcune alla chiusura. Nella mia esperienza professionale, mi sono trovato spesso coinvolto in crisi determinate da alcuni dei fattori che ho indicato. Ho potuto verificare in prima persona la difficoltà di limitare i danni, che possono includere i costi, le vendite, i rapporti strategici dell’azienda e la sua reputazione.

Per affrontare i rischi di interruzione della Supply Chain, l’organizzazione ISO, che definisce una normativa di qualità accettata a livello mondiale, propone la norma ISO 23001 (Business Continuity Management Systems). Chi conosce le norme ISO, sa che si tratta di strumenti ben articolati e molto completi, che permettono di adottare approcci sistemici.

Tuttavia, queste normative propongono un quadro per l’analisi, non una soluzione bell’e pronta da accendere e far partire. La nostra Supply Chain Manager (si, non è un lavoro esclusivo per uomini) deve decidere come realizzare le analisi e i ragionamenti richiesti. In pratica, si tratta di definire in maniera il più precisa possibile la conseguenza dell’interruzione di determinati elementi della catena di approvvigionamento e la maniera di recuperare un’operativa normale.

Se l’incidente accade, che fare?

Questa analisi si vede limitata dal fatto che le interrelazioni e le dipendenze della SC sono estremamente difficili da valutare con strumenti di analisi abituali, alla portata di tutti. Un caso tipico si presenta quando si introduce un sistema di preparazione automatica in un magazzino. Per valutare l’impatto di un potenziale problema con l’automatizzazione, bisogna considerare molti elementi, tra cui la possibile durata dell’evento bloccante, i prodotti coinvolti, la quantità e le criticità della merce, gli orari di lavoro, i clienti, i fornitori, le destinazioni, i mezzi di trasporto e così via.

Quando si produce un incidente di questo tipo, ci si trova a gestire un accumulo di ordini, impossibile da smaltire, che deve essere priorizzato e gestito nel tempo.

Per questo tipo di analisi ci si dirige normalmente a Excel e a cruscotti di “business intelligence”. Sono strumenti di quella che chiamiamo “analitica descrittiva”. Interrogano i dati per sapere “che sta succedendo”. In realtà, la complessità del problema richiede un livello superiore di analisi. Dobbiamo passare a quello che chiamiamo “analitica prescrittiva”: strumenti che permettono di chiedere ai dati “cosa dobbiamo fare”.

Gli strumenti di analitica prescrittiva, applicati alla valutazione del rischio della Supply Chain, ci permettono di rispondere a domande come:

– qual è la probabilità di un evento;

– qual è l’impatto di un evento;

– come dobbiamo organizzare le operazioni per smaltire il ritardo nel minor tempo possibile, o al minor costo possibile, o con la priorizzazione adeguata;

– ovvero, come dobbiamo organizzare le operazioni per svolgere l’attività nelle nuove condizioni determinate dall’interruzione.

Una tecnica matematica utile per risolvere i quesiti esposti è la simulazione discreta, stocastica e dinamica. Discreta perché lavora con numeri interi. Stocastica perché usa input variabili aleatori. Dinamica perché i risultati sono definiti su diversi periodi temporali.

supply chain

Che cos’è il gemello digitale e a cosa serve

I modelli di simulazione danno vita a quello che è noto come “gemello digitale”: una replica virtuale di un’operazione reale, che permette di verificare ipotesi, di studiare comportamenti e di identificare colli di bottiglia.

Anche i consulenti di Gartner, molto seguiti in tutto il mondo, nelle loro raccomandazioni del 2023 sulla tecnologia applicata alla Supply Chain indicano che “è opportuno iniziare a costruire dei gemelli digitali”.

La costruzione di un gemello digitale richiede:

– l’identificazione dell’ambito da replicare (ad esempio, una rete di depositi, fabbriche e punti di consegna);

– la definizione del livello di dettaglio del modello (ad esempio, decidere di trattare un deposito come un’unica attività con un determinato livello di input e output, oppure separare l’entrata delle merci, lo stoccaggio, la preparazione degli ordini e la spedizione);

– l’analisi, mediante misurazione, del rendimento delle attività da simulare e delle eventuali incompatibilità o limitazioni;

– la programmazione del comportamento degli elementi del modello e delle loro relazioni.

Come si usa il gemello digitale

–  Quando il modello è pronto, per iniziare a usarlo dobbiamo:

–  definire gli input e le variabilità da studiare;

–  introdurli nel modello ed eseguire il processo di simulazione;

–  analizzare i risultati con metodi statistici.

Il gemello digitale si utilizza per migliorare la resilienza delle decisioni. Ci permette di verificare che succederebbe se improvvisamente uno o più elementi chiave della supply chain smettessero di funzionare. Ci si può chiedere: qual è l’effetto di un ritardo, di un accumulo di stock, di un problema sui trasporti?

Il gemello digitale serve a dimensionare il problema e i costi necessari per recuperare una situazione operativa normalizzata.

È normale chiedersi se gli strangolamenti si possono superare in maniera definitiva. Un gemello digitale non ci permette di trovare soluzioni diverse da quelle che abbiamo inserito nella configurazione. Se un magazzino viene gestito con determinati orari, con delle zone prefissate e dei compiti specifici per gli operatori, il gemello digitale non cambierà queste condizioni. Per cercare di migliorare l’operativa e trovare delle soluzioni diverse, bisogna transitare verso un altro tipo di analitica prescrittiva: i motori di ottimizzazione matematica.

Prevenire le interruzioni della Supply Chain

Il problema della interruzione della Supply Chain è molto presente, a causa della continua ricerca di miglioramento dell’efficienza. Di norma, qualsiasi aumento della velocità dei processi implica un aumento del potenziale impatto di un’interruzione. Quindi, soluzioni come i gemelli digitali non trovano applicazione solo in casi puntuali. Ma possono e devono essere utilizzate come parte dell’operativa abituale, per verificare le implicazioni dei cambiamenti e minimizzare il ricorso alla “prova ed errore”.

Uno dei problemi da risolvere, quando si usano queste soluzioni, è quello della gestione efficiente dei dati, perché per utilizzare questi modelli bisogna lavorare con una grande quantità di informazioni. Gartner parla di “continuous intelligence” per definire le tecnologie che permettono un uso “in continuo” dei dati emergenti. Sul mercato esistono soluzioni di questo tipo, anche nel nostro paese. Vale la pena di studiarle attentamente.

Ottimizzatori matematici per aumentare la resilienza

Grandi compagnie in Italia e nel mondo da tempo stanno utilizzando i gemelli digitali e gli ottimizzatori matematici, soprattutto per disegnare le operazioni. L’uso di questo tipo di modelli per stimare i rischi in continuo è ancora insufficiente. Si tratta di metodi non invasivi, efficaci ed efficienti per valutare l’insieme di una Supply Chain e prendere le misure opportune per aumentarne la resilienza. Auspico che la raccomandazione di Gartner sull’uso di gemelli digitali venga presa in considerazione.