Supply Chain Manager in 7 passi (il lavoro immune alla Great Resignation)

scritto da il 17 Febbraio 2023

Post di Micaela Valent, Product Manager di IUNGO – 

L’ondata della Great Resignation non ha travolto le professioni della Supply Chain: è quanto emerge dal Report Supply Chain Salary and Career 2022[1], redatto dall’Association of Supply Chain Management, che ha coinvolto i lavoratori delle catene di approvvigionamento provenienti da Europa, Stati Uniti e Canada. Il sondaggio ha evidenziato che, nell’ultimo anno, solo lo 0,5% degli intervistati operanti in questo settore ha rassegnato le dimissioni. In più, nonostante le interruzioni causate dalla pandemia e dall’invasione russa in Ucraina, la survey evidenzia un’elevata soddisfazione sul lavoro per coloro che ricoprono ruoli all’interno della Supply Chain e un compenso retributivo medio europeo di 64.868 di euro, con picchi che superano i 100.000 euro annui.

Tanta offerta e poca domanda

E non è tutto: il complesso quadro del comparto costruito dall’attualità e una sempre più riconosciuta importanza nelle aziende, spinge a cercare sempre più Supply Chain Manager da inserire in un mercato dinamico e in continua evoluzione in cui è possibile generare un grande impatto e un grande valore lungo la supply chain.

C’è ancora tanta offerta e poca domanda per una professione in cui il rischio di sentirsi ingabbiati per sempre all’interno di un job title è pressoché inesistente: si può dare la direzione che si preferisce alla propria carriera e cambiare strada in corso d’opera.

Che cosa fa un Supply Chain Manager

Ma di cosa si occupa un Supply Chain Manager? Dove lavora? Quali gli stipendi? Le possibilità di carriera? E gli step per avvicinare i giovani alla professione? Oggi vorrei rispondere a queste e ad altre domande ripercorrendo la mia carriera dalla Laurea in Ingegneria Gestionale al ruolo di Procurement Manager, fino a quello attuale di Product Manager in IUNGO (www.iungo.com), piattaforma di supply chain collaboration in cloud.

La responsabilità della filiera

Il Supply Chain Manager è la risorsa a cui in azienda viene affidata la responsabilità dell’intera filiera che consente il funzionamento della catena logistica. Gestisce la catena di approvvigionamento di un’organizzazione – ossia quel processo che guida la produzione, la distribuzione e la consegna dei prodotti o dei servizi da un’azienda al cliente finale – coordinando l’acquisizione dei materiali e delle materie prime, la produzione, il trasporto, la distribuzione e la vendita al cliente. Il suo obiettivo è garantire il flusso continuo di prodotti o servizi di alta qualità al minor costo possibile.

Lavora soprattutto in aziende produttive, ma a queste si aggiungono anche le aziende commerciali che operano nella GDO e, in alcuni casi, le aziende di servizi. Le sue principali responsabilità includono la ricerca e il rapporto con i fornitori, l’analisi dei costi e la ricerca di soluzioni per ridurli, il monitoraggio delle performance, la gestione delle scorte nei magazzini e l’analisi del rischio.

supply chain manager

Cosa deve sapere un Supply Chain Manager?

Per diventare Supply Chain Manager è quasi sempre necessaria una formazione accademica, solitamente in ambito ingegneristico o economico. Esistono diversi ambiti di specializzazione che comprendono la logistica, la gestione della supply chain e dei processi aziendali a cui è sempre più indispensabile associare competenze informatiche. Non a caso, nella top 10 dei trend della Supply Chain nel 2023 si collocano, tra tutti, Big data and analytics, Digital supply chains, Artificial Intelligence, Cybersecurity e the internet of things[2].  È possibile anche ottenere una certificazione professionale come Certified Supply Chain Professional (CSCP) o Supply Chain Operations Reference (SCOR-P) presso diverse organizzazioni professionali e associazioni. A queste si aggiungono doti di leadership e sensibilità nell’accogliere e anticipare i cambiamenti.

Stipendio, dalla retribuzione media al top

La retribuzione media di un Supply Chain Manager è pari a 65.000 euro lordi all’anno: una figura con meno di 3 anni di esperienza percepisce uno stipendio di 45.000 euro lordi annui, mentre un Supply Chain Manager che ha maturato almeno 10 anni di esperienza può guadagnare fino a 120.000 euro all’anno[3]. Nella maggior parte dei casi, le assunzioni avvengono da subito con un contratto a tempo indeterminato.

Le chance di carriera

Il mestiere del Supply Chain Manager è tra i più dinamici: a seconda del proprio ambito di specializzazione, logistico o acquisti, si può diventare Direttore Operativo o Chief Product Officer, due cariche con alti livelli di responsabilità che, in molti casi, consentono l’ingresso nel board di un’azienda.

 Avvicinarsi alla professione di Supply Chain Manager in 7 step

Dopo la Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale Industriale, ho mosso i primi passi all’interno del mondo del lavoro in una fonderia – come tirocinante nell’ambito del controllo di gestione – per la redazione della mia prima tesi sperimentale. A questa, durante la Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale, è seguita una seconda tesi sperimentale che mi ha consentito di fare esperienza anche nel mondo consulenziale. Immediatamente dopo il conseguimento del secondo titolo, ho poi trovato impiego come Supplier Quality nell’ufficio acquisti di un’acciaieria. Qui, nell’arco di 2 anni, sono diventata prima Responsabile della qualità fornitori e poi della Supply Chain. Oggi, a distanza di 8 anni dalla seconda Laurea, ho confermato la scelta iniziale del mondo degli acquisti ed esercito come Product Manager di IUNGO.

Ed ecco i miei consigli per diventare Supply Chain Manager:

1. Partecipare agli incontri di orientamento:

promossi soprattutto da scuole e università, queste giornate permettono ai giovani di prendere confidenza con il mestiere e comprendere le reali opportunità di carriera.

2. Raccogliere informazioni su LinkedIn:

LinkedIn è il social network di riferimento per il mondo del lavoro. Potrebbe rivelarsi utile consultare gli annunci di lavoro della figura professionale di interesse per raccogliere informazioni riguardanti le competenze richieste, le mansioni da svolgere e la RAL di riferimento. Non solo: seguire profili divulgativi come quello di Tom Mills o di Daniel Barnes può aiutare ad assumere maggiore consapevolezza intorno al mondo della Supply Chain.

3. Frequentare le lezioni aperte a tutti dell’Università:

nella maggior parte degli atenei italiani è consentita la frequentazione delle lezioni a tutti. La partecipazione a un paio di queste può aiutare a capire quanto realmente la materia possa interessare.

4. Guardare i siti web delle aziende:

chi cerca risorse per un tirocinio? E per un lavoro a tempo pieno? I programmi di formazione da chi sono promossi? Sono tutti quesiti che trovano risposta nell’esplorazione dei siti web delle aziende.

5. Scegliere la tesi sperimentale:

a differenza della tesi compilativa, la tesi sperimentale consente ai laureandi di entrare in contatto con le aziende, le prime interessate a raccogliere dati, sviluppare o migliorare i propri servizi. In molti casi, la tesi sperimentale si rivela un canale privilegiato per l’assunzione di nuove risorse nelle aziende che collaborano con le università.

6. Mantenere i rapporti con i tutor di tirocinio:

molte università offrono ai propri studenti la possibilità di attivare tirocini con le aziende. In ogni caso, è sempre bene alimentare i contatti con i propri tutor ai quali possiamo tornare alla mente all’apertura di una campagna assunzioni.

7. Mettersi in contatto con persone che hanno esperienza:

strumenti come LinkedIn permettono di entrare in contatto con aziende e persone che hanno esperienze lavorative da cui poter attingere per cercare spunti utili all’avvio della propria carriera.

NOTE

[1]  Salary and Career Report

[2] Top Ten Supply Chain Trends

[3]  Quanto guadagna il Supply Chain Manager (MichaelPage.it)