La felicità sul lavoro non è un’utopia

scritto da il 17 Maggio 2023

Post di Cecilia Masserini, HR Country Lead & Chief Happiness Officer di Biogen Italia – 

Nonostante un piccolo miglioramento registrato lo scorso marzo, con il tasso di disoccupazione che è calato al 7,8%, la situazione del mondo del lavoro in Italia resta complessa e difficile. La guerra in Ucraina ha scatenato poi nuove incertezze, con forti ripercussioni sulla leadership delle aziende e, di conseguenza, su lavoratori e lavoratrici, già provati dallo shock della pandemia. Si tratta di eventi di portata globale che esacerbano criticità strutturali già presenti a livello locale e che hanno un forte impatto sul benessere delle persone, nel privato e sul lavoro. In questo contesto verrebbe da pensare che nel nostro paese trovare e coltivare la felicità nel proprio percorso professionale sia un’utopia. Ma non è così. Essere una “organizzazione positiva”, attenta al benessere delle persone e capace di mettere in pratica strategie volte a supportarlo, è possibile.

Essere un’organizzazione positiva: quali agevolazioni

Per noi di Biogen Italia – filiale italiana dell’azienda biotecnologica americana che sviluppa terapie innovative per le persone che soffrono di malattie neurologiche, neurodegenerative e infiammatorie croniche autoimmuni – essere una “organizzazione positiva” significa aiutare ciascuno a realizzarsi al meglio, come persona, prima ancora che come lavoratrice o lavoratore.

Per farlo proponiamo un programma che comprende diverse agevolazioni, tra le quali l’orario di ingresso flessibile, la possibilità di lavorare in smart working e quella di ottenere un periodo sabbatico retribuito di 4 settimane dopo un’anzianità aziendale di 6 anni, oltre a permessi di paternità e per malattia dei figli in aggiunta rispetto a quelli previsti dalla legge. Il giorno del compleanno, inoltre, ogni dipendente ottiene un permesso retribuito. In aggiunta, l’azienda propone un pacchetto welfare per comprare beni o servizi riguardanti la famiglia, il tempo libero, la salute. Non solo, ciascun dipendente ha a disposizione otto ore retribuite da dedicare, durante il normale orario lavorativo, ad attività di volontariato a supporto di varie realtà benefiche presenti sul territorio, così come alla propria formazione e allo sviluppo di nuove competenze.

felicità

Immagine di Edu Lauton per Unsplash

La felicità consente di lavorare meglio

Tutte queste possibilità, dalla flessibilità alle opportunità di formazione, nascono e si sviluppano a partire da un modello di cultura aziendale fortemente radicato e condiviso, che chiamiamo B-Positive: si tratta di un approccio olistico, che mira a prendersi cura delle persone e del loro benessere a 360 gradi. La convinzione di fondo è che le persone felici lavorino meglio e raggiungano maggiori risultati, a beneficio di tutta l’organizzazione in cui operano, ma anche della loro sfera familiare e sociale. Per questo le organizzazioni positive mettono in primo piano il benessere e la soddisfazione individuale, creando i presupposti affinché le persone apprendano la felicità come competenza e si allenino ogni giorno per essere felici.

Allenarsi alla felicità è alla portata di tutti, richiede però costanza: per questo abbiamo di recente dato vita alla Wellbeing Academy, un calendario d’incontri realizzato in collaborazione con CareUp che, con il coinvolgimento di professionisti multidisciplinari, approfondisce le tante sfaccettature del benessere e aiuta le nostre persone a comprendere come raggiungere miglioramenti concreti.

Rimanere sempre in ascolto

Un’organizzazione positiva deve poi rimanere sempre in ascolto, e sviluppare un modello di cultura aziendale flessibile e dinamico, in grado d’incontrare bisogni e necessità dei dipendenti, anche di fronte al cambiamento. I tempi di reazione dell’azienda – la capacità di proporre soluzioni innovative, che rispondano alle specificità dell’ambiente di lavoro e delle persone che lo popolano – è un fattore fondamentale.

Un esempio, per quanto ci riguarda, è stato fatto durante la pandemia: avevamo già implementato, in tempi pre-Covid, un’ampia offerta in termini di flessibilità, sostegno alla work-life balance e supporto psicologico per le nostre persone. Ed è proprio per questo che siamo stati in grado di affrontare la situazione con prontezza, supportando i nostri dipendenti e collaboratori nel passaggio al lavoro da remoto. Abbiamo fatto leva su quanto avevamo costruito in precedenza, e questo ha contribuito enormemente a mantenere viva la fiducia delle persone che lavorano con noi.

Felicità fa rima con cultura aziendale inclusiva

Va sempre tenuto presente, poi, che non tutti hanno le stesse esigenze, sia nel privato che a livello professionale. Temi come la diversità e l’inclusione devono essere parte integrante della cultura aziendale di ogni organizzazione che abbia a cuore la felicità e il benessere delle persone. Per questo dedichiamo particolare attenzione ai bisogni specifici delle donne, che costituiscono il 65% del totale delle persone che lavorano per noi, e alle necessità particolari di chi ha figli. Work-life balance, flessibilità ma anche formazione, con programmi pensati specificatamente per i neo-genitori, per supportarli e permettere loro di applicare le preziose competenze che acquisiscono nella cura e relazione coi figli, trasferendole anche all’ambiente di lavoro.

I parametri di Great Place To Work

Ma come si misura un’organizzazione positiva? Al di là delle dichiarazioni d’intenti, ci sono alcuni parametri che valgono più di altri, in primis il parere di chi lavora in azienda: ogni anno, l’istituto di analisi del clima aziendale Great Place To Work svolge un’indagine coinvolgendo dipendenti e collaboratori delle imprese che si candidano, e stila così una classifica delle migliori aziende per cui lavorare in Italia. Noi di Biogen Italia anche quest’anno siamo primi nella nostra categoria (50-149 dipendenti), tanto nella classifica dei Best Workplaces 2023 quanto in quella dei Best Workplaces for Women 2023.

Si tratta ormai, per noi, di una “tradizione”: da 11 anni siamo presenti in classifica, sempre ai primi posti. Crediamo infatti sia importante essere sempre disposti a misurarsi, per verificare che le soluzioni e le strategie adottate per favorire felicità e benessere dei dipendenti continuino a dare i propri frutti. Non ci si può e non ci si deve accontentare se si vuole continuare a crescere, evolvere e innovare. In questo senso, la certificazione di Health Friendly Company, che ci è stata conferita da parte di Fondazione Onda, rappresenta un’altra attestazione della nostra costante attenzione per la tutela della salute e del benessere delle nostre persone.

Saper rendere reale la felicità sul lavoro

Un’organizzazione positiva, in conclusione, si misura e riconosce proprio sulla base della capacità di dimostrarsi dinamica, inclusiva e in grado di adattarsi e anticipare i bisogni delle proprie persone. È una realtà che si impegna a rendere la felicità sul lavoro effettiva, con benefici concreti per tutti: lavoratori, stakeholder, comunità in cui si opera e, non da ultimo, l’organizzazione stessa. Nella convinzione che la felicità non sia una lontana utopia ma uno dei presupposti per continuare a crescere e innovare.