La sfida del reskilling: tra mappatura delle conoscenze e community

scritto da il 30 Agosto 2023

Post di Mara Contessi, Data Scientist – Tech Change, Strategy & Workforce Management presso Intesa Sanpaolo e corsista EMBA Ticinensis

Il reskilling in azienda è un processo fondamentale per mantenere l’efficienza e la competitività nel mercato attuale in continua evoluzione: permette di mantenere i dipendenti al passo con le nuove tecnologie e di riallocare le risorse in modo più efficiente.

Le notizie recenti di licenziamenti massivi in diverse realtà, soprattutto in aziende legate al Tech, non sorprendono più e fanno capire come in passato siano state effettuate scelte di hiring azzardate non compatibili con l’evoluzione del mercato.

La situazione italiana

In Italia la legislazione sul lavoro protegge i dipendenti dai licenziamenti indiscriminati e obbliga le aziende a valutare soluzioni alternative, come la riallocazione dei dipendenti, prima di procedere a un licenziamento per garantire un equilibrio tra la flessibilità del mercato del lavoro e la tutela dei diritti dei lavoratori.

La scelta del legislatore italiano in merito alla protezione del lavoratore risulta sicuramente più vincolante per le aziende, ma, oltre ad essere eticamente più sostenibile per il sistema sociale, permette anche ai datori di lavoro di poter sfruttare al meglio le risorse già assunte e di non perdere risorse e know-how già acquisiti in precedenza.

Anche senza la presenza di numeri definitivi si stima che sempre più aziende stiano riconoscendo l’importanza del reskilling per mantenere la competitività e la flessibilità del proprio workforce in un mondo in continua evoluzione.

Come affrontare il reskilling?

Il processo di reskilling, anche quello meno strutturato, dovrebbe avere alla base la mappatura delle skills dei dipendenti e dovrebbe guardare al futuro introducendo una nuova tipologia di soluzione che si può affiancare alla formazione: la partecipazione a community di interesse.

Entrambi possono essere sfruttati non solo in un’ottica di “soluzione al problema” ma anche in una prospettiva di “prevenzione del problema” per evitare tensioni aziendali e la rincorsa all’adattamento che potrebbe pregiudicare i risultati di breve periodo.

Un’ulteriore occasione di “reskilling” è la twin transition, definita spesso come ‘doppia transizione’, che si configura come una simbiosi tra le transizioni tecnologico-digitale e quella ambientale richiesta principalmente dal PNRR.

La mappatura delle competenze

Con il rapido cambiamento del mondo tecnologico, molte competenze diventano obsolete in breve tempo. La mappatura aiuta le aziende a identificare le lacune e a pianificare il reskilling. Questo processo consente di riallocare le risorse in modo più efficiente, in quanto i dipendenti possono essere addestrati per svolgere compiti che rispondono meglio alle loro abilità e alle esigenze dell’azienda.

Per mappare le skills dei dipendenti, ci sono diversi metodi che possono essere utilizzati.

reskilling

(vege – fotolia)

Le modalità utilizzate per mappare le skills dei dipendenti sono diverse: le valutazioni delle competenze, in cui si chiede di fornire informazioni sulle abilità e conoscenze e su come vengono utilizzate nel ruolo, le analisi delle prestazioni oppure si possono utilizzare i feedback dei colleghi attraverso un sondaggio o una valutazione peer-to-peer.

Questi sono alcuni esempi; non esiste la ricetta perfetta dato che la scelta del metodo dipende dalle esigenze specifiche dell’azienda e dalla sua cultura aziendale, nonché dalle dimensioni e dalle disponibilità di risorse economiche e tecnologiche per la tracciatura.

Le possibili resistenze

Il processo di mappatura per essere davvero efficace ed utilizzabile deve essere svolto in anticipo rispetto alle eventuali esigenze di riallocazione e deve essere manutenuto nel tempo, ma ci sono diversi motivi per cui un’azienda potrebbe decidere di non affrontarlo.

In primo luogo, può essere un processo costoso in termini di tempo e risorse, potrebbe non essere una priorità per l’azienda in un determinato momento e i manager potrebbero non essere consapevoli dell’importanza e dei benefici che si possono ottenere.

Dal lato dei dipendenti, invece, ci può essere resistenza ad una valutazione che potrebbe influire sulla loro carriera e sulle loro opportunità di crescita oltre a preoccupazioni riguardo alla privacy e all’uso che verrà fatto delle informazioni raccolte.

Reskilling e community di interesse

Le community sono gruppi di persone che in genere nascono spontaneamente tramite la condivisione di interessi e competenze comuni. Il loro successo attuale è dovuto principalmente alla possibilità di mettere in comunicazione gli utenti sparsi per il mondo ma accomunati da passioni simili donandogli un’identità propria all’interno del gruppo stesso.

L’adattamento di questo modello alla realtà aziendale ha iniziato a diffondersi di recente, facilitato e supportato dalle nuove tecnologie sviluppate per la condivisione e dal necessario ricorso al lavoro da remoto che ha allontanato i dipendenti dalle “strutture fisiche” per avvicinarli sempre più tramite i collegamenti online.

Partecipare a questi gruppi permette ai dipendenti di rimanere informati sulle nuove tecnologie e di sviluppare competenze in questi campi. Inoltre, la partecipazione attiva a queste community stimola la curiosità e la motivazione dei dipendenti, incoraggiandoli a imparare nuove tecnologie in modo naturale e divertente.

In sintesi, perché è fondamentale il reskilling

Diverse aziende si stanno muovendo in questa direzione, soprattutto affidandosi ad attori esterni che hanno già una community attiva e che possono sfruttare gli stessi paradigmi snelli e riconosciuti dai partecipanti per creare progetti credibili e ad alto impatto.

Un esempio di questa collaborazione è lo sviluppo del progetto di Community Building di Banca BNL da parte di Datapizza, la Community di Data Science e Intelligenza Artificiale più grande in Italia; una StartUp Innovativa nata da una pagina Instagram nel Marzo 2021 e diventata punto di riferimento per gli appassionati di Data, Tech & AI che vanta già diverse interazioni di spessore (bip Xtech, Vedrai Agile Lab, Talent Garden) e una community che si stima intorno ai 500 K follower per la fine del 2023.

In sintesi, il reskilling è fondamentale per le aziende poiché aiuta a mantenere i dipendenti al passo con le nuove tecnologie, permette di riallocare le risorse in modo più efficiente e potrebbe essere implementato in modo innovativo tramite la partecipazione alle community di interesse. Questo a sua volta migliora la motivazione e le competenze dei dipendenti, rendendo l’azienda più competitiva e pronta ad affrontare le sfide future.

Pnrr e reskilling: la twin transition

Un’altra ulteriore occasione di “reskilling” per le aziende ed una sfida per le persone è rappresentata dalla “twin transition”, richiesta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che consiste nella modernizzazione dei processi produttivi attraverso lo sviluppo di soluzioni volte a rendere le aziende più sostenibili. Come?

Iniziando sin d’ora ad introdurre o potenziare nuove specifiche competenze, digital e green, che dovrebbero rappresentare sempre più le posizioni di lavoro future.

Molti sono i settori produttivi che richiedono tali competenze: dalle costruzioni all’energia, dalla meccanica alla logistica, dalla distribuzione all’agricoltura e alla chimica.

Uno strumento utile di supporto alle aziende interessate ad affrontare in modo innovativo la twin transition è il “Fondo Nuove Competenze” (Fondo pubblico che permette di finanziare una parte della Formazione) che, proprio quest’anno, prevede anche percorsi di “reskilling” digital e green. Sarà necessario, da parte delle aziende saper combinare la componente formativa tecnico-specialistica con la componente umana legata alla “gestione del cambiamento”. Le persone che seguiranno percorsi di Reskilling saranno coinvolte imparando a lavorare con nuove modalità e dunque nuovi saperi, ma allo stesso tempo motivate dalle prospettive future di un inserimento in attività, ruoli, posizioni che possano rappresentare un valore aggiunto, purché le aziende dimostreranno la coerenza tra le nuove competenze e le strategie e i piani che metteranno in campo.