L’Europa e il lavoro delle donne: due anni per non tradire le attese

scritto da il 09 Febbraio 2024

Post di Mariangela Miceli, avvocato e consulente senior in Government & Public Eu Funds –

All’interno della Programmazione europea una parte dei fondi dei Programmi Operativi cofinanziati dai fondi strutturali europei è riservata al Fondo Sociale europeo, il quale consente di accrescere le opportunità di occupazione dei cittadini europei, promuovendo lo sviluppo dell’istruzione e della formazione e puntando a migliorare la situazione dei soggetti più vulnerabili.

All’interno delle politiche di coesione la nuova programmazione europea ha fornito un notevole input ad iniziative mirate alla parità di genere nell’ambito della stessa politica di coesione.

In merito l’opinione di un’esperta in Government & Public EU Funds, la dottoressa Andreana Patti, Responsabile Area Sud della Società Archidata srl, la quale chiarisce che “la carenza di supporti ed altre importanti variabili quali il potenziamento di una rete di sostegno, diffusa sul territorio in maniera capillare, rendono necessaria la piena attuazione di misure europee come quelle inserite nel FSE PLUS (volto al contrasto del fenomeno del divario di genere in particolare nel mercato del lavoro, n.d.a.). Queste diventano strumenti indispensabili in una logica programmatica volta a contestualizzare e soddisfare i bisogni delle donne che devono affrontare – oltre alla disparità di genere – anche i divari sociali ed economici legati alla condizione delle regioni del sud. Occorrono analisi puntuale dei fabbisogni, velocità di attuazione delle risorse programmate, monitoraggio e valutazione sugli obiettivi, che siano in grado di affrontare i divari di genere in materia di occupazione e di promozione dell’equilibrio tra vita professionale e vita privata per donne e uomini, anche attraverso la realizzazione di infrastrutture e l’accesso all’educazione nonché alla cura della prima infanzia”.

Le opportunità di finanziamento sono molteplici come anche la normativa di settore, tra cui si annovera sia il PNRR che la legge di bilancio 2022 (articolo 1, commi 139- 148, L. n. 234/2021).

Il Piano strategico nazionale e il Codice degli Appalti

Le politiche sul tema riguardano ed hanno riguardato anche l’attivazione di un Piano strategico nazionale per la parità di genere e un Osservatorio nazionale per l’integrazione delle politiche per la parità di genere, istituito con DM 4 febbraio 2022, a cui competono le funzioni di monitoraggio, analisi, studio e proposta dei possibili strumenti per dare attuazione alle indicazioni contenute nel Piano nazionale di cui sopra.

Anche il nuovo Codice degli Appalti ( D. lgs. 36/2023) è intervenuto al fine di favorire sotto il profilo normativo la promozione della parità di genere negli appalti, con la previsione, ad esempio dell’art. 57 che prevede misure orientate a garantire le pari opportunità di genere o dell’art. 108 che prevede l’adozione di politiche tese al raggiungimento della parità comprovata dal possesso della certificazione della parità di genere.

Le risorse FSE+ per le donne

In merito all’FSE PLUS i dati finanziari riportano un ammontare complessivo delle risorse programmate sull’Obiettivo Specifico C (sia a livello nazionale che regionale) pari a 1.197.698.834 euro (UE+CN), ossia il 4.18 % della dotazione di tutti i programmi FSE+ in Italia. [Fonte Tecnostruttura 29.12.2023]

L’Obiettivo Specifico C riguarda in particolar modo tutti i Programmi Regionali FSE+ e il Programma Nazionale Giovani, Donne, Lavoro ed ha come fine quello di sostenere misure dirette alla promozione e al rafforzamento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e il fine di ridurre le ampie differenze di opportunità di carriera e remunerazione, in considerazione anche dei livelli d’istruzione mediamente più elevati dei loro coetanei uomini.

La dotazione finanziaria nazionale dell’OS C ammonta a 620.203.334 euro.

donne

(Blue Planet Studio – stock.adobe.com)

Gli ulteriori interventi programmati mirano a rimuovere alcuni dei principali ostacoli all’accesso e alla permanenza delle donne nel mondo del lavoro – costituiscono di fatto uno strumento essenziale per sostenere l’occupazione e l’occupabilità femminile, tra gli interventi si annoverano:

– Welfare territoriale e aziendale (smart working e misure family friendly);

– Servizi di cura (potenziamento dei servizi e accesso);

– Contrasto agli stereotipi e disparità di genere (differenze retributive e progressione di carriera).

Parità retributiva, il traguardo europeo del 2026

Le disposizioni appena esplicitate rientrano nelle previsioni dell’art. 157 TFUE 2006/54/CE sulle pari opportunità e sul pari trattamento di uomini e donne in materia di occupazione e impiego.

Entro il 7 giugno 2026, infatti, gli Stati membri dell’Unione saranno tenuti ad attuare ed emettere tutte le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva sulla trasparenza e la parità retributiva n. 2023/970.