Settore assicurativo e intelligenza artificiale: pronti ai blocchi di partenza

scritto da il 08 Maggio 2024

Post di Simone Ranucci Brandimarte, presidente e fondatore di Italian Insurtech Association e Presidente di Yolo Group – 

Il settore assicurativo è pronto ad abbracciare completamente l’intelligenza artificiale. Da quello che IIA – Italian Insurtech Association ha visto dal suo canale privilegiato, soprattutto a seguito del nostro ultimo evento focalizzato proprio su questo task, tutte le principali compagnie assicurative sono ai blocchi di partenza, pronti a lanciarsi in questa nuova sfida.

Il mercato, e non solo quello assicurativo, si trova di fronte ad un vero paradigma tecnologico, esattamente come è stato l’avvento dell’elettricità e la nascita di Internet 30 anni fa, invenzioni destinate a rivoluzionare per sempre le nostre viste. L’AI Gen rappresenta una nuova rivoluzione, e tutti gli operatori sono chiamati a interrogarsi sulle conseguenze di questa tecnologia. Proprio per questo, secondo le nostre stime, entro fine anno saranno investiti in soluzioni di AI circa 50 milioni di euro da parte dei player del settore.

Una spinta propulsiva al settore assicurativo

L’intelligenza artificiale potrà portare una nuova spinta propulsiva al settore: da una parte potrà essere uno strumento molto utile per colmare il gap innovativo del mercato assicurativo rispetto ad altri comparti molto più avanzati. Pensiamo ad esempio al settore finanziario che ha avviato anni prima la propria trasformazione digitale e che oggi ha quasi smaterializzato la maggior parte dei suoi processi.

Dall’altra parte questa tecnologia potrebbe risolvere alcuni dei problemi atavici del mondo assicurativo, in primis la sottoassicurazione presente nel nostro Paese. L’adozione di questa tecnologia è progredita in maniera senza precedenti e questo fornisce un enorme vantaggio competitivo alle compagnie. Sarà infatti possibile, non solo ottimizzare i processi interni, utili a far crescere il settore, ma darà la possibilità di creare soluzioni e servizi sempre più su misura per il singolo cittadino, riducendo quella distanza che oggi persiste tra l’industria e il consumatore finale.

Le stima sulla crescita del Pil

Secondo alcune stime il Pil italiano potrebbe crescere del 18% nel caso le aziende nostrane adottassero questa tecnologia in maniera massiva. Questo porterebbe enormi benefici a tutto il sistema Paese oltre che al comparto assicurativo, che oggi vale circa il 7% del Prodotto interno lordo.

La sfida per i player del settore, come emerso al nostro evento AI e Insurtech: nuove frontiere e opportunità per un’industria assicurativa che guarda al futuro”, sarà quella di generare valore e utilità da questa tecnologia realizzando soluzioni e servizi che possano aumentare la loro competitività. Per fare questo è necessario integrare al meglio questa tecnologia all’interno dei processi aziendali e sfruttare nel modo migliore i famosi co-pilot di cui si sente molto parlare, degli strumenti che possono ottimizzare al meglio i lavori di tutti gli operatori.

Settore assicurativo e deficit di talenti: la soluzione?

Ricordiamo che uno dei principali deficit del settore assicurativo italiano è quello di non riuscire attrarre talenti, soprattutto con competenze tecnologiche elevate. Questi profili non vedono il comparto assicurativo abbastanza challenging quando si parla di innovazione.

L’intelligenza artificiale potrebbe sopperire questo problema in una duplice veste. Da un lato l’adozione massiva di questa tecnologia aumenterebbe molto il livello tecnologico del comparto, facendolo diventare più appealing nei confronti di professionisti che al momento lo guardano con scarso interesse. Dall’altra, questa tecnologia può essere un prezioso partner per i lavoratori, ottimizzando tutti i processi e velocizzando le loro funzioni. In questo modo si riuscirebbe a tamponare il tema della carenza di talento qualificato già esperto.

La chance di ridurre il gap tecnologico

Il settore assicurativo si trova quindi ad avere finalmente l’opportunità di ridurre, in maniera sostanziale e immediata, il gap tecnologico che lo ha sempre distanziato rispetto agli altri comparti prima citati. Alcune compagnie si sono già mosse per tempo, mettendo in atto anche dei forti investimenti, Generali per esempio ha già dichiarato di aver destinato 1,1 miliardi di euro di investimenti nella trasformazione digitale e tecnologica – tra cui sono comprese soluzioni di IA – con l’obiettivo di migliorare l’esperienza dei clienti, ottimizzare i processi di underwriting e gestione sinistri, e sviluppare nuovi prodotti.

Come molti nostri associati hanno dichiarato, ora l’importante è non temere questa tecnologia me essere pronti ad abbracciarla, nel rispetto delle normative che in questo momento l’Italia si sta impegnando a realizzare, anche attraverso l’AI Act.