26 Gennaio 2017

Euro, il Target 2 è la punta dell'iceberg

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Il dibattito sul costo-opportunità dell’adesione dell’Italia all’Unione Monetaria Europea si è recentemente riacceso. La scintilla è stata provocata da una risposta di Mario Draghi ad un’interrogazione al Parlamento Europeo in cui gli si chiedeva, nella sua veste di Governatore della BCE, delucidazioni sulla posizione netta italiana nel sistema di pagamenti dell’Area euro, il Target2. Nel rispondere Draghi ha fatto presente che secondo le statistiche più recenti, relative a novembre 2016, l’Italia è in debito verso il resto del sistema per circa 360 miliardi di euro. La Germania, invece, ha una posizione creditizia pari a...

11 Gennaio 2017

La vigilanza bancaria europea va potenziata, non contrastata

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Il fallimento dell’aumento di capitale di MPS è stata una nuova occasione per il Governo italiano di entrare in polemica con le autorità europee, in questo caso con la supervisione bancaria affidata alla BCE. La questione riguarda l’ammontare dell’iniezione di capitale richiesta: dai 5 miliardi di euro previsti per il piano di mercato recentemente naufragato si è passati a 8,8 miliardi per l’intervento diretto dello Stato. Quale causa della  “lievitazione” delle risorse necessarie a mettere in sicurezza MPS non bisognerebbe però indicare un complotto anti-italiano. L’operazione di mercato prevedeva infatti la pulizia...

29 Novembre 2016

Perché Mps è un problema nostro, mentre Deutsche Bank è un problema di tutti

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L’introduzione del bail in nelle regole europee ha sortito un effetto chissà quanto previsto dai suoi fantasiosi inventori. Ha creato, accanto ai normali strumenti di debito, una sorta di debito “minato”, pronto a esplodere non appena si verifichi il click di una qualche disgrazia nella banca che l’ha emesso. Il caso di Mps, è l’esempio più vicino a noi di come funzioni e gli effetti che provochi questo debito a orologeria. Ma non è certo l’unico. Al contrario, la tematica è talmente sensibile che la Bce ha ritenuto opportuno farne oggetto di un approfondimento nella sua ultima financial stability review. Non è...

23 Novembre 2016

Se i dollari fossero carri armati non saremmo solo circondati

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Occhi curiosi, a volte timorosi, guardano al mercato valutario con rinnovata attenzione da quando l’America si è data un nuovo presidente che promette di farla tornare grande. E sarà il tono, sarà il tipo, ma da quando Trump è stato eletto il biglietto verde sembra avviato a rafforzarsi. Il combinato disposto fra le decisioni di politica monetaria della Fed, che dovrebbe alzare nuovamente i tassi a fine anno, e le promesse di Trump disegna uno scenario rialzista per il biglietto verde. E non è affatto detto che ciò che va bene per il dollaro, incidentalmente la moneta internazionale di fatto se non di diritto, vada bene per il...

30 Settembre 2016

Un'altra divergenza fra Usa e Ue: quella del mercato del lavoro

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Sempre più avviate su strade economiche diverse, viene da chiedersi se le numerose divergenze che si stanno sviluppando fra Usa e Ue non finiscano con l'alimentare le pulsioni de-globalizzanti che ormai attraversano i due continenti e che si manifestano in tanti modi, ad esempio col notevole rallentamento del commercio internazionale. Una globalizzazione che crea economie divergenti, insomma, nega in qualche modo se stessa. E i politici, prima o poi, dovranno tenerne conto. I fatti per ora ci dicono che alla crescente divergenza monetaria fra Usa e Ue, che in qualche modo ne ha generata un'altra nei settori bancari delle due aree,...

16 Settembre 2016

La ripresa anemica e l'accerchiamento europeo della cassaforte tedesca

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Pochi giorni prima che Mario Draghi esortasse i paesi con spazio fiscale - e segnatamente la Germania - a farsi carico di politiche espansive, la Commissione europea ha pubblicato un paper molto eloquente già dal titolo: “Public Investment Stimulus in Surplus Countries and their Euro Area Spillovers“. Per carità: è soltanto un esercizio teorico, ma a ben vedere sembra un modo politically correct per parlare a suocera affinché nuora intenda. I tecnici della Commissione, in pratica, danno sostanza teorica alla vulgata ormai assai diffusa che la ripresa dell'economia anemica dell'eurozona passi per la cassaforte tedesca, della...

30 Giugno 2016

Perché Brexit non si farà (e come dovrebbe muoversi l'Europa)

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All’indomani del referendum, quando David Cameron ha annunciato le sue dimissioni e la decisione di passare al prossimo governo britannico il compito di notificare al Consiglio europeo la volontà del Regno Unito di uscire dall’Ue - in linea con l’articolo 50 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea - quasi nessuno ne ha intuito l’importanza per il futuro della Brexit. Ogni giorno che passa, tuttavia, quella decisione assume un’importanza sempre più grande e potrebbe fornire uno strumento politico e legale unico per ribaltare il verdetto del 23 giugno. La mossa di Cameron La posizione prudente di un brexiter come...

26 Maggio 2016

I (troppi) risparmi europei emigrano negli Usa e fuggono dagli Emergenti

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La buona notizia è che il risparmio nell’eurozona continua a crescere, del 6,5% a fine 2015 rispetto al +5,3% di fine 2014. Quella meno buona è che non trovando evidentemente impieghi migliori in casa, finisce sempre più all’estero, e in particolare nei paesi avanzati, Stati Uniti in testa, mentre continuano a fuggire dai paesi emergenti. L’ultimo aggiornamento della Bce sull’analisi dei saldi settoriali dell’area conferma una tendenza che avevamo già osservato un paio di mesi fa, che si caratterizza per la sostanziale scomparsa degli investimenti pubblici e una costante eccedenza di risparmio rispetto agli investimenti,...

09 Maggio 2016

Quanto è credibile il misterioso Shanghai Accord sulle valute?

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Il 22 settembre 1985 presso l’Hotel Plaza di New York i ministri delle finanze ed i banchieri centrali del cosiddetto gruppo dei 5 (G5) formalizzarono il più importante memorandum di intervento sul mercato valutario dalla fine del sistema di Bretton Woods,  quello che è stato definito il “Plaza Accord”. Si giunse così al termine di un quinquennio che, caratterizzato dagli alti tassi d’interesse reali introdotti dalla Fed nel 1981 e continui e crescenti deficit  pubblici dell’amministrazione Reagan, avevano determinato l’apprezzamento del dollaro di circa il 45% rispetto alle altre principali valute. Se agli inizi degli...

11 Aprile 2016

Una "unione degli investimenti" per spingere l’Europa fuori dalla crisi

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Pubblichiamo un post di Guido Iodice e Thomas Fazi. Iodice scrive di politica, tecnologia ed economia su diverse testate. Nel 2012 insieme a Daniela Palma ha dato vita a Keynes blog. Fazi è saggista, giornalista, traduttore e autore di documentari. Scrive di questioni europee per testate italiane e straniere. Collabora con la rete della società civile Sbilanciamoci!. Sito: thomasfazi.net -

In una recente intervista a Le Figaro, il ministro dell’Economia Padoan ha usato parole molto dure contro l’Unione Europea. Secondo il titolare di via XX Settembre, le regole europee «imponendo all’Italia aggiustamenti dolorosi, le recano...