Una settimana di Econopoly (quella dell’accordo per l’Ilva)

scritto da il 09 Settembre 2018

È sbocciato giovedì, quasi inatteso, l’accordo per il rilancio dell’Ilva. Sono trascorsi sei lunghi anni dal sequestro degli impianti disposto dal gip di Taranto Patrizia Todisco. Nel comprensibile plauso generale è passato leggermente in secondo piano il fatto che solo pochi mesi fa chi ha poi firmato per conto del governo prometteva solennemente che l’acciaieria sarebbe stata chiusa, per il bene dei tarantini tutti.

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Ecco. Questa è solo una delle retromarce degli ultimi sette giorni. Eh sì, la settimana dell’accordo che affida il futuro produttivo di una regione e quello lavorativo di 14mila persone agli indiani di ArcelorMittal, è stata anche la settimana delle marce indietro. Per dire, i dioscuri Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i vicepremier che disegnano le traiettorie politiche del governo giallo-verde, in altrettante interviste al Sole 24 Ore hanno rassicurato il mondo sul fatto che, come ha scritto Paolo Bricco, i barbari tanto temuti non arriveranno. Almeno non subito. I parametri europei vanno rispettati, i conti devono essere tenuti in ordine, altroché.

Non sorprende, quindi, che il pezzo più letto su questi pixel (citazione del nostro Francesco Bruno) sia stato quello di Beniamino Piccone, con un titolo vagamente ironico (lo diciamo per non confondere i meno avvezzi all’ironia):

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A seguire, le analisi sull’agenda economica dei prossimi mesi, una provocazione di Enrico Verga sui millennial(s) e, ancora, il punto sulla tragedia del ponte Morandi a Genova (le retromarce anche qui sono dietro l’angolo).

Buona lettura e rilettura.

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