Le scatole vuote della finanza: come si rischia tra Spac e criptovalute

scritto da il 06 Settembre 2022

Finanza di strada capitolo 3. Va bene. Chi ha studiato un po’ (non dico tanto) di economia e finanza ha pensato per molto tempo che le azioni di un’impresa valgono per il valore attuale dei flussi di cassa futuri prevedibili, scontati a un tasso che rappresenti il costo opportunità degli investitori in quell’impresa. Però sembra che adesso tutti quelli che hanno studiato un po’ (non dico tanto) di economia e finanza siano costretti a rivedere la loro idea. Sono cose che nella vita succedono.

Vediamo. Innanzitutto la finanza ha tanti soldi, così tanti che forse, mi domando, questo è il motivo per cui compaiono sempre nuovi prodotti per attirare investitori. Non dico che non siano seri, ma a volte sembra di essere tornati ai baracconi da strada, ai saltimbanchi, ai carri con i cavalli e i venditori di medicine miracolose nelle fiere di paese. Non lo so, sto solo ragionando a voce alta.

A un certo punto, al mercato della finanza sono spuntati dei banchetti strani, su cui non sembrava esserci niente. C’erano dei tizi che esponevano delle scatole, scatole vuote intendo, le proponevano in vendita e, sapete, qualcuno le comprava!  Ogni tanto un passante si fermava e rivolto al venditore gli diceva “ehi, amico, ma sono vuote!”. E il venditore rispondeva pronto “no no! non sono vuote, ti sembrano ma non lo sono, credimi! sono idee per acquisire in futuro aziende di valore e se tu metti una quota adesso quando l’acquisizione si farà sarai un socio di un’azienda di valore”. Al che i passanti, presumo, si grattavano la testa: alcuni pensavano no, questo tizio non mi convince, non credo che avrà la possibilità di comprare aziende buone in futuro con i soldi messi in questa scatola vuota. Altri però, molti altri, si fermavano, si grattavano la testa e pensavano “ehi! però! questo tizio sembra avere molta fiducia e delle buone idee, quindi è probabile che in futuro con questa scatola che adesso è vuota possa comprare una buona azienda. Certo, con i soldi di chi ci mette dentro qualcosa, e quindi perché no? io voglio essere sul carro quando questo avverrà”. E questi tizi tiravano fuori il portafoglio e mettevano soldi nella scatola, per adesso vuota.

spac

Poi potevano succedere due o tre cose: 1- la scatola vuota restava vuota per troppo tempo e l’investimento non era stato buono; normalmente, se il tizio del banchetto era onesto, i soldi messi nella scatola vuota venivano restituiti. 2- La scatola vuota rimaneva vuota ma non per troppo tempo da farla diventare una VERA scatola vuota, e chi aveva messo i soldi riusciva a trovare qualcuno a cui vendere la sua quota della scatola vuota e usciva dalla scatola vuota per lasciare il posto a qualcun’altro (per il momento). 3- la scatola vuota comprava una buona azienda e ce la metteva dentro, chi aveva messo soldi nella scatola che una volta era vuota era entrato in un potenziale affare, e la nuova azienda poteva andare molto male, e allora i soldi messi nella scatola vuota erano persi, ma anche molto bene, e allora l’investimento era stato buono.

Questa è un po’ la storia, semplificata e da non prendere troppo sul serio, devo ammettere, delle Special Purpose Acquisition Companies (SPAC), le scatole vuote, alcune che si sono riempite, altre no. Facendola semplice in fondo sono come delle scommesse, o dei futures sulle buone intenzioni e sulla fiducia, nulla di nuovo teoricamente, ma con in più quel senso di vertigine che dà il vuoto, quando è in una scatola in cui tu dovresti mettere i soldi (nei future reali, tu metti i soldi comunque su qualcosa che esiste già sul banchetto del mercato, solo che non sai quanto varrà fra sei mesi o un anno). La maggior parte delle Spac sono basate alle Cayman e nel Delaware, due paradisi fiscali.

Ma si può andare oltre nella vertigine. Adesso ci sono tizi in giro che tirano fuori delle scatole, scatole anche queste completamente vuote, le mettono sul banchetto e dicono ehi! Chi vuole diventare socio di questa scatola pagando una quota? Molti guardano attentamente le scatole e chiedono: Ma cos’è? Vuoi riempirla con una azienda in futuro? Neanche per sogno, non la riempio con niente. Tu devi solo mettere i soldi. Il valore della scatola è già qui, anche se non lo vedi.  E dov’è questo valore, continuano a domandare. Eh, non si vede ma sta nella testa di tante persone che credono in questa scatola vuota, anche se sarà sempre vuota, ma per loro vale perché per molti altri vale e continuerà a valere, capisci? E se tu oggi sottoscrivi una quota  quel vuoto che è nella scatola sarà un po’ tuo e il tuo investimento crescerà con l’onda che spinge in su il suo valore, perché te lo ripeto, molti credono che questa scatola abbia valore, e chi siamo noi per negarlo se molti la pensano così? Diversamente, se non sottoscrivi, ti mangerai le dita.

Per fortuna i più se ne vanno scuotendo la testa ma sai com’è, in giro c’è tanto denaro e tanta voglia di credere in qualcosa, quindi un bel po’ di gente alla fine dice ehi! Perché no, bisogna anche scommettere, bisogna rischiare, bisogna dare fiducia alle relazioni. Quasi quasi compro una quota ed ecco che il denaro comincia ad affluire in queste scatole vuote che saranno sempre vuote e che raggiungono un valore di mercato basato non sul valore attuale stimato del futuri flussi di cassa scontati a un tasso di interesse ragionevole (come potrebbe anche essere per le scatole vuote che ambiscono a diventare piene) ma sulla sensazione che molti altri credono in quella scatola vuota e sono disposti a mettere soldi e a spingerne in alto il valore. Ecco, sono nate le criptovalute.