Edilizia, un cambiamento non rinviabile per la sostenibilità

scritto da il 25 Ottobre 2022

Post di Riccardo Iovino, CEO & Founder di EdiliziAcrobatica –

Non è certo la prima volta, e ho ragione di credere che non sarà nemmeno l’ultima, che il settore dell’edilizia si trova al centro di una crisi che, puntualmente, viene definita senza precedenti. Da quando io stesso 28 anni fa ho fondato EdiliziAcrobatica, sono passato attraverso diverse crisi, da quella provata dallo scoppio della bolla dei mutui subprime fino a quella provocata dalla pandemia che ha imposto un blocco dei cantieri di alcuni mesi.

Oggi, a meno di due anni di distanza dall’ultima, ci troviamo ad affrontarne una nuova ma, a mio modo di vedere, non certo imprevedibile: quella del costo dell’energia e del caro prezzi delle materie prime. L’allarme generale che stiamo vivendo, in realtà, è solo l’ultimo tassello che va a completare un quadro complesso le cui origini affondano indietro nel tempo.

Materie prime e materiale da cantiere, un bel problema

Basterebbe ricordare come lo scorso autunno i vertici nazionali di ANCE avessero denunciato le crescenti difficoltà nel reperire materiale da cantiere, primo tra tutti quello per i ponteggi. A stretto giro, a questa condizione già complessa per il comparto, si è aggiunto il progressivo rincaro dei prezzi delle materie prime, condizionate dal costante innalzamento dei prezzi dell’energia e da una serie di politiche speculative alle quali, almeno il Governo italiano, ha tentato di porre un freno.

Tuttavia nessun imprenditore, qualunque sia il settore in cui opera, può assumere un atteggiamento attendista, sperando che la soluzione ai suoi problemi arrivi da qualcuno che non sia lui stesso. Problemi che nessuno nega e che ad oggi vivono imprese e famiglie italiane ed europee ma ai quali è possibile trovare una soluzione partendo dal modificare il proprio approccio mentale in base a quella che è la realtà in cui si vive.

Il conflitto Russo-Ucraino che sta determinando, tra le altre cose, un’impennata dei prezzi dell’energia e, di conseguenza, delle materie prime, ha provocato un’accelerazione del processo di transizione ecologica che altro non è se non la prima rivoluzione industriale del Terzo Millennio. Come ogni moto rivoluzionario, anche quest’ultimo, lascerà sul campo delle vittime, che saranno coloro che non ne avranno saputo cogliere le potenzialità ma saranno rimasti legati al passato.

Anticipare le tendenze del futuro

L’edilizia non è diversa da altri settori, o almeno non lo deve essere per l’imprenditore che vi opera e che oggi deve essere in grado di comprendere, anzi anticipare, la tendenza del futuro. Abbiamo a disposizione nuove tecnologie, processi di automazione e informatizzazione che, se adoperati in maniera ottimale, possono rivelarsi incredibili strumenti di crescita. Allo stesso tempo possiamo contare su una serie di aiuti di Stato che, anche se non avranno più la formula del Superbonus, possono rappresentare un trampolino per mettere a segno importanti risultati.

Edilizia e impatto ambientale

Non solo: se modifichiamo l’approccio mentale al lavoro nel nostro settore, e siamo disponibili al cambiamento, a partire da quello di un ridotto impatto ambientale, la difficoltà di oggi sarà senza alcun dubbio la più grande occasione per costruire uno straordinario domani. Perché al netto della crisi in corso, il nostro pianeta non è più in grado di sostenere un consumo di energia e un’immissione di sostanze dannose nell’ambiente come quello in cui abbiamo vissuto fino ad ora. Il pianeta ci impone un ripensamento dei sistemi produttivi che devono per forza essere meno impattanti e sostanzialmente più snelli.

edilizia

Per quanto riguarda il settore dell’edilizia, ad esempio, dovremo essere tutti pronti a rivedere il sistema di ristrutturazioni esterne perché la produzione di acciaio (con cui sono fatti i tubi innocenti) ha un peso enorme in termini di energia e di emissioni dannose. Detto in altri termini, non è più sostenibile per l’ambiente, e nemmeno per il sistema economico globale, che per ristrutturare un palazzo di 5 piani si montino ponteggi e impalcature la cui produzione implica un uso smodato di energia. Parimenti non lo è continuare a far viaggiare ponteggi, impalcature, e materiali per costruzioni su mezzi di trasporto obsoleti e altamente inquinanti e che, ovviamente, sono alimentati a diesel o benzina.

L’ingresso nella modernità

Esiste solo un modo per passare attraverso questa nuova crisi che sta vivendo il settore dell’edilizia e questo modo si chiama modernità. E comprendo bene che sia difficile da ‘digerire’ questa rivoluzione per un settore che, di fatto, è più o meno uguale a se stesso da secoli. Le case si costruiscono da una vita allo stesso modo, magari cambiano i materiali, ma la procedura è la stessa.

I palazzi si ristrutturano sempre allo stesso modo e nessuno, davvero nessuno, pensava che si potesse fare altrimenti, utilizzando una tecnica che ha un bassissimo impatto ambientale (i processi produttivi di una fune sono minimamente invasivi rispetto a quelli di una impalcatura). Quando 28 anni fa inizia io stesso a calarmi dai tetti dei vicoli di Genova, agganciato alle corde, c’era chi mi diceva che ero un folle perché esisteva un modo solo per fare ciò che facevo io, e quel modo non era quello che stavo sperimentando io.

Eppure quel modo di fare edilizia si è rivelato e continua a rivelarsi il modo più sostenibile non solo per le aziende come la mia, ma anche per il pianeta intero.