03 Aprile 2017

L'Eurobond è morto, viva l'Eurobond

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L’attività finanziaria sicura, il cosiddetto safe asset, rappresenta all’interno di qualsiasi sistema finanziario un elemento di determinante importanza per il suo funzionamento, non solo per la capacità di essere in ogni momento liquidabile, o per essere il più sicuro strumento di trasferimento di ricchezza nel tempo, ma per il fatto di avere un rendimento inversamente correlato all’avversione al rischio presente nel sistema. Maggiore l’avversione al rischio, maggiore il valore del safe asset (e quindi minore il suo rendimento) che rappresenta così l’ancora di sicurezza alla quale aggrapparsi quando tutto sembra...

06 Maggio 2016

La mutazione dei portafogli delle famiglie italiane dopo la crisi

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La crisi ha mutato radicalmente le consuetudini di investimento delle famiglie italiane. Ne possiamo avere contezza sfogliando l’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria di Bankitalia, nella sezione dove si osserva l’andamento delle condizioni delle famiglie. Qualcuno si stupirà, ma l’esordio è positivo. I dati, aggiornati al terzo trimestre 2015, dicono che “le condizioni finanziarie delle famiglie si rafforzano con la crescita del reddito disponibile (0,8 per cento in termini reali nel 2015). Gli indicatori sul clima di fiducia, pur risentendo della recente volatilità dei mercati finanziari, si attestano su livelli...

05 Maggio 2016

Un nuovo “whatever it takes” per l'euro

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Pubblichiamo un post di Guido Iodice e Thomas Fazi. Iodice scrive di politica, tecnologia ed economia su diverse testate. Nel 2012 insieme a Daniela Palma ha dato vita a Keynes blog. Fazi è saggista, giornalista, traduttore e autore di documentari. Scrive di questioni europee per testate italiane e straniere. Collabora con la rete della società civile Sbilanciamoci!. Sito: thomasfazi.net – In un precedente articolo pubblicato da Econopoly abbiamo evidenziato la necessità di un doppio canale per rilanciare gli investimenti e la domanda in Europa e, lasciandoci alle spalle la crisi, garantire la stabilità dell’eurozona. Il...

20 Aprile 2016

Il costo salato del "divorzio" fra banche italiane e titoli di Stato

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“Cosa sarebbe successo se le banche e le assicurazioni italiane non avessero assorbito l’eccesso di offerta di bond pubblici generate dal mercato al picco della crisi?”. Questa domanda, destinata a non avere risposta (e per fortuna) motiva il senso di un paper della Banca d’Italia (“Reforming the prudential treatment of bank’s sovereign exposure”) che ha il duplice pregio di riassumere lo stato dell’arte su un dibattito tanto astruso quanto sistemico, per la sorti della nostra finanza, pubblica e privata, e insieme tentare di capire cosa succederebbe ai bilancio delle banche, e soprattutto degli stati, se davvero si...

06 Marzo 2016

Titoli di Stato Usa, questa volta può essere diverso (e di quale QE parliamo?)

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Pubblichiamo un post di Carmen Reinhart, docente di sistemi finanziari internazionali presso la Kennedy School of Government, Università di Harvard - E COMUNQUE, DI CHI È STATO IL QE? di Carmen Reinhart Tra il 1913, anno della creazione della Federal Reserve americana, e la fine degli anni Ottanta, si può dire che la Fed fu l’unica realtà protagonista nelle operazioni di acquisto di titoli di stato statunitensi da parte delle banche centrali. Durante tale periodo, la Fed deteneva tra il 12% e il 30% dei titoli negoziabili del Tesoro americano (si veda il grafico), e a breve avrebbe raggiunto l’apice post-bellico nel tentativo...

15 Agosto 2015

Dal default "argentino" di Firenze un'idea meravigliosa: i perpetual bond

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«Lucha vi vendo e Pisa vi dono». Con queste parole Mastino della Scala sancì la vendita della città di Lucca al Comune di Firenze il 4 agosto 1341 per una somma di 180 mila fiorini d'oro. Ma se la guarnigione della città di Lucca passò ai fiorentini, il suo contado era presidiato da ingenti forze pisane e Firenze si dovette impegnare in una lunga, e dispendiosa, guerra per riuscire a prendere possesso dei territori acquistati. Queste vicende sono un'ottima esemplificazione dell'evoluzione della città comunale medievale da “città stato” a “signoria territoriale” e servono per farci comprendere come nella Firenze del 1340...

13 Maggio 2015

Quanto pesa la demografia sulla crescita?

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Non si può spiegare tutto attraverso un'unica variabile, ma qualche riflessione sugli effetti economici della demografia può essere interessante, specialmente per l'Italia. Un Paese con bassa natalità è, naturalmente, un Paese che invecchia; è perfino banale dire che questo implica un certo pattern di domanda e che incide sulla struttura produttiva, guidando investimenti ricerca e quindi di sviluppo economico in termini molto probabilmente più “conservativi”. Una popolazione più vecchia è anche meno propensa a rischiare, più prona a posizioni consolidate comode e relativamente sicure, o più brevemente: “rendita”. Il...