13 Luglio 2020

Tre mesi vissuti pericolosamente: il Covid ha cambiato la finanza?

scritto da

Era dal 1975 che l’indice S&P 500 non guadagnava il 17% in circa 3 mesi, mentre il Nasdaq non incamerava un +28% dal 1999, ovvero poco prima dell’esplosione della bolla “dot.com”. Cosa è successo? Andiamo con ordine: tutti ci ricordiamo metà marzo, il lockdown mondiale, Covid-19 in piena esplosione ed economia chiusa. Per il mercato borsistico tutto ciò ha un unico significato: il crollo peggiore dal 1929. Le principali piazze perdono tutte oltre il 10%, la svendita di titoli è enorme e a dominare è il panico. Ma nei giorni seguenti le borse rialzano la testa e mettono a segno un rally incredibile, compiendo una ripresa a...

08 Marzo 2017

La Bundesbank e l'Eurosistema, è tempo di fare un po' di sana autocritica

scritto da

Era circa un anno fa quando scrissi il primo di una serie di post in cui cercavo di descrivere come l’incremento del saldo debitorio della Banca d’Italia nel sistema di pagamenti della zona euro fosse nella sostanza differente rispetto a quello registrato tra il 2010 ed il 2012. Ferma restando la componente legata al rischio del sistema finanziario italiano, l’incremento delle passività estere di Banca d’Italia è stato guidato da autonome decisioni di portafoglio, principalmente degli italiani, che hanno reinvestito in attività estere le risorse emesse nell’ambito del cosiddetto Quantitative Easing. Per intendersi, se un...

02 Novembre 2016

Così le famiglie italiane si sono imbottite di bond bancari

scritto da

Una recente ricostruzione pubblicata di recente dalla Banca d’Italia ci racconta uno dei capitoli più interessanti e istruttivi del grosso libro sul risparmio italiano: l’epopea delle obbligazioni bancarie e del loro rapporto con le famiglie italiane, che già abbiamo sfiorato qualche tempo fa. La scelta di sicuro non è casuale. L’idillio degli italiani con le obbligazioni bancarie risale ai primi anni ’50, quindi la narrazione di Bankitalia somiglia a un lungo romanzo popolare che, fra alti e bassi, si è articolato per oltre sessant’anni, ossia da quando gli italiani iniziarono improvvisamente a diventare ricchi. Il paper...

29 Settembre 2016

Referendum sì o no e la suscettibilità dei mercati: cosa insegna il caso Brexit

scritto da

L’ampia diffusione dell’utilizzo del web da parte dei consumatori consente di avere a disposizione informazioni più precise sulle loro abitudini di consumo. L’utilizzo di Internet non si ferma però ai soli consumi: una delle attività più diffuse online è la ricerca di informazioni. In questo quadro analizzare la frequenza di ricerche online sull'interesse per il Referendum Costituzionale, che si terrà il prossimo 4 dicembre, può offrire utili indicazioni circa l’opinione che il popolo del web si è fatto sul quesito referendario. Analizzando le tendenze di ricerca su Google verso la tesi a favore e quella contraria alla...

20 Maggio 2016

Risparmiare o indebitarsi? il dilemma del consumatore e gli effetti del QE

scritto da

Per cose che succedono mi viene in mente di cambiare la mia vecchia automobile, che ormai va per i 15 anni, e di regalarmene una nuova. Mi incoraggio andando a spulciare il mio conto in banca, dove da un paio d'anni giace inutilizzato il mio povero gruzzolo di risparmi. Prima riuscivo a spuntarci qualcosina - coi Bot o i Btp, sapete - ma adesso questi arnesi rendono nulla, e anzi ci perdi. E siccome non sono abbastanza ricco per giocare al grande investitore, l'ho lasciato lì, a far muffa e a sciogliersi, una goccia alla volta, grazie al caldo abbraccio del fisco e della mia banca. Mi sembrano talmente inutili, questi soldi, che decido...

12 Maggio 2016

Quando lo stimolo monetario si rivela un freno al credito (e non solo)

scritto da

Il tasso di interesse è ormai trattato come qualcosa di fastidioso, da eliminare se si vuole che le cose migliorino. Ci è stato insegnato che per stimolare l’economia le Banche Centrali devono abbattere i tassi manovrando quelli sotto diretto controllo: più basso costo dei fondi → sostenibilità dell’indebitamento per consumo, redditività dei business → maggior domanda di credito → banche invogliate ad assecondare la domanda data maggior sostenibilità e redditività. L’altra possibilità è riempire le banche di liquidità “costringendole” a prestare, così che l’incremento dell’offerta tiri giù i tassi di...

04 Novembre 2015

Guadagnare l'8% al tempo del tasso zero (maneggiando con cura)

scritto da

Spread e rendimenti sono spesso protagonisti di titoli a caratteri cubitali, ma anche portatori di interrogativi ed equivoci: il rendimento medio dei BTP decennali emessi dal Tesoro nel 2014 era 3%. Esattamente un anno fa, a inizio novembre, il rendimento di un titolo decennale era inferiore al 2,5%. Da allora i rendimenti hanno continuato a scendere: oggi un BTP a 10 anni rende circa l'1,5%. Eppure chi ha comprato un anno fa un paniere di BTP con scadenza media a 10 anni, oggi si ritrova un rendimento che sfiora l'8,5%. Com'è possibile? È un inganno quello che declamano i titoli dei giornali o c'è qualche inspiegabile illusione...