In difesa degli spacciatori di merendine

scritto da il 23 Novembre 2016

Pubblichiamo una lettera aperta di imprenditori ed appartenenti al mondo del venture capital italiano, in supporto del ragazzo dell’ITIS Pininfarina di Torino, balzato agli onori delle cronache come “lo spacciatore di merendine”

Lo scorso anno uno studente dell’ITIS G.B Pininfarina di Torino è stato sospeso per aver messo in piedi un ingegnoso traffico di merendine. I prezzi delle macchinette sono alti, e si accorge che può trovare gli stessi prodotti a prezzi inferiori in supermercati vicini.

Decide di mettere su un piccolissimo business, qualcosa di simile al banchetto di limonate che si vedono nei film americani.

Prende le ordinazioni dai compagni di classe, e la mattina prima di entrare passa a comprare le merendine al supermercato.

Come premio per aver avuto questa intuizione, per essersi organizzato e aver creato valore per la propria comunità, il preside dell’istituto decide di sospenderlo.

Il nostro Spacciatore di Merendine quest’anno ci riprova ma viene sospeso di nuovo.

Distributor of confectionery and beverages in the RER in Paris

La differenza con lo scorso anno è che la sua storia finisce su tutti i giornali.

Capiamo che il Preside si sia sentito in dovere di fare qualcosa, preside, avendo la responsabilità di ciò che accade nell’istituto.

Ma sarebbe stato meglio trovare un modo per aiutare ed incoraggiare il ragazzo preservando il suo talento.

La sospensione dello scorso anno, così come quella di quest’anno non significa educare ma semplicemente punire.

Lo Spacciatore di Merendine ha una famiglia numerosa, papà operaio e mamma segretaria. Non sembra il background di chi naviga nell’oro.

La sua storia è simile a quella di molti altri ragazzi ed anche di alcuni di noi.

Siamo stati anche noi il bambino o la bambina che nei film americani vende limonate davanti casa. Lo siamo ancora, nell’animo.

Questa lettera è per dire allo Spacciatore di Merendine: siamo tutti con te. Non sei un delinquente, non sei un criminale. Sei un ragazzo con voglia di fare, con intuizione, e con coraggio.

Il coraggio, la voglia di rischiare e di vedere attorno a te opportunità — che tu hai già dimostrato — è quello che ti servirà più di tutto nella vita.

Vorremmo che questa storia fosse d’esempio per chi, come noi pensa che la libertà di fare impresa, prima che burocratica o finanziaria, sia una questione culturale: l’Italia deve decidere se vuole coltivarla o vuole stroncarla.

Noi stiamo dalla parte di chi la coltiva.

firmato,
Tobia De Angelis, Davide D’Atri, Giacomo Zucco, Augusto Coppola, Roberto Magnifico, Simone Ridolfi, Alberto Piras, Marco Deiosso, Antonio Vecchio, Domenico Nesci, Antonio Baldassarra, Mattia Montepara, Enrico Pandian, Mirko Oliveri, Federico Quarato, Alessandro Salvati, Diego Pelle, Chiara Mastro, Alberto Nasciuti, Chiara Parato, Luca Barboni.

Se vuoi firmare anche tu questa lettera, scrivimi su Twitter Tobia De Angelis