Ecco le 10 cose che accadranno nel 2021… preparatevi

scritto da il 01 Gennaio 2021

Senza voler essere ottimista o pessimista ho pensato di elencare i 10 eventi più significativi (a mio avviso), che accadranno quest’anno. Gli eventi che seguono sono già stati definiti, normati, e condivisi

Nuova legge default aziendali

Non si parla dei fallimenti causa Covid, ma della legge che è stata già approvata in sede europea e arriva in Italia dal 2021. Per riassumere la legge, stante la nuova disposizione, un debitore è considerato in default (ovvero, in stato di inadempienza di un’obbligazione verso la banca) quando ha luogo almeno una delle seguenti condizioni

Condizione oggettiva: l’azienda è in arretrato da oltre 90 giorni. In pratica non ha ancora pagato una qualche forma di debito rilevante e ha superato i termini convenuti con l’istituto emettitore del credito.

Condizione soggettiva: la banca ritiene improbabile che, senza il ricorso ad azioni come l’escussione delle garanzie, il debitore pagherà quanto dovuto.

La Banca d’Italia ha emanato un comunicato per spiegare come saranno applicate le nuove norme: a partire dal 2021 avranno un impatto importante sulle aziende italiane e sui rapporti finanziari con banche o altri istituti di credito. Il monitoraggio e la pianificazione di tutti i flussi di cassa, magazzino, investimenti straordinari saranno interessati e richiederanno maggior attenzione. Il mercato del debito (Utp e Npl) andrà a crescere.

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Fonte Cloudfinance

Vaccino mRNA

Si stima che entro fine 2021 tutti gli aventi diritto (quanto meno nel mondo occidentale) saranno vaccinati. La nuova generazione di vaccini è basata sul RNA messaggero. Per semplificare (ma invito all’approfondimento) il vaccino in sé è una sorta di “manuale di istruzioni” iniettato nel corpo dell’individuo. Il vero successo tuttavia non è quello medico sanitario ma quello finanziario. Coloro che gestiscono e/o han creato questa nuova generazione di vaccini sono divenuti improvvisamente molto ricchi. Tutte le case farmaceutiche prevedono una grande crescita di fatturati futuri: questo tipo di vaccini, infatti, può essere prodotto più velocemente e a costi più bassi. Addirittura alcuni parlano di vaccino contro il cancro. Una nuova rinascita per l’industria dei vaccini e la relativa filiera.

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Fonte: Nature

Recovery fund

Arrivano i soldi dall’Unione Europea, non tutti nel 2021, ma sarà un inizio. Sulla carta una grande opportunità, tuttavia…Tutte le industrie, colpite o meno da Covid, vogliono una fetta della torta. Tutti i politici egualmente vogliono metterci sopra le mani (per il bene dell’Italia, ovvio). Se osserviamo come sono stati sprecati i fondi EU in passato c’è da essere preoccupati. Non da ultimo il debito, come detto, va ripagato. Se questi soldi non saranno investiti correttamente l’Italia semplicemente fallirà come stato sovrano. Mi domando se l’attuale classe dirigente (maggioranza e opposizione) sia conscia che la loro attività ricadrà sui loro/nostri figli.

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Fonte: EdnH

Sfratti & licenziamenti sbloccati

Allo stato attuale gli sfratti e relative azioni legali-immobiliari sono bloccati sino a giugno; i licenziamenti sino a marzo. Possiamo pensare che si continuerà così sino a che non tornerà la situazione economica pre-Covid? No. La “copertina” è la stessa per tutti: stato, privati, aziende. Azienda che non guadagna e non licenzia è sotto stress. Padrone di casa che non prende l’affitto è più povero. Quando questi due blocchi innaturali saranno sciolti quante saranno le proprietà in affitto che torneranno libere sul mercato? E quante saranno riaffittate a breve, considerando che le aziende potranno licenziare? Forse una soluzione potrebbe essere lo smartworking: aumenterebbe i risparmi aziendali a favore di una (potenziale) minor forza lavoro licenziata. Bene inteso questo “scambio” lavoro/smartworking è una mia ipotesi, non una certezza.

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Fonte: Monitor Immobiliare

Smart working

Anche dopo l’emergenza sanitaria lo smartworking è qui per restare. Tutte le grandi aziende hanno definito piani per integrare questa modalità di lavoro. Il vantaggio per le aziende è piuttosto semplice: risparmio. Nel 2021 quando tutte le aziende faranno i conti la scelta (plausibile) sarà, detta brutalmente, se tagliare molta della forza lavoro e tornare ai metodi precedenti (comunque non prima di fine emergenza sanitaria, quindi 6-12 mesi ancora in smartworking) oppure tagliare meno persone ma farne stare di più in remoto. Il fenomeno avrà anche vantaggi per tutti coloro che cercano un equilibrio più strutturato tra vita familiare e lavorativa. Nulla di buono per il mercato immobiliare, per osservare la sindrome da ufficio vuoto basta leggere lo scenario Americano. Le aziende consumer stanno già ristrutturando le produzioni per andare incontro ai consumi dei “remotizzati”. Mentre nel mondo delle vendite al dettaglio c’è una spaccatura. I digitali hanno gli occhi che brillano, mentre il commercio fisico è terrorizzato (inutile usare mezze parole). Le recenti parole di Confcommercio sul 2020 sono piuttosto indicative.

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 Fonte: Confcommercio

 Guerra al big tech

Le tre grandi regioni che influenzano il mondo dell’innovazione (in Cina si testa, in Eu si norma, in Usa si inventa) sono in fermento. Con metodi simili queste nazioni (o unioni di nazioni) hanno dichiarato la prima guerra digitale. L’asse digitale è composto dai monopolisti (o semi-monopolisti) come Amazon, Google, Facebook senza dimenticare Tencent e Alibaba. Accusati di pratiche monopolistiche, di manipolare i dati (i famosi big data) dei cittadini, di possedere troppo potere finanziario e politico (questo non si dice… si pensa).

Dall’altro lato gli alleati sono Ue, Cina e USA i cui politici, sorprendentemente, si sono accorti che i Big tech sono too big to exist (troppo grandi per esistere). Negli ultimi anni le elezioni americane han mostrato come i social network possono alterare la percezione degli elettori, mentre in Cina Alibaba e Tencent ormai possiedono i dati di una buona fetta dei cittadini del dragone (quanto meno quelli urbani). Nessun governo può concedersi il lusso di essere esautorato. La guerra comincia quest’anno ma non finirà prima di un quinquennio (specialmente sul fronte occidentale con lobbisti e avvocati aziendali pronti allo scontro all’arma bianca se necessario). I cittadini comuni avranno da beneficiare nel caso vincessero gli alleati. Maggior concorrenza, come ci insegnano i dettami del liberismo, implica più offerta, prezzi più vantaggiosi. A questo si aggiunge l’opportunità, per molte altre società digitali di emergere invece di essere soppresse e acquistate alla nascita (soffocati alla Facebook “better to buy than compete”).

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Fonte: Cold Fusion

Brexit: ready or not here we come

Il signor Boris Johnson ha dichiarato che c’è un accordo. A leggere il documento finale si scopre che è una vittoria di Pirro. L’accordo per lo più interessa il commercio di beni fisici e pochi servizi. È bene comprendere che se questo accordo fa contento il popolo, rende molto infelici gli abitanti della city di Londra (gente umile ma soprattutto molto sensibile ai cambiamenti). C’è il serio rischio che il sogno di una Singapore sul Tamigi, con tanto di riciclaggio di denaro sporco via paradisi fiscali quali il Jersey o le isole Vergini (quello che in gergo viene chiamata “spiderweb”), fallisca. Se Boris non definirà presto un accordo per i servizi finanziari, Londra rischia di perdere molto del suo charme finanziario e della sua capacità di “pulizia (non polizia) finanziaria”. Persino il Guardian, sempre moderato, appare piuttosto turbato. Se Londra non potrà più accedere al mercato finanziario europeo rischia di perdere i flussi finanziari (legali o meno) che passano dalla città per essere “valorizzati” in Europa. Molti onesti ricchi cittadini russi, sud africani, medio orientali e altri ricchi del mondo potrebbero trovare un’altra piazza dove creare trust anonimi e comprare immobili.

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Fonte: Tax & Justice

Nuovo presidente USA

Biden, con poco più del 50% dei voti, dal 2021 guiderà gli Usa. Se mappiamo la sua squadra di transizione, i suoi principali donatori per le elezioni e i futuri papabili ministri, si può ottenere un’idea di quali saranno gli orientamenti politici del presidente eletto. Riporta Reuters che un elevato numero di ex manager delle big tech sono divenuti parte del transition team del prossimo inquilino della Casa Bianca. Tanto per fare un esempio: Amazon, tra gli ultimi “acquisti” (post elezioni) nel team di lobbisti, ha inserito Jeff Ricchetti. È fratello di Steve Ricchetti, consigliere di Biden. Il ruolo dei lobbisti, tra l’altro, sarà di difendere Jeff dalle accuse di monopolio, di cui ho fatto menzione accennando allla guerra alle big tech. In ambito di politica estera Biden sta arruolando numerosi consiglieri della precedente amministrazione ObamaAntony Blinken, Avril Haines, Susan E. Rice e Michèle Flournoy. Se Biden seguirà la politica obamiana, potremmo avere aperture con l’Iran (con cui l’Italia aveva ottimi rapporti commerciali). Difficile comprendere se la Russia (odiata dalla coppia Clinton-Obama) e la Cina torneranno sulla lista degli amiconi. L’Italia ha-aveva-vorrebbe riavere ottime relazioni con Cina e Russia, vedremo se le sarà permesso averle.

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Fonte: S&P Global

Super accordo cinese 

Il Regional Comprehensive Economic Partnership è stato firmato a fine 2020, tuttavia le conseguenze geopolitiche le osserveremo a partire da quest’anno. È un accordo che include ben 15 nazioni, per un totale di 2,2 miliardi di cittadini (per lo più cinesi) e un totale di oltre 26 trillioni di dollari di Prodotto Interno Lordo. Il programma ha come nazione trainante la Cina, per quanto è rilevante notare che tra i firmatari ci sia anche l’Australia: nazione schierata con gli Usa, ma commercialmente fortemente dipendente dalla Cina.

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Fonte: Bloomberg

La continua crescita delle aziende zombie

La Bank for International Settlements (la banca delle banche per dirla semplice) ne ha dato una visione molto chiara e preoccupante. La scelta dei governi di inondare i mercati di liquidità, per evitare fallimenti a catena, è stato sicuramente un gesto utile. Tuttavia ha generato un’aberrazione. Miliardi di dollari distribuiti a pioggia hanno arricchito migliaia di aziende che, già prima del Covid, erano cadaveri che si sostenevano grazie a debiti massicci, finanziamenti statali, food stamps (in Usa) e contatti politici. Sono aziende che hanno modelli di business decotti. Sono un pericolo perché succhiano soldi e risorse agli stati (i cui soldi si devono alle tasse dei cittadini).

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Fonte: BIS

Questo è tutto. Per il resto benvenuti nel 2021, che possa essere un anno intenso.

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