L’altra faccia del BNPL: nel paradiso delle rate, esplode il debito

scritto da il 10 Giugno 2025

Post di Saverio Costabile, Contact Center Manager di KRUK Italia – 

Il prodotto Buy Now Pay Later (BNPL) rappresenta oggi una delle soluzioni di pagamento più in hype, soprattutto tra i consumatori più giovani, che si affidano in misura crescente all’e-commerce per i propri acquisti. Lo confermano anche le stime di mercato: entro il 2025, i pagamenti effettuati con BNPL supereranno i 500 miliardi di dollari, in crescita del 14% rispetto all’anno precedente. Un utente online su due ha già utilizzato almeno una volta un servizio BNPL e, sebbene l’età media sia compresa tra i 18 e i 34 anni, si registra un forte incremento anche tra gli over 40.

Possiamo quindi annoverarlo a pieno titolo tra le forme di credito al consumo. E come operatori del settore NPL, riteniamo doveroso considerare questo fenomeno con particolare attenzione. Perché se da un lato il BNPL rappresenta un canale di accesso al credito molto più agevole e istantaneo, dall’altro introduce nuove dinamiche di rischio: dalla facilità estrema di adesione alla totale assenza, in molti casi, di una valutazione preventiva del merito creditizio.

L’altra faccia della medaglia del BNPL

In questo contesto, l’insolvenza e il sovraindebitamento possono diventare l’altra faccia della medaglia di un mercato ancora poco regolamentato, che si rivolge a una platea spesso poco consapevole in termini di educazione finanziaria. I consumatori, attratti dall’idea di acquistare “a rate senza interessi”, tendono a sottovalutare il fatto che si tratta comunque di debito. Lo dimostrano numeri concreti: in Australia, il 33% dei consumatori BNPL spende regolarmente oltre il proprio reddito netto. Negli Stati Uniti, secondo LendingTree, il 41% degli utenti ha pagato Klarna in ritardo almeno una volta nel corso dell’ultimo anno. E l’uso dei pagamenti dilazionati per beni essenziali come il cibo è aumentato del 14%, segno che il BNPL sta evolvendo da strumento di acquisto a strumento di sopravvivenza economica.

L’Italia non fa eccezione

Anche in Italia emergono segnali che meritano attenzione. Secondo CRIF, un utente su quattro ha attivato contemporaneamente più prestiti, complici i controlli spesso assenti in fase di richiesta e la mancanza di un database centralizzato sulle linee di credito. Questo comporta che rate singolarmente sostenibili, sommate tra loro, rischiano di superare la capacità di rimborso delle famiglie. Inoltre, molti utenti sono privi di una storia creditizia consolidata e tendono a sottovalutare l’effetto cumulativo dei debiti.

BNPL

I consumatori, attratti dall’idea di acquistare “a rate senza interessi”, tendono a sottovalutare il fatto che si tratta comunque di debito (Immagine generata da ChatGPT 4o)

Le rilevazioni ISTAT dipingono un quadro altrettanto critico: oltre il 50% degli italiani ha almeno un prestito in corso, con una rata media mensile pari a 278 euro. Nel 2023, quasi 10 milioni di cittadini tra i 18 e i 74 anni hanno chiesto un aiuto economico o un finanziamento a causa di difficoltà di liquidità. L’incremento più rilevante si è registrato proprio nei prestiti finalizzati e, in particolare, nel segmento BNPL, che ha fatto segnare un +133% per acquisti online a rate senza interessi.

BNPL, i punti deboli del modello di business

Il modello di business dei provider BNPL, d’altra parte, si regge sull’assunzione del rischio di insolvenza da parte degli intermediari. E i numeri iniziano a diventare pesanti: solo nel primo trimestre del 2025, Klarna ha registrato perdite nette per 99 milioni di dollari, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2024, a causa di un’impennata dei crediti non saldati, arrivati a 136 milioni.

Non sorprende, quindi, che a livello globale si stiano studiando correttivi normativi. Paesi come Australia, Germania e Kenya hanno già introdotto leggi che impongono la valutazione del merito creditizio e la trasparenza nelle commissioni. L’Unione Europea, attraverso la revisione della Direttiva sul Credito al Consumo, ha incluso anche il BNPL tra i prodotti di credito soggetti a regolamentazione.

Il Consumer Trends Report dell’EBA ha identificato il crescente indebitamento dei consumatori come una delle questioni più critiche per l’Unione Europea, segnalando proprio la diffusione di strumenti come BNPL e prestiti “small ticket” tra le cause principali dell’eccessivo ricorso al credito. In Italia, oltre alle consuete criticità su trasparenza e correttezza delle valutazioni, i reclami più frequenti riguardano proprio i costi nascosti e la scarsa informazione precontrattuale.

Crediti deteriorati, come cambia il panorama con il BNPL

Per gli operatori NPL (soggetti specializzati nella gestione e nel recupero dei crediti deteriorati, ovvero i cosiddetti Non Performing Loans, ovvero prestiti o finanziamenti la cui riscossione è diventata incerta o improbabile, ndr) si profila all’orizzonte una nuova categoria di portafogli da gestire, con caratteristiche peculiari rispetto al credito bancario tradizionale: importi contenuti, età media dei debitori più bassa, assenza di documentazione strutturata (contratti, SECCI, estratti conto), elevata frammentazione dei debiti e – soprattutto – una motivazione all’insolvenza che spesso non è legata a eventi traumatici ma a una scarsa consapevolezza finanziaria.

In questo scenario, per chi, come KRUK è impegnato da anni nella gestione del credito e nella promozione dell’educazione finanziaria, il fenomeno BNPL rappresenta una sfida importante ma anche un’opportunità. È essenziale iniziare a sviluppare strategie di collection ad hoc, pensate per un pubblico nuovo e più vulnerabile, per trasformare un potenziale rischio sistemico in un’occasione di innovazione responsabile.