20 Maggio 2015

Il dissesto previdenziale italiano, narrato in breve

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Leggo incredulo sul Sole 24 Ore che l'aver concesso per decenni pensioni generose, calcolate col metodo retributivo e per un pugno di anni di contributi, ha generato un costo per lo nostre casse pubbliche di circa 46 miliardi l'anno, e confesso che mai, eppure nelle mie peggiori previsioni, l'avrei immaginato. In pratica il nostro deficit fiscale corrisponde, se le stime sono esatte, alla somma che paghiamo ogni anno in omaggio alla nostra (im)previdenza pubblica. E mi sembra necessario, stando così le cose, provare a ricapitolare come e perché siamo arrivati a questo punto. Lo faccio servendomi di un libro assai istruttivo pubblicato...

20 Maggio 2015

Andare all’Università? Lo decidono il titolo di studio di mamma e papà e … la buona scuola

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È previsto per oggi il voto finale alla Camera sul ddl "La Buona Scuola”. Il provvedimento, stando al documento di consultazione, pone molta enfasi sui temi della selezione dei docenti e dell’autonomia scolastica e guarda alla scuola come a un mezzo di contrasto importante alla disoccupazione giovanile. Nonostante questa consapevolezza, il documento dedica poco spazio al rapporto scuola-università. Aspetto, quest’ultimo, strumentale per il perseguimento di una maggiore partecipazione al mercato del lavoro. Pur evidenziando la rilevanza del fenomeno dell’abbandono scolastico, che colpisce soprattutto le fasce sociali più...

13 Maggio 2015

Lezione di inglese a Renzi: vincere le elezioni creando lavoro

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Mentre la sinistra inglese guidata da Ed Miliband - ora dimissionario dopo la sconfitta elettorale - si presentava agli elettori con un programma di deficit spending keynesiano, David Cameron vinceva le elezioni nel Regno Unito anche grazie al taglio della spesa pubblica corrente. In questi ultimi anni il leader dei conservatori ha: 1) ridotto di 500mila persone l’organico della Pubblica Amministrazione; 2) tagliato la spesa pubblica ritenuta improduttiva; 3) tagliato le imposte. Il dato più interessante è che Cameron ha scelto di risanare i conti pubblici agendo sul lato delle entrate, non aumentando il carico fiscale, come è...

13 Maggio 2015

Quanto pesa la demografia sulla crescita?

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Non si può spiegare tutto attraverso un'unica variabile, ma qualche riflessione sugli effetti economici della demografia può essere interessante, specialmente per l'Italia. Un Paese con bassa natalità è, naturalmente, un Paese che invecchia; è perfino banale dire che questo implica un certo pattern di domanda e che incide sulla struttura produttiva, guidando investimenti ricerca e quindi di sviluppo economico in termini molto probabilmente più “conservativi”. Una popolazione più vecchia è anche meno propensa a rischiare, più prona a posizioni consolidate comode e relativamente sicure, o più brevemente: “rendita”. Il...

12 Maggio 2015

Quel che la politica non ha mai capito di Keynes. E cosa ci resta da fare

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Quando a Ugo La Malfa, noto esponente del partito Repubblicano, proponevano una legge, un'idea per in intervento politico-sociale, lui chiedeva sempre, come ammonimento: “Chi paga?”. Che poi, la formulazione estesa, e più precisa, dovrebbe essere: “Quanto costa? E chi paga?”. Ed è quello che ogni elettore e contribuente dovrebbe chiedersi quando sente formulare proposte e programmi politici. Di fatto, uno Stato (inteso come complesso unitario delle amministrazioni pubbliche) ha unicamente tre modi per finanziare le proprie spese: tassando, facendo deficit/debito, stampando moneta (monetizzando il deficit/debito, in sostanza)....

09 Maggio 2015

Expo, Sindone, Mondiali: i progetti-vetrina e il paradosso del "fa bene al Paese"

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Una politica pubblica è una scelta collettiva concernente l'impiego di risorse appartenenti alla collettività. È il risultato di un’aggregazione di preferenze, e in ciò è implicito che non tutte le preferenze  vengano soddisfatte: potrò non andare a visitare la Sindone o l’Expo, ma parte delle mie tasse contribuiranno comunque alla realizzazione di questi eventi.  Il calcolo costi-benefici, che è decentralizzato nel mercato al livello del singolo consumatore - il quale decide per sé se un cellulare nuovo vale più del suo prezzo - nelle scelte collettive viene sostituito da un processo politico centralizzato. Ed è qui che...

08 Maggio 2015

La Corte costituzionale, le pensioni e i risparmi con l'elastico

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La morale della storia mi appare evidente non appena finisco di leggere la lunga sentenza della Corte Costituzionale che ha imposto al governo di restituire con gli interessi le somme non erogate ai pensionati, in virtù dell'obbligo di rivalutazione, per gli anni 2012 e 2013. La morale della storia è che quelli sulle pensioni sono risparmi con l'elastico. E quando tornano indietro fanno molto male, come dimostra la cronaca dei nostri giorni. E questo non succede perché la Corte Costituzionale sia cattiva o insensibile. Ma perché abbiamo costruito nei decenni un sistema di regole, giuridiche o giurisprudenziali, che di fatto vanifica...

07 Maggio 2015

Prova di "sistema" sulla bad bank

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So riconoscere quelle che si chiamano "operazioni di sistema". Ne ho fatto esperienza ai tempi della rivalutazione delle quote di Bankitalia, e ne ho fatto tesoro, estraendone una sorta di copione che adesso torna a calcare le scene del nostro dibattito pubblico, discettando dei crediti deteriorati delle banche. La nuova operazione di sistema, che ormai matura da diversi mesi, è quella che la vulgata giornalistica chiama bad bank. Il copione prevede che l'argomento venga sponsorizzato in alto loco in un qualche consesso tecnico, venga discusso ampiamente sugli organi di informazione e quindi approdi in Parlamento, dove audizioni di...

05 Maggio 2015

Il tesorettone dei fondi pensione

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Ieri il premier Matteo Renzi è tornato alla carica su quello che appare il suo punto fermo per la ripresa degli investimenti: il ruolo dei fondi pensione. L’analisi e l’auspicio appaiono tuttavia piuttosto deboli, poggiando su premesse di scarsa conoscenza della realtà di cui si tratta. Il tema è noto: i fondi pensione, secondo Renzi, dovrebbero e potrebbero fare di più per la famosa “economia reale” italiana, cioè fungere da volano degli investimenti. Ma ciò non accade, secondo il premier. Che ieri, in occasione dell’incontro con la comunità finanziaria a Borsa italiana ha dettagliato il proprio pensiero: «I fondi...

30 Aprile 2015

Export, si può fare molto di più. Ecco come

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C’era una volta una grande economia perlopiù chiusa al commercio internazionale. Si chiamava… Stati Uniti d’America. Ebbene sì, nell’ormai lontano 1950, gli Usa importavano merci e servizi per un valore non superiore al 3% del loro Pil. Nel corso dei 65 anni che sono trascorsi da allora, attraverso una serie di accordi multilaterali nonché la partecipazione ai vari round Gatt/Wto, gli Stati Uniti si sono progressivamente trasformati in un’economa aperta, arrivando ad importare merci e servizi per un valore di circa il 15% del Pil, una misura che, a valori attuali, è maggiore dell’intero Pil italiano. Come è noto,...