11 Maggio 2017

La disoccupazione giovanile e la direzione della demografia, ostinata e contraria

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L’ultimo bollettino della Bce ha dedicato un approfondimento alla disoccupazione giovanile che esordisce notando come “il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto il picco nel 2013 al 24% per il gruppo 15-24enni. Da allora il tasso è sceso più velocemente di quello del tasso globale ed è rimasto al 21% nel 2016, circa 6 punti in più rispetto al 2007”. Questi grafici aiutano ad avere la visione d'insieme. Sembra che non ci sia nulla da aggiungere, ma un'osservazione più attenta rivela il mondo complesso celato dietro il semplice dato.

Un esempio aiuterà a mettere i fuoco i termini del problema. Mettiamo che ci siano 13...

09 Maggio 2017

Manuale di Macroneconomia: quante facce ha il nuovo presidente francese?

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Archiviato l’incubo della presidenza Le Pen e rintuzzata la minaccia populistica, gli elettori francesi – almeno quelli che non l’hanno sostenuto sin dal primo turno – promettono di esaminare con la massima severità le iniziative di Emmanuel Macron, capo di stato dal profilo irrituale e la cui legittimazione è, in qualche misura, attenuata dalle circostanze della sua vittoria: dal fatto, cioè, che il larghissimo risultato del ballottaggio vada letto più come un accorato rifiuto dell’alternativa autarchica, che non come un’attestazione di fiducia nei confronti dell’agenda riformista del quarantenne di Amiens. Essere...

05 Maggio 2017

Il rischio più autentico dell’economia tedesca: morire di vecchiaia

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Eurostat ha inaugurato la #YouthWeek, una settimana di dati dedicati alla questione della gioventù europea, diffondendo quelli sul numero degli under 20 nei diversi paesi dell’area. Il grafico che riepiloga la situazione mostra il primato dell’Irlanda, con il 28% di 0-19enni sul totale della popolazione e, fanalino di coda, la Germania con circa il 18%. Noi italiani siamo terz’ultimi, con qualche decimale in più. Questa rilevazione cela il duplice problema della Germania, che è di ordine sociale ed economico insieme. La prima parte del problema è visibile da quest’altro grafico, prodotto dall’istituto statistico tedesco. Si...

26 Aprile 2017

La distanza da Barcellona e Madrid: quanto trainano le nostre locomotive?

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Post di Livia Simongini, specialist/manager di Prometeia* - Con tassi di crescita prossimi al 3% medio annuo la performance della Spagna ha spiccato nel panorama europeo nel triennio 2013-2016. All’estremo opposto l’economia italiana, pur tornata a crescere, ha registrato un andamento più debole. Il divario persiste se ci si sposta sul piano regionale: il Pil della Catalogna e della regione di Madrid, che hanno offerto il contributo maggiore alla crescita spagnola, è aumentato del 3% in media l’anno rispetto agli incrementi vicini all’1% di Lombardia ed Emilia Romagna, che hanno svolto il medesimo ruolo per l’Italia. La...

19 Aprile 2017

Francia al voto, così Pil e prezzi potrebbero finire sull'ottovolante

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La corsa a cinque delle elezioni francesi sta per scattare, il verdetto è questione di poco, più giorni che settimane, ormai. È un passaggio cruciale per le sorti dell'Europa: la vittoria dell'istanza antieuropeista di cui è portavoce soprattutto Marine Le Pen (leggetevi l'imperdibile reportage di Attilio Geroni sul Sole 24 Ore per capire meglio le ragioni dell'avanzata della destra in Francia) segnerebbe le sorti dell'Unione e potrebbe scatenare una tempesta perfetta sui mercati finanziari. Société Générale (SG) ha prodotto uno studio sulla tornata elettorale transalpina nel quale salta subito all'occhio questo grafico: Come...

03 Aprile 2017

L'Eurobond è morto, viva l'Eurobond

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L’attività finanziaria sicura, il cosiddetto safe asset, rappresenta all’interno di qualsiasi sistema finanziario un elemento di determinante importanza per il suo funzionamento, non solo per la capacità di essere in ogni momento liquidabile, o per essere il più sicuro strumento di trasferimento di ricchezza nel tempo, ma per il fatto di avere un rendimento inversamente correlato all’avversione al rischio presente nel sistema. Maggiore l’avversione al rischio, maggiore il valore del safe asset (e quindi minore il suo rendimento) che rappresenta così l’ancora di sicurezza alla quale aggrapparsi quando tutto sembra...

21 Marzo 2017

L'Italia e gli investitori esteri: venduto il 4% del Pil in obbligazioni. Ecco i dati Bce

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L'ultimo bollettino economico della Bce contiene un'interessante ricognizione sullo stato dei conti esteri dell’eurozona e soprattutto sulla loro evoluzione, la più sorprendente delle quali è senza dubbio quella che ha condotto questo pezzo d’Europa a essere uno dei principali creditori internazionali, in ragione del fatto che ogni anno produce un sostanzioso surplus delle partite correnti. In sostanza, incassa più risorse dall’estero di quante ne spenda. E poiché questa eccedenza non viene impiegata interamente all’interno dell’area – e questo malgrado ci sia ancora un notevole gap di investimenti – ciò ha come...

08 Marzo 2017

La Bundesbank e l'Eurosistema, è tempo di fare un po' di sana autocritica

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Era circa un anno fa quando scrissi il primo di una serie di post in cui cercavo di descrivere come l’incremento del saldo debitorio della Banca d’Italia nel sistema di pagamenti della zona euro fosse nella sostanza differente rispetto a quello registrato tra il 2010 ed il 2012. Ferma restando la componente legata al rischio del sistema finanziario italiano, l’incremento delle passività estere di Banca d’Italia è stato guidato da autonome decisioni di portafoglio, principalmente degli italiani, che hanno reinvestito in attività estere le risorse emesse nell’ambito del cosiddetto Quantitative Easing. Per intendersi, se un...

07 Marzo 2017

Ripetete con me: il surplus commerciale tedesco non è il problema

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“Nulla può essere più assurdo di tutta questa teoria sulla bilancia commerciale […] Quando due nazioni commerciano l’una con l’altra, questa insensata teoria presuppone che, se la bilancia è pari, nessuna delle due “perda” o “guadagni”, ma se la bilancia è a favore di una delle due, una nazione tende a rimetterci e l’altra a profittare, in proporzione alla grandezza dell’avanzo di quest’ultima” (Adam Smith, 1776. “Indagine sulla Natura e sulle Cause della Ricchezza delle Nazioni”, Libro IV, Capitolo 3, Parte II). Con queste parole, 241 anni fa, il padre nobile dell’economia moderna, Adam Smith, criticava...

24 Febbraio 2017

La fantastica uscita dall'euro alla francese

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L’economia non è una scienza esatta, ma una scienza sociale. C’è però una bella differenza tra studiare una scienza sociale e scrivere inesattezze basate su previsioni fantasiose. E’ il caso del working paper di Cédric Durand e Sébastien Villemot pubblicato dall’OFCE (Observatoire français des conjonctures économiques) di Parigi sugli effetti dell’uscita dall’euro sugli stati patrimoniali degli agenti economici nelle economie che compongono l’eurozona (il balance sheet effect). Detta in soldoni: che succede se uscendo dall’euro una parte dei debiti non può essere ridenominata nella nuova valuta, ad esempio perché...