09 Marzo 2023

Brexit, l'Italia e la City: cosa dice il Brexit Referendum Shock Index

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Post di Mario Angiolillo, Direttore dell’Osservatorio Relazioni EU-UK-USA* di The Smart Institute. Esperto di tematiche geopolitiche e di relazioni internazionali, svolge attività di advisory per diverse società con particolare riferimento agli impatti e alle opportunità offerte da Brexit - Il dibattito di questi giorni ha visto una ripresa del confronto tra UE e Regno Unito per risolvere lo spinoso tema del confine irlandese e della sua regolamentazione nel post Brexit. Il premier britannico Rishi Sunak deve ora fare i conti con le diverse posizioni presenti sul tema all'interno di Westminster e tra le forze politiche del Nord...

09 Dicembre 2022

Italia e Regno Unito ai tempi di Brexit: una prima analisi sui dati

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Post scritto da Mario Angiolillo e Stefano Riela, entrambi Senior Fellow di The Smart Institute per la presentazione del rapporto Brexit Paper 2022 - Da oltre un anno il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea ed è molta la curiosità per analizzare gli effetti di un evento unico nel suo genere. Dopo una sequenza di allargamenti che hanno portato l’UE da 6 membri a 28, infatti, il 31 gennaio 2020 abbiamo assistito al primo abbandono, formale, di uno Stato sovrano. Per questo motivo già nel 2018 the Smart Institute ha costituito un Osservatorio con l’obiettivo di analizzare rischi e opportunità della Brexit per aziende e...

29 Marzo 2017

L'ora della Brexit è scoccata. Ma non parlate a Theresa May dell'export

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Mi capita fra le mani una pregevole ricognizione prodotta dall’Ons, l’istituto di statistica britannico, in occasione dell’attivazione da parte del governo inglese della procedura di uscita dall’Ue, la famosa Brexit. Scelta ovviamente non occasionale, nel momento in cui bisognerà reinventare in chiave bilaterale una mole di relazioni che prima andavano di pari passo con quelle tessute all’interno delle regole Ue e che adesso dovranno essere concordate e riscritte. Ci vorrà tempo. Intanto è utile sapere alcune cose "very interesting" sull’economia britannica e su quanto per essa sia importante quella dell’Unione...

16 Novembre 2016

Due nuovi scenari per la Brexit

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Il 3 novembre scorso l’Alta Corte britannica si è finalmente espressa sulla Brexit e, in linea con i principi della costituzione ‘non scritta’, ha deliberato che il governo dovrà richiedere l’approvazione del Parlamento per attivare la procedura ufficiale di uscita dall’Ue, prevista dall’articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea. La sentenza complica i piani di Theresa May, che aveva previsto una possibile attivazione della procedura (irreversibile, nell’interpretazione della corte) entro il 31 marzo 2017. Se la May non riuscirà a trovare un accordo con il Parlamento su un piano dettagliato per le negoziazioni, si...

28 Ottobre 2016

La caduta della sterlina non salverà l’economia britannica

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Pubblichiamo un post di John Springford (direttore della ricerca) e Simon Tilford (vicedirettore), del Centre for European Reform. L'articolo originale è stato pubblicato sul sito del Cer  -  La sterlina ha perso circa il 15 per cento su base ponderata da quando la Gran Bretagna ha votato per uscire dall’Unione Europea. Gli avversari della Brexit sostengono che gli inglesi sono notevolmente più poveri di prima, perché la svalutazione ha deprezzato il valore delle attività britanniche. Affermano anche che l’indebolimento della sterlina spingerà in su l’inflazione, deprimendo i redditi reali. Se la moneta si svaluterà...

20 Ottobre 2016

L'inflazione su, i salari reali giù e come potrebbe andare a finire la Brexit

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Ho sempre considerato la questione relativa alla cosiddetta Brexit soprattutto di natura politica, piuttosto che basata su fondate giustificazioni economiche. In fin dei conti lo status della Gran Bretagna nell'Unione europea è certamente privilegiato. La partecipazione al mercato unico è accompagnata da numerose clausole di opt-out, superiori a quelle degli altri Paesi aderenti, che le consentono una serie di deroghe all’applicazione delle normative comunitarie. L’adozione, poi, di un cambio flessibile tra sterlina ed euro ha consentito vari margini di operatività sui conti esteri e sulla posizione patrimoniale sull’estero che,...

25 Giugno 2016

Brexit, le 5 cose che (mi) spaventano davvero

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Ho seguito gli esiti del referendum inglese con una strana sensazione di inadeguatezza. Avevo immaginato il finale ma non riesco a comprenderne pienamente le conseguenze. Non ho idea di quali saranno gli effetti di questa scelta e se il parlamento di Sua Maestà riuscirà a metterci in qualche modo una pezza. Di certo non temo per gli inglesi, che sono convinto riusciranno ad uscirne comunque a testa alta. Ciò che mi spaventa di più sono le reazioni ed alcuni commenti: 1 - Non bisognava farli votare Trovo assolutamente pericolosa questa convinzione. L’Europa ha bisogno di più democrazia. Una delle motivazioni del diffuso sentimento...

25 Giugno 2016

Le ragioni poco liberali degli euroscettici

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La maggioranza dei commentatori – non solo italiani – ritiene che l’Ue debba cambiare, a prescindere dai punti di partenza che possono essere favorevoli a un'eventuale remain o ad una exit. Le divergenze si notano invece sul come si debba cambiare, che è molto più complicato. Non sono in pochi a sostenere che vi siano ragioni liberali per un’uscita dall’Ue e che queste motivazioni abbiano giocato un ruolo importante anche nella Brexit. Quali sarebbero? Principalmente viene da pensare all'eccessiva burocratizzazione delle istituzioni europee ed alla regolamentazione eccessiva. Argomentazioni sicuramente valide, ma sono...

19 Giugno 2016

Le ragioni economiche di chi tifa Brexit

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Come ho scritto in un post sul mio blog, Back of the Envelope, i britannici favorevoli all'uscita dalla UE sono più numerosi tra coloro che appartengono alla working class, hanno istruzione medio bassa, età superiore ai 50 anni, sono uomini, votano UKIP e abitano in East e West Anglia. È possibile darne una spiegazione "economica"? Quasi tutti gli studi disponibili (HM Treasury, 2016; IFS, 2016; OECD, 2016; NIESR, 2016, The Guardian 28 May 2016) mostrano che l'uscita del Regno Unito provocherà danni sostanziali all'economia britannica nel suo insieme (in termini di salari reali, occupazione, crescita, prezzi delle case, borse, bilancio dello...

28 Aprile 2016

Le conseguenze di Brexit secondo l'Ocse: può fare male, ma anche molto male

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Poiché si avvicina la data del referendum (23 giugno, per chi non lo ricordasse) nel quale i britannici dovranno decidere se rimanere o uscire dall'Ue era del tutto logico aspettarsi la fioritura di analisi e studi dedicati a tratteggiare la fisionomia di un possibile giorno dopo. Ciò a dimostrazione che l'ipotesi Brexit spaventa molti almeno quanto ne incuriosisce altri. L'analisi più recente l'ha presentata pochi giorni fa l'Ocse rilasciando uno studio che prova a quantificare gli effetti dell'uscita dall'Ue per l'economia britannica e per le tasche dei cittadini, in un arco di tempo che si estende fino al 2020 e poi si allunga per...