24 Febbraio 2017

L'Italia è la patria dei contratti collettivi di lavoro. E non è detto che sia un bene

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Poiché rimane il lavoro il tema principale della riflessione economica contemporanea, è buona prassi dedicare un po’ di tempo a sfogliare la letteratura di genere per individuare elementi che consentano di vedere con maggior chiarezza quanto ci sia di vero nelle allocuzioni di chi predica maggiore flessibilità in cambio di più lavoro o in quelle contrarie, più o meno nostalgiche dei tempi del salario come variabile indipendente. Alcune informazioni interessanti le ricavo dal bollettino economico pubblicato a gennaio dalla Bce, che ospita un approfondimento dedicato alla questione “Adeguamenti salariali e occupazione in...

30 Gennaio 2017

Qual è il vero rischio dell’automazione del lavoro?

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Pubblichiamo un post di Giovanni Caccavello, research fellow in European Policy presso EPICenter ed Institute of Economic Affairs. Master (MSc) in economia dello sviluppo presso la University of Glasgow – Come ho avuto modo di scrivere nel mio primo post su Econopoly, nel corso di questi ultimi anni molti economisti, accademici, ricercatori e commentatori hanno nuovamente portato alla ribalta la storica “lump-of-labour fallacy”, ovvero l’idea (storicamente erronea) che la quantità di posti di lavori sia fissa. Secondo tutti questi studiosi, un altissimo numero di lavoratori sarebbe oggi a rischio disoccupazione. Stando alla...

05 Gennaio 2017

È meglio imparare o lavorare?

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Da anni ricevo da parte dei miei collaboratori, in forme diverse, più o meno la stessa domanda: "Visto che ho un sacco di lavoro da fare, come faccio a dedicare tempo per imparare a farlo meglio?" Per molto tempo ho risposto raccontando la storiella del boscaiolo: "Un boscaiolo sta faticosamente tagliando un albero con l'accetta. Passa di lì un tizio con una motosega, che propone al boscaiolo di usarla. Il boscaiolo risponde dicendo che non ha tempo di imparare a usarla perché deve tagliare l’albero con la sua accetta". La storiella colpiva le persone ma non le cambiava, lasciandole dentro la loro trappola di tanto lavoro-poco...

26 Dicembre 2016

Lavoro, a cosa serve davvero la flessibilità (e che resta da fare allo Stato)

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In due recenti post su Econopoly Emiliano Brancaccio, Nadia Garbellini e Raffaele Giammetti da una parte, Thomas Manfredi dall’altra, hanno discusso dell’efficacia sull’occupazione della deregolamentazione della normativa sul lavoro e le relative maggiori flessibilità contrattuali, giungendo a conclusioni opposte fra loro: inefficace per i primi, efficace nel lungo termine per il secondo. A mio parere invece ci stiamo arrovellando a cercare la risposta giusta per una domanda sbagliata. In altre parole, davvero è un maggiore tasso di occupazione l’obiettivo della flessibilizzazione del lavoro? Seguitemi un attimo nei miei...

22 Dicembre 2016

La flessibilità che serve al lavoro e qual è il vero difetto del Jobs Act

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Pubblichiamo un post di Thomas Manfredi, economista dell'OCSE (social policy). Lavora nella divisione di analisi del mercato e delle politiche del lavoro, dove si occupa di analisi econometriche per l’Employment Outlook - In un post del 19 dicembre su questo blog, Emiliano Brancaccio, Nadia Garbellini e Raffaele Giammetti hanno sostenuto che più flessibilità del lavoro non crea occupazione, citando a conforto della loro tesi un lavoro empirico dell'Ocse del 1999, secondo gli autori replicato in ulteriori studi empirici, che mostrerebbe l'assenza di ogni correlazione fra tassi di disoccupazione e protezione all'impiego, fra paesi...

19 Dicembre 2016

Più flessibilità del lavoro crea davvero più occupazione? Ecco una lettura dei dati

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Pubblichiamo un post di Emiliano Brancaccio, Nadia Garbellini e Raffaele Giammetti* - La libertà di licenziamento e le altre forme di deregolamentazione del lavoro favoriscono le assunzioni? Svariati esponenti di governo e del mondo dei media hanno sostenuto che l’aumento dell’occupazione che si è registrato negli ultimi mesi in Italia sarebbe frutto della ulteriore flessibilità dei contratti sancita dal Jobs Act. Questa tesi, come vedremo, non trova riscontri nella ricerca prevalente in materia. Un primo dubbio sulla supposta relazione tra riforma del lavoro e occupazione sorge mettendo semplicemente a confronto i dati ufficiali...

08 Dicembre 2016

Globalizzazione, lavoro e diseguaglianze: alle radici del neoprotezionismo

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Pubblichiamo un post di Andrea Festa*, dottore di ricerca in economia e funzionario pubblico, autore di pubblicazioni su tematiche di economia e politica fiscale. Collabora con lavoce.info e nelmerito - Una chiave di lettura delle elezioni americane è quella che le considera un segnale di discontinuità nei confronti di un’epoca di crescita economica con profonde diseguaglianze nella sua distribuzione e che ha visto la progressiva sostituzione del lavoro tradizionale – a tempo indeterminato e relativamente stabile – con moderne forme di lavoro a tempo determinato, parziale, autonomo o instabile. Secondo l’OCSE, infatti, nei...

25 Novembre 2016

Gli americani stanno meglio o peggio di dieci o venti anni fa?

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Pubblichiamo un post di Ben Bernanke e Peter Olson apparso in versione originale sul sito del think tank Brookings Institution - Economicamente parlando, stiamo meglio oggi rispetto a dieci o vent’anni fa? Di fronte a questa domanda gli americani sembrano indecisi, quasi schizofrenici: un’ampia maggioranza afferma che il Paese sta andando “nella direzione sbagliata” ma al tempo stesso riferisce ai sondaggisti di essere ottimista sulle proprie finanze personali e sulle prospettive economiche di medio termine. A caccia di conferme su questo, i commentatori si sono appropriati di un recente rapporto dell’Istituto di statistica...

01 Giugno 2016

Perché sulla riforma del lavoro Italia e Francia sono poco confinanti

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Pubblichiamo un post di Silla Cellino, consulente del lavoro e blogger. Cellino scrive su riviste specializzate professionali, sul suo blog ionis56.blogspot.com e su Pensalibero.it - Lo striscione con cui i lavoratori della CGT francese si augurano di non fare con la Loi Travail la stessa fine degli italiani col Jobs Act si è rivelato un clamoroso falso, costruito nemmeno con abilità, visti gli errori di lingua in cui gli ideatori dello stesso sono incappati. Tuttavia resiste un’opinione comune secondo la quale i lavoratori francesi contrastano l’approvazione e poi l’attuazione della nuova legge per gli stessi motivi per cui il...

13 Maggio 2016

I salari dell'eurozona riportano la memoria ai tempi del gold standard

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La crescita dei salari nell’area dell’euro procede al rallentatore, spiega la Bce nel suo ultimo bollettino economico. E non si capisce se sia un bene, un male o entrambe le cose, visto che nello stesso bollettino si osserva che quel poco di ripresa nell’eurozona si deve in gran parte all’aumento della domanda interna – alla quale di certo contribuisce il potere d’acquisto dei lavoratori – e appena un poco agli investimenti, che iniziano a rialzare la testa. Non solo. “La crescita dei salari nell’area dell’euro è rimasta piuttosto contenuta, nonostante il miglioramento dei mercati del lavoro”, scrive la Bce. A...