07 Settembre 2015

Che direbbe Gordon Gekko della bolla cinese?

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Pensando al “Black Monday” dei mercati asiatici (24 agosto scorso) e il successivo andamento, ci viene da chiedere, che ne direbbe il Gordon Gekko protagonista del film “Wall Street: il denaro non dorme mai”? Forse la citazione più celebre riguarda la spiegazione del perché i gestori non battono mai la performance dell'indice S&P500, “perché sono delle pecore e si sa, il loro destino è finire al macello”. In effetti un gestore di fondi è davvero bravo se riesce ad anticipare il mercato e guadagnare sul giusto (o fortunato) timing degli investimenti. Gordon ci dice che infatti le bolle prima o poi scoppiano. Questo è...

31 Agosto 2015

Il socialismo reale e ancora troppo pericoloso della finanza immobiliare Usa

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La ripresa erratica, quindi non conclusiva per non dire inconcludente, dell'economia statunitense fa il paio, e non a caso, con quella del suo mercato immobiliare, dove si annidano molti dei punti di forza (e di debolezza) degli Usa. I dati diffusi da S&P, che ha rilasciato l'aggiornamento agostano dell'indice Case-Shiller, mostrano che i prezzi sono tornati a crescere, senza che però siano troppo lontani dai livelli del 2009, quando erano crollati dopo lo sboom post 2007. Lo stesso giorno della diffusione dei dati di S&P la National association of Realtors rilasciava altre informazioni sullo stato di salute del mercato immobiliare...

27 Agosto 2015

Una crisi telefonata

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Quando tra il 2008 ed il 2009 si fronteggiava la violenta tempesta finanziaria che scaturì dai mutui subprime arrivando a far fallire svariate banche e tracimando in una crisi del debito sovrano in Europa, gli osservatori più pazienti cercando di fare una diagnosi strutturale evidenziarono che il mondo stava vivendo innanzitutto una crisi da eccesso di capacità produttiva: i consumi non erano in grado di assorbire ciò che il mondo, grazie alle evoluzioni tecnologiche e alle economie di scala, era capace di proporre al mercato con sempre maggiore produttività. Il mantra divenne Servirebbe una nuova lavatrice. Il senso di questa...

10 Agosto 2015

Tutti i guai del Brasile di Dilma Rousseff, spiegati per filo e per segno

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Il 26 ottobre 2014 Dilma Rousseff appena rieletta presidente della Repubblica del Brasile ringraziava con un tweet i 54,5 milioni di brasiliani (51,64% dei votanti) che l’avevano votata. Una delle elezioni più incerte degli ultimi anni aveva di nuovo visto prevalere, seppur con uno scarto davvero minimo, la persona che per quattro anni aveva guidato la nazione, dopo esser succeduta al capo storico del partito dei lavoratori, Ignacio Lula da Silva. Nei 12 anni che hanno visto il partito dei lavoratori al governo importanti risultati sono stati raggiunti nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Grazie ai programmi...

29 Luglio 2015

Il calo del prezzo del petrolio favorisce la democrazia

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L’accordo raggiunto a Losanna dal gruppo 5+1 (Stati Uniti, Russia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Unione Europea) sul nucleare iraniano ha subito avuto un effetto significativo sul prezzo del petrolio che ha toccato i minimi degli ultimi quattro mesi. Il mercato sta scontando l’ingresso sul mercato dei milioni di barili al giorno dell’Iran che è uscita dall’embargo sanzionatorio. All’aumento dell’offerta si sono sommate le preoccupazioni per la crescita cinese. Il Brent è sceso fino a 53,33 dollari al barile (meno 10% dall’accordo del 14 luglio), e il West Intermediate – il benchmark americano – ha toccato i...

17 Luglio 2015

Fughe di capitali e racconti morali

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Economics is not a morality play. Questa frase, spesso citata ma altrettanto e forse di più dimenticata, è alla base di un eccellente articolo di Joseph P. Joyce, professore di economia al Wellesley College e membro del Madeleine Korbel Albright Institute for Global Affairs, pubblicato nei giorni scorsi sul blog collettivo EconoMonitor riguardo alle fughe di capitali nei mercati emergenti. Le fughe di capitali, chiamate “sudden stop” nei casi più gravi, accadono quando per vari motivi gli investitori stranieri decidono di rientrare dei soldi e degli investimenti fatti in un paese in modo massiccio e precipitoso. La colpa viene...

02 Luglio 2015

La produttività paga il conto dei boom finanziari, parola di Bis

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Scorro l'ultima relazione annuale della Bis, la Banca dei regolamenti internazionali nota anche come banca delle banche centrali, e trovo un approfondimento che aggiunge un tassello importante alla mia personale comprensione dello spirito del nostro tempo. Il tema in questione è il rapporto fra i boom finanziari e l'andamento della produttività, il cui declino, per opinione ormai pressoché unanime, è all'origine di sostanziose speculazioni sulla nostra più o meno inevitabile stagnazione secolare. Col sottotitolo, ormai neanche più celato, che tale declino produttivo debba in qualche modo esser collegato all'andamento dei salari:...

26 Giugno 2015

Affidare la competitività al costo del lavoro può nuocere gravemente

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Le ultime statistiche dell'Ocse sul costo unitario del lavoro (Ulc) fotografano un aumento dello 0,5% in tutta l'area, nel primo quarto 2015, ma soprattutto confermano il trend crescente di questo indicatore. Ricordo che l'Ulc è uno degli indici con i quali si misura la competitività. Non è l'unico, e neanche quello ritenuto più autenticamente informativo. Ma rimane il fatto che è l'indicatore in base al quale molti basano le proprie valutazioni sullo stato di salute di questa o quella economia. Quindi se l'Ulc aumenta, vuol dire che le condizioni di competitività di un'economia sono peggiorate. Certo, l'Ulc aggregato dell'Ocse...

15 Giugno 2015

Il debito cinese, pubblico e privato, supera il 250% del Pil

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Assai meno nota della mirabolante crescita del prodotto, l'esplosione dell'indebitamento cinese è materia che preoccupa per lo più gli addetti ai lavori, e che solo di recente ha iniziato a trovare ospitalità nelle cronache più avvedute. L'ultimo Global Economic prospects della Banca Mondiale dedica ampio spazio alla Cina, e un grafico in particolare rivela una situazione che è utile ricordare. Il dato, nudo e crudo, ci dice che il debito del settore privato cinese, diviso fra famiglie e imprese, sfiora ormai il 200% del Pil, cresciuto quasi del doppio nello spazio di un pugno di anni. Nel 2007, prima quindi della Grande...

12 Giugno 2015

Mattone (e dollaro), allarme rosso per gli Emergenti

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Scopro, sfogliando l'ultima Quaterly review della Bis (la banca delle banche centrali), un'evidenza che mi lascia di stucco: dal 2007 al 2014 i prezzi reali degli immobili residenziali brasiliani sono cresciuti di oltre il 90%. Questo nel peggiore dei periodi della storia economica contemporanea. Leggo poi nell'ultimo Global economic prospect della Banca Mondiale, che il Brasile, insieme con la Russia, è il paese emergente che più degli altri sta subendo i rigori della difficile fase della congiuntura internazionale, con il "ribasso dei prezzi delle commodity che è previsto contribuisca alla recessione brasiliana nel 2015". La World...