Dimenticato dal Pnrr, il Turismo guarda al prossimo Governo

scritto da il 22 Settembre 2022

Post di Sergio Lombardi, specializzato nella fiscalità delle attività turistiche e delle travel experience, fondatore di Taxbnb.it e di Safexperience

Passato il treno PNRR e ricevuti i suoi scarsi aiuti (solo l’1% delle risorse totali destinate al settore), il Turismo italiano è costretto a sperare nel prossimo governo e in un riordino degli interventi. Analizziamo i programmi dei maggiori partiti e i loro progetti per il turismo, per consentire agli elettori di valutarne l’efficacia.

GRANDI SPERANZE

Il 17 febbraio 2021 tutti gli operatori turistici, fortemente penalizzati dalle limitazioni ai flussi turistici conseguenti al Covid, riponevano grandi speranze nel nuovo governo e negli aiuti pubblici: nel suo primo discorso da premier in Parlamento, Mario Draghi aveva appena dichiarato al Senato: “Investire nel turismo, sostenere il turismo non significa buttar via i soldi. Quei soldi tornano indietro. Quindi in questo periodo bisogna evitare che queste aziende falliscano perché altrimenti si perde il capitale e soprattutto il capitale umano.”

Oggi, archiviata definitivamente la XVIII legislatura, è possibile trarre un bilancio dei fondi pubblici assegnati al turismo. Fra questi, spicca in negativo la quota di risorse PNRR per il turismo, consuntivata l’11 agosto dal Ministro del Turismo Massimo Garavaglia in un’intervista a Il Sole 24 Ore: solo 2,4 miliardi di euro che, rapportati ai 235,12 miliardi totali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, fanno esattamente l’1,02%. Un po’ pochini per un settore che prima della pandemia produceva il 13% del PIL.

IL TURISMO GUARDA AVANTI

Nonostante la delusione per i mancati aiuti e la chiusura di molte attività, il settore turistico guarda avanti, attendendo stoicamente le risorse finanziarie fondamentali per il suo funzionamento.

Il turismo ricettivo potrebbe essere definito come capital intensive, non solo per l’elevato costo degli immobili destinati a strutture turistiche (alberghi, resort, appartamenti di lusso), ma anche per le ingenti spese di trasformazione degli immobili necessarie a fornire un’offerta turistica dagli elevati standard.

Quello turistico è quindi un comparto molto progettuale e dinamico, che ha cronicamente bisogno di capitali per rinnovarsi, ma a causa delle ridotte dimensioni delle imprese ha difficoltà ad accedere al credito. Nel settore extralberghiero operano prevalentemente microbusiness non imprenditoriali e nel settore alberghiero piccole e medie imprese, fra cui molte aziende familiari).

Particolare importanza rivestono quindi i fondi pubblici e, perso il treno PNRR, si attendono gli esiti delle imminenti elezioni e le decisioni del futuro governo.

Quale miglior occasione per analizzare i progetti sul turismo che i maggiori partiti hanno inserito nei loro programmi di governo? Per qualche elettore la sensibilità politica dei partiti verso il turismo potrebbe essere un elemento di scelta per il proprio voto.

Ecco di seguito, in rigoroso ordine alfabetico, una sintesi tecnica degli interventi in favore del turismo previsti dai programmi elettorali dei singoli partiti e movimenti:

+ EUROPA

L’unica proposta di +Europa per il turismo è a pag. 29 del programma: “istituire un portale unico destinato agli operatori turistici, agli alberghi e a chi opera nel settore degli affitti brevi (case vacanze) per le comunicazioni destinate a comuni, regioni, forze dell’ordine e altri enti interessati.”

ALLEANZA VERDI E SINISTRA

Pochi e generici i riferimenti al turismo nel programma, assente una sezione dedicata.

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AZIONE e ITALIA VIVA

(pag. 51)

Il Turismo viene abbinato a Cultura e Sport. Nel programma congiunto Azione-Italia Viva, la cultura e la lettura sembrano il rimedio a molti mali italiani. Fra le proposte, quella di “avviare alla lettura e alla scrittura in italiano i figli dei residenti all’estero”.

Le soluzioni per il turismo sono:

1. “Armonizzare l’offerta turistica a livello nazionale attribuendo la competenza allo Stato” (che al momento non è competente secondo la Costituzione).

2. “Ridurre la pressione fiscale in capo alle imprese del settore”, ma fra le tasse da tagliare viene menzionata solo la TA.RI.

3. “Investire sul Turismo Ferroviario”.

4. “Gestione delle emergenze”, mettendo fra le priorità il ”rilancio dell’immagine turistica delle destinazioni colpite”.

5. “Potenziare la formazione turistica” attraverso iniziative prevalentemente scolastico-universitarie.

FORZA ITALIA

(pag. 23)

La sezione Turismo del programma è sintetica (una sola pagina), ma molto densa.

Vi figurano proposte fiscali, come la “Riduzione del cuneo fiscale attraverso la detassazione dei premi di risultato” e l’ “aumento della deducibilità IRAP del lavoro stagionale al 100%” e interventi infrastrutturali: “Miglioramento delle infrastrutture per trasporto e turismo al servizio del Mezzogiorno e di aree isolate”, “Realizzazione dell’alta velocità ferroviaria lungo la dorsale adriatica e tirrenica”, “Disponibilità della banda larga in tutte le località turistiche”.

Cabina di regia al Ministero del Turismo, sdemanializzazione delle aree demaniali e attenzione verso il settore dei balneari e quello termale completano la scheda.

FRATELLI D’ITALIA

(pag. 23)

La sezione “Il Turismo e la nostra crescita felice” del programma FDI propone fra le prime azioni: “Dare vita ad una campagna innovativa per promuovere maggiormente la bellezza italiana nel mondo”.

Fra le altre proposte, “Creare un coordinamento tra le promozioni regionali e la promozione dell’Italia all’estero”,  “Supporto alla digitalizzazione dell’intera filiera del settore turistico e della cultura”.

Positivo l’intento di “Stroncare il fenomeno dell’abusivismo ricettivo attraverso una regolamentazione chiara” e quello di “Completare la riforma delle professioni turistiche”. “Aggiornare il Codice del turismo” può essere un campo minato, visto il precedente tentativo di codificare il settore, stroncato da una sentenza della Corte Costituzionale e praticamente del tutto abrogato.

ITALEXIT

(pag. 51)

ITALEXIT propone “tavoli di concertazione istituzionali permanenti fra Amministrazioni centrali, Regioni, altri Enti territoriali e imprenditori su argomenti di specifico interesse per il settore”, l’abolizione dell’Enit e la creazione di un “portalone” nazionale che rompa il monopolio delle OTA multinazionali.

Positiva la volontà di “differenziare l’ offerta turistica consentendo di decongestionare le tradizionali mete turistiche, riequilibrare le destinazioni e destagionalizzare i flussi turistici”.

Dimostra attenzione ai fenomeni turistici nascenti la sezione “Turismo verde e nuovi tematismi”, in cui vengono menzionati “cicloturismo, turismo all’aria aperta, itinerari enogastronomici, cammini storici, vie, itinerari culturali, musicali e letterari, sentieri, rete del patrimonio cammini storici, sentieri, rete del patrimonio demaniale dismesso e riutilizzo del patrimonio edilizio demaniale dismesso”.

Imponente e tutta da valutare come utilità effettiva la proposta di creare un albo delle sagre (circa 42.000 ogni anno tra feste, sagre e manifestazioni di piazza, secondo il documento).

Apprezzabili gli intenti di perseguire l’equità fiscale, contrastando l’evasione, e di fornire supporto all’imprenditoria giovanile e femminile.

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LEGA

(pag. 87)

Il programma della Lega individua cinque pilastri per il Turismo:

1. una nuova Governance rafforzata

2. un turismo innovativo e diversificato

3. un turismo di qualità inclusivo che sappia riportare sicurezza nei fruitori

4. una formazione di alto livello e specializzata

5. la trasformazione sostenibile dell’offerta turistica

Interessante l’individuazione dei driver turistici MICE – Meeting, Incentive, Conference and Exhibition, fondamentali per la destagionalizzazione. Paradossalmente in questa direzione sta andando l’amministrazione (di centro-sinistra) di Roma Capitale.

Buono lo spunto di potenziare la nautica da diporto (8.000 km di coste, di 285 porti e approdi turistici, più di 162 mila posti barca, fiumi, corsi d’acqua e vie navigabili interne per circa 500 km), sicuramente fra le attrattive maggiori per i visitatori stranieri.

Vengono espressi concetti innovativi ed attuali come circolarità, tutela della biodiversità, mobilità dolce.

MOVIMENTO 5 STELLE

(pag. 173)

Promozione turistica in ottica sostenibile nel programma pentastellato, valorizzazione in chiave ecosostenibile, rilancio del turismo e menzione dell’overtourism, per fortuna senza le abituali ideologiche connotazioni del tormentone della gentrification (responsabilità dello spopolamento dei centri storici attribuita solo al turismo – vedi il recente “decalogo dei sindaci” contro il turismo residenziale).

L’estensione del Superbonus 110% alle strutture ricettive è un’ottima proposta da parte del partito che lo ha introdotto, prima della recente tempesta e delle modifiche che rischiano di portare al declino quella che può essere definita una valuta parallela.

Sicuramente molto attesa da tutti gli operatori l’ipotesi del Portale unico per gli adempimenti burocratici, come quella di una partecipazione degli operatori turistici alla decisione sugli utilizzi dell’imposta di soggiorno, che attualmente in alcuni comuni viene utilizzata senza la necessaria trasparenza e non sempre per le finalità cui è vincolata dalla legge.

PARTITO DEMOCRATICO

L’allegato al programma del PD dedicato ad Artigianato, Commercio e Turismo consta di sole due pagine effettive.

Fra gli interventi proposti, subito un aggravio amministrativo per le imprese, il cui impatto fiscale è ancora da valutare, ma l’effetto negativo sul cash flow è evidente: l’ ”autoliquidazione mensile delle imposte per le partite IVA, gli autonomi e i liberi professionisti in alternativa al sistema saldo-acconto”.

Segue una proposta di sicuro beneficio in campo previdenziale, la “soppressione per gli under 35 del minimale per il computo dei contributi previdenziali da versare alla gestione artigiani e commercianti dell’INPS. Anche l’ipotesi di “stop all’acconto Iva”, come per i contributi INPS, non interviene sulle aliquote, ma cambia solo il momento dell’esborso per i contribuenti.

Alcune proposte del PD per le strutture alberghiere sono in realtà già state realizzate: la riqualificazione già dal 2014 e il fondo rotativo proprio quest’anno nel PNRR, purtroppo nell’ambito delle scarse risorse disponibili al turismo.

Da specificare in modo più comprensibile l’ “introduzione di incentivi per favorire la vendita degli immobili alberghieri ai gestori per facilitare gli investimenti nelle strutture”.

La posizione sui balneari è diametralmente opposta a quella dei partiti di centro-destra: “Previsione, nel rinnovo delle concessioni balneari, di una adeguata valorizzazione delle imprese dei concessionari uscenti, nel rispetto della normativa UE”, segno che la Bolkenstein sarà uno dei punti di confronto più aspri anche per la prossima legislatura.

COMMENTO FINALE A 3 GIORNI DAL VOTO

I programmi dei vari partiti esaminati sono differenziati, eterogenei e a volte antagonisti (vedi le diverse posizioni sui balneari), ma sorprendentemente convergono su alcuni argomenti, come il turismo delle radici (auspicato nel programma di Azione/Italia Viva, Forza Italia, M5S, Lega), il portalone italico (ora ribattezzato Tourism Digital Hub) o l’eterno dibattito Enit sì/Enit no.

Chi, come me da tecnico, era attratto dalle soluzioni fiscali che i partiti proponevano per il settore turistico nei loro programmi resterà deluso: le proposte più “pesanti” e contrapposte in campo fiscale non sono specifiche per il turismo, ma riguardano la generalità delle imprese e sono presenti nella sezione fisco di ogni programma.

Va ricordato che, l’attuale contrapposizione sul sistema fiscale ottimale in Italia vede tendenzialmente il centro-destra schierato a favore della flat tax e le altre forze politiche a difesa della progressività dell’imposta sui redditi. Fra i principali tassapiattisti vi è il leghista Claudio Borghi, mentre il tecnico Carlo Cottarelli (ora candidato di uno schieramento politico) guida le fila dei no-flat, e celebri e pirotecnici sono stati i loro scontri televisivi.

Visto anche il fallimento del tentativo di riforma fiscale e del catasto con la rinuncia alla legge delega, il dibattito sul sistema fiscale riprenderà dopo le elezioni e tutti, non solo chi opera nel turismo, sperano davvero in una sensibile riduzione del carico fiscale e degli adempimenti burocratici, ormai insostenibili per le imprese e i cittadini.