29 Marzo 2017

L'ora della Brexit è scoccata. Ma non parlate a Theresa May dell'export

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Mi capita fra le mani una pregevole ricognizione prodotta dall’Ons, l’istituto di statistica britannico, in occasione dell’attivazione da parte del governo inglese della procedura di uscita dall’Ue, la famosa Brexit. Scelta ovviamente non occasionale, nel momento in cui bisognerà reinventare in chiave bilaterale una mole di relazioni che prima andavano di pari passo con quelle tessute all’interno delle regole Ue e che adesso dovranno essere concordate e riscritte. Ci vorrà tempo. Intanto è utile sapere alcune cose "very interesting" sull’economia britannica e su quanto per essa sia importante quella dell’Unione...

09 Marzo 2017

Il turismo di lusso, l’opportunità per l’Italia

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Il mito del turismo che salverà l’Italia è una cosa che sento da anni. Poi mi domando: CHE turismo? Di recente ho letto un intervista a Cipriani, il fondatore dell’Harry’s Bar di Venezia. Una riflessione, la sua, interessante: discute di qualità e non quantità. Di tradizione e ricerca. Cosa è più conveniente per l’Italia? Un boeing della Emirates carico di ricchi turisti alla ricerca di tradizioni, lusso e qualità, o un Airbus della Easyjet che rigurgita turisti “mangia e fuggi” del weekend (con tutto il rispetto per chi mangia e fugge, bene inteso)? Ho idea che un turismo di lusso, se ben intercettato e attratto,...

06 Febbraio 2017

Trump, la Cina, i posti di lavoro distrutti. La rilettura che non ti aspetti

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Ora che il protezionismo è tornato di moda, dibattendosi a lungo sui mali provocati dalla globalizzazione, e gli Usa hanno eletto un presidente che ha fatto dello stigma verso i suoi creditori commerciali – Cina in testa – la cifra del suo successo, vale la pena spendere qualche minuto per ascoltare, sul sito della Fed di S. Louis, il podcast con Max Dvornik, economista ricercatore della banca. Dvornik un paio di anni fa ha pubblicato, insieme con altri, un paper che si intitolava Trade and labor market dynamics, assai utile a ricordare che c’è sempre un rovescio della medaglia nelle storie che sono diventate popolari. Una di...

09 Gennaio 2017

E adesso la Germania cresce solo grazie alla domanda interna

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Le ultime rilevazioni dell'istituto tedesco di statistica, relative ai dati di import ed export a novembre 2016, mostrano che l'uno e l'altro sono in crescita rispetto a novembre 2015 rispettivamente del 3,5 e del 3,9%, dopo gli aggiustamenti stagionali e del calendario, con il saldo commerciale mensile sostanzialmente stabile intorno ai 20-21 miliardi. In valore il dato dell'import gennaio-novembre è praticamente immutato (875,9 miliardi nel 2016 a fronte degli 876 del 2015) e quello dell'export lievemente in crescita (da 1.101 a 1.110). Ma in generale sembra confermato il trend di stabilizzazione del commercio estero tedesco, che gli...

24 Settembre 2016

Olimpiadi, i numeri (tanti) dicono che è una vittoria da lasciar perdere

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In questi giorni la politica e i cittadini si dividono sulle motivazioni per cui sarebbe o non sarebbe stato giusto rinunciare alla candidatura olimpica. Andando al di là delle considerazioni e dei teatrini politici che hanno circondato questo evento, e della fallacia logica dei progetti-vetrina che “fanno bene al paese”, (quando fanno bene solo a qualcuno, nel paese, a spese di tutti), proviamo a vedere cosa dice la letteratura economica in merito. Nel breve periodo le Olimpiadi sono spesso in perdita, ma questo non scoraggia chi le desidera, additando spesso benefici di lungo periodo “inquantificabili”. Per quanto le ricadute...

19 Giugno 2016

Le ragioni economiche di chi tifa Brexit

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Come ho scritto in un post sul mio blog, Back of the Envelope, i britannici favorevoli all'uscita dalla UE sono più numerosi tra coloro che appartengono alla working class, hanno istruzione medio bassa, età superiore ai 50 anni, sono uomini, votano UKIP e abitano in East e West Anglia. È possibile darne una spiegazione "economica"? Quasi tutti gli studi disponibili (HM Treasury, 2016; IFS, 2016; OECD, 2016; NIESR, 2016, The Guardian 28 May 2016) mostrano che l'uscita del Regno Unito provocherà danni sostanziali all'economia britannica nel suo insieme (in termini di salari reali, occupazione, crescita, prezzi delle case, borse, bilancio dello...

08 Aprile 2016

L'euro debole non serve più. O forse ci siamo dimenticati un pezzo?

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Si sta facendo strada l'idea che, per quanto la “debolezza” dell'euro possa essere uno stimolo all'export, l'importanza di tale stimolo vada a ridursi fino a livelli addirittura trascurabili. L'idea in sé ha alcune ragioni che sono state raccontate anche da Paolo Bricco sul Sole 24 Ore del 1 aprile (“Opportunità per gli investimenti. Impatto ancora limitato sull’export”). In termini semplici, ci stiamo muovendo verso gradi maggiori di apertura, importando quote sempre maggiori di materie e semilavorati da aree economiche (e valutarie) a cui sarà poi diretto l’export della produzione conseguente. I vantaggi all'export...

04 Dicembre 2015

Europa in bilico tra amico americano e Cina, che cosa rischiano i nostri soldi?

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Quando si valuta il rischio di un investimento sovente il punto di attenzione principale riguarda il “rischio mercato” fortemente legato al “rischio Paese”. L’apertura dei mercati di sbocco e il quadro normativo di riferimento di un Paese sono infatti elementi essenziali nel poter definire il profilo di rischio-rendimento di un investimento e conseguentemente esprimerne un rendimento atteso. Tutto questo però oggi risulta in forte evoluzione. Risulta infatti più corretto parlare di rischio geopolitico, infatti il futuro della ricchezza di una nazione dipenderà dalla leadership della propria classe dirigente e quanto questa...

13 Novembre 2015

Perché non bisogna farsi ingannare dalle sirene delle svalutazioni

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Pubblichiamo un post di Umberto Marengo, ricercatore associato all'Istituto Affari Internazionali di Roma. Le opinioni sono espresse a titolo personale - L'EURO DEBOLE NON BASTA, ALL'EXPORT ITALIANO SERVE UNA STRATEGIA  di Umberto Marengo Le esportazioni continuano a essere il motore pulsante dell'economia italiana. Mentre il PIL fatica a crescere più di qualche zero-virgola, negli ultimi quattro anni l'export italiano è cresciuto di oltre il 10%. A luglio 2015 il Made in Italy aveva raggiunto quota +5,5% rispetto all'anno precedente. Se il trend fosse confermato, l'export potrebbe raggiungere quota 420 miliardi di Euro entro...

20 Ottobre 2015

Le vere conseguenze del rallentamento cinese sull’economia italiana

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Quest’estate i mercati finanziari hanno corretto pesantemente. L’indice STOXX50 rappresentativo dei mercati europei ha perso circa il 20% dai massimi, generando il timore che la ripresa europea, fragile e gracile, potesse essere bloccata sul nascere. Il dato sulla crescita del Pil cinese poco sotto il 7% - 6,9% per l’esattezza – ha fugato i timori di un brusco rallentamento anche se molti osservatori nutrono dubbi sulla credibilità del dato: con import/export in forte calo, mercato immobiliare fermo, come fa la Cina a crescere del 7%, gestendo la transizione da economia export-led a economia matura trainata da consumi...