Mina minibot, che succede se il governo fa sua la mozione della Camera?

scritto da il 31 Maggio 2019

Pubblichiamo un contributo di Guido Iodice, coautore di Keynes Blog –

Grazie alla mozione approvata all’unanimità dalla Camera martedì 28 maggio, si torna a parlare di minibot, una proposta contenuta nel contratto di governo e cara alla Lega di Salvini. I minibot, vale a dire “titoli di Stato di piccolo taglio” nelle intenzioni dovrebbero fungere da “moneta complementare”. Il meccanismo funzionerebbe in questo modo: lo stato pagherebbe gli arretrati verso le imprese attraverso l’emissione di questi titoli di stato che, poiché di piccolo taglio, potrebbero essere utilizzati al posto della vera moneta. Con i minibot le imprese potrebbero pagare le tasse, ma, se accettati da questi, anche i propri fornitori o i dipendenti. L’intenzione esplicita è quella di rivitalizzare l’economia immettendovi circa 57 miliardi di euro.

Ma, come abbiamo spiegato su Keynes blog, che questo possa accadere è molto dubbio, sia perché quei soldi sono già in parte in circolo attraverso gli anticipi che le banche concedono alle imprese quando vantano crediti con le Pubbliche Amministrazioni, sia perché è molto improbabile che i minibot vengano valutati al valore facciale. Come le cambiali, verrebbero quindi sottoposti ad uno sconto, tanto più alto quanto più incerta sarà la fiducia in questo strumento. E, come vedremo, l’incertezza potrebbe essere dominante.

Pagare i debiti delle PA con titoli di stato non sarebbe di per sé una novità, ma farlo con titoli di piccolo taglio paralleli alla moneta non può che generare aspettative di uscita dall’euro. Del resto i minibot sono, per stessa ammissione dei proponenti originari …

un modo per creare condizioni più favorevoli all’Italexit.

Proviamo quindi a capire che cosa potrebbe accadere nel caso in cui un governo dovesse effettivamente varare un programma del genere:

* Il governo annuncia il varo di un programma di “minibot” da 57 miliardi di euro con i quali pagare i crediti fiscali e commerciali vantati da famiglie e imprese nei confronti dello stato.

* La Commissione Europea comunica al governo che i 57 miliardi di minibot, pari a più di 3 punti di Pil, potranno essere conteggiati come debito pubblico aggiuntivo.

* La BCE in un comunicato avverte che i minibot non possono essere considerati moneta a corso forzoso; trattasi di titoli che le banche potranno valutare come qualsiasi altro asset ai prezzi di mercato.

* I mercati anticipano il rischio di un’uscita dell’Italia dall’euro e lo spread incomincia a salire. La situazione peggiorerà di giorno in giorno, mentre si riaffaccia lo spettro del 2011.

* Mentre gli investitori spostano il loro denaro in Germania e Francia, la gente comune incomincia a ritirare i soldi dalle banche, portandole vicino al collasso.

* La BCE annuncia che non concederà la liquidità di emergenza (ELA) se il governo non ritirerà il programma minibot che è stato avviato senza un preventivo accordo con la Commissione e la stessa BCE.

* Mentre il valore dei titoli di stato crolla sui mercati, le agenzie di rating declassano titoli di stato italiani a “C”.

* A seguito del declassamento la BCE interrompe il rifinanziamento alla scadenza dei nostri titoli di stato nell’ambito del Quantitative Easing “residuo”. Date le condizioni eccezionali, la BCE sospende parzialmente il criterio del “capital key” e decide che potrà utilizzare l’ammontare destinato ai titoli italiani per l’acquisto dei titoli di stato di Spagna e Portogallo, al fine di proteggerli da eventuali speculazioni.

* Le banche italiane attraverso un comunicato dell’ABI annunciano che i minibot non potranno essere accettati alla pari in pagamento, ma verranno trattati come qualsiasi altro titolo: nel caso il possessore voglia liquidarli si applicherà il prezzo di mercato che, secondo gli analisti, crollerà a meno della metà del valore nominale appena i minibot verranno effettivamente emessi.

* Mentre lo spread continua ad impennarsi, bruciando i record precedenti, anche i titoli bancari subiscono un tracollo dietro l’altro in borsa. Le contrattazioni a Piazza Affari vengono ripetutamente sospese per eccesso di ribasso.

* A fronte del bank run, il governo è costretto ad introdurre controlli sui movimenti di capitali e limiti ai prelievi dai conti correnti.

* L’eurogruppo esamina la situazione italiana in una riunione di emergenza. Il comunicato finale afferma che l’Italia deve immediatamente abbandonare il progetto dei minibot e invita la commissione a rivedere le previsioni e le richieste di consolidamento fiscale riguardanti l’Italia alla luce del deterioramento della situazione economico-finanziaria.

* Con i titoli di stato in zona pre-default e i corsi azionari e obbligazionari crollati ai minimi storici, incominciano a venire al pettine le situazioni più critiche di alcune banche italiane. Il presidente dell’ESM e quello dell’Eurogruppo annunciano che l’Italia deve abbandonare i suoi progetti se intende poter usufruire di sostegni finanziari, da attivarsi comunque solo dopo la piena applicazione della direttiva sul bail-in.

* Sotto pressione il governo annuncia il ritiro del progetto minibot e il presidente del consiglio presenta le dimissioni al presidente della Repubblica che, dopo un giro di consultazioni di 24 ore, dà l’incarico di formare il nuovo governo al governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.

* Visco riesce a riportare la situazione alla calma dopo una manovra lacrime e sangue per rassicurare gli investitori. Il danno tuttavia è fatto. La fiducia degli investitori è evaporata: lo spread rimane alto e l’economia subisce i pesanti contraccolpi dell’incertezza.

* La BCE interrompe il reinvestimento automatico nei titoli italiani alla scadenza e li accetta come collaterale solo dopo aver applicato un haircut del 60%.

* Entro alcuni mesi alcune banche cadranno sotto il peso dei crediti inesigibili e il deterioramento dei requisiti patrimoniali, in buona parte costituiti da titoli di stato ormai considerati spazzatura.

* Centinaia di migliaia di italiani vengono sottoposti al bail-in per salvare le banche, ma dopo un anno dalle dimissioni del governo precedente lo spettro della Troika continua ad aleggiare sul paese.

Speriamo che nessuno si azzardi per davvero a compiere un passo dalle conseguenze così deleterie.

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