Musica e finanza: cosa cambia con la vendita del catalogo dei Queen

scritto da il 09 Giugno 2023

Post di Marzio F. Schena, CEO e co-founder di ANote Music, il principale marketplace europeo per gli investimenti in diritti musicali – 

Negli ultimi giorni si è tornato a parlare di royalties e diritti d’autore in ambito musicale per via di alcune indiscrezioni – diffuse da Music Business Worldwide – secondo le quali potremmo trovarci di fronte a una cessione di catalogo musicale da record. Sarebbero infatti in corso le fasi iniziali del processo per la vendita dei diritti d’autore e master dell’intero catalogo dei Queen, che potrebbe essere valutato per circa 1,1 miliardi di dollari. A contendersi i diritti del catalogo dello storico gruppo formato da Freddie Mercury, Brian May, John Deacon e Roger Taylor ci sarebbero – tra gli altri – la Universal Music Group e alcuni fondi di investimento.

Il catalogo dei Queen è un evergreen

In effetti, cataloghi come quello dei Queen rappresentano un’opportunità di investimento unica. Si tratta di cataloghi che si potrebbero definire “evergreen” e che difficilmente passano di moda: anno dopo anno registrano un track record estremamente solido e in grado di resistere a qualsiasi condizione di mercato. Anzi, in alcuni casi possono ulteriormente crescere grazie a tendenze di settore o in seguito a specifici eventi. Rimanendo nell’ambito dei Queen, ad esempio, basti pensare al film biopic Bohemian Rhapsody (2018) che, ripercorrendo su grande schermo i primi quindici anni del gruppo, ha portato una nuova ondata di fan e popolarità alla band inglese.

Sono poi i numeri a parlare, in particolare i bilanci annuali dalla Queen Productions Ltd: la società – che possiede i master del gruppo al di fuori degli Stati Uniti e del Canada e le cui quote sono possedute da  Brian May, Roger Taylor, John Deacon e Freddie Mercury Estate – ha chiuso l’anno fiscale 2021 con ricavi pari a 39,19 milioni di sterline (circa 49 milioni di dollari), di cui 38,92 milioni di sterline (47 milioni di dollari) provenienti da royalties.

Queen

Freddy Mercury, Foto Ansa

Private equity in campo

Allo stesso tempo, però, bisogna tenere conto delle dimensioni del catalogo: come anticipato, si parla di una trattativa del valore di oltre 1 miliardo di dollari. Questo limita notevolmente il numero di investitori in grado di prendere parte alla vendita e di portarla a termine. Di fatto, interessa principalmente i fondi di private equity, le major discografiche, o le società di media come Disney, attuale detentore di una parte del catalogo. Tra i potenziali acquirenti si parla della Universal Music Group, un attore che vanta non solo accesso diretto ai capitali ma anche una potente “macchina mediatica”: potrebbe quindi essere il miglior concorrente, considerato che avrebbe la possibilità di migliorare ulteriormente la generazione di royalties del catalogo collegandolo a film, merchandise o utilizzi sui vari media.

Infatti, con l’industria musicale in costante sviluppo e l’evoluzione delle tecnologie, si apre un’ampia gamma di opportunità da valorizzare: possedere un asset di questo tipo offre quindi un grande potenziale di crescita. Senza dimenticare il fattore emotivo legato alla musica, che non va sottovalutato: per di più, in questo caso, si ha a che fare con brani entrati nella storia.

Queen

Freddy Mercury, Foto da Pinterest

La musica (non solo dei Queen) si apre a nuovi mercati

Quello che è interessante notare è che, se in passato l’industria musicale era molto chiusa su se stessa, oggi si osserva invece uno scenario più “democratizzato”: sempre più investitori, anche provenienti da altri settori, guardano all’opportunità di entrare negli asset musicali, e d’altra parte per i venditori questo apre alla possibilità di ottenere migliori valutazioni o guadagni. Anche considerando il fatto che persone “esterne” all’industria musicale possono portare nuove intuizioni o idee per valorizzare i cataloghi in modi inaspettati, grazie a un network che inevitabilmente si amplia.

Diversificare in asset meno volatili grazie alle royalties

Il motivo del crescente interesse a investire in royalties musicali è presto detto. Al di là della forte componente emotiva citata in precedenza, bisogna tenere conto – specialmente per quanto riguarda i grandi investitori – del fatto che la musica rappresenta una strada interessante per diversificare i propri asset finanziari. Certamente gli investitori che scelgono di concludere operazioni nell’industria musicale sono consapevoli del fatto che le royalties musicali, così come le abitudini di ascolto del grande pubblico, hanno poca o nessuna correlazione con i mercati tradizionali.

Mentre altri mercati devono fare i conti con un alto tasso di volatilità in seguito a novità geopolitiche, generalmente quello musicale è più stabile, al riparo da grosse oscillazioni e tra l’altro negli ultimi anni sta vivendo un’interessante crescita, che si prevede possa continuare ulteriormente. La musica, di fatto, genera royalties ad ogni ascolto – attraverso radio, lo streaming online, durante i concerti dal vivo o quando viene utilizzata in TV o nei film: assicura quindi un flusso di reddito regolare, peculiarità che fa gola a molti investitore e che raramente può arrivare da altri tipi di investimenti, settore immobiliare a parte.

Quanto valgono i Queen

Tornando nello specifico alla vendita del catalogo dei Queen, in termini di valutazione, sarebbe strano se l’operazione si chiudesse a un multiplo delle royalties annuali normali inferiore a 20x, che per l’acquirente si potrebbe tradurre in un rendimento annuale dei flussi di reddito passivi del 4-5%. Sebbene un tale rendimento possa essere considerato dai più come una sfida di fronte all’aumento dei tassi d’interesse, le dimensioni del catalogo, il marchio iconico che ne deriva, la lunga durata dei diritti sottostanti e l’opportunità di un aumento delle royalties da parte di una grande azienda mediatica in grado di valorizzare ulteriormente il catalogo, potrebbero dimostrare il contrario.

Generalmente, più ricco in termini di brani, “vecchio” e iconico è il catalogo, più alta è la valutazione. In questo caso, in caso di conferma dell’acquisizione del catalogo, ci si troverebbe senz’altro di fronte a una delle transazioni più importanti dei nostri tempi, in termini di vendite di cataloghi: per i Queen, una vera e propria valutazione “regale”.